Non è un classico pezzo di un blog, ma gli estratti di un articolo pubblicato oggi dal Jerusalem Post a firma di Oren Kessler e titolato "Hezbollah warns Israel against maritime border 'thrests'" ("Hezbollah mette in guardia Israele contro le 'minacce' dei confini marittimi"). L'articolo cita il numero due di Hezbollah, Naim Qassem, che ieri ha avvisato Gerusalemme che il governo libanese tutelerà la propria sovranità marittima di fronte alle "minacce israeliane" e "rimarrà vigile al fine di riacquistare i pieni diritti, costi quel che costi". Kessler mi cita in una replica [alle denunce di Qassem]:
Reclute di Hezbollah: pronte a sfidare la marina israeliana? |
Pipes afferma che il Libano va visto in relazione alle proteste popolari che negli ultimi quattro mesi hanno destabilizzato la vicina Siria. "Se il regime di Bashar Assad tenesse duro e prevalesse, Hezbollah presumibilmente continuerebbe a rafforzarsi. Ma il problema è proprio questo: il futuro di Hezbollah è legato al regime di Assad", ha detto Pipes, al telefono da Philadelphia.
Se il presidente siriano venisse rovesciato, lui ha detto, "Hezbollah perderebbe il suo protettore e dovrebbe stare più attento. Non credo che ora possiamo parlare di un Libano tutto solo, dobbiamo stare a vedere quale sarà l'epilogo in Siria. Sono propenso a pensare che il regime sia veramente nei guai. Le prospettive sono sconfortanti per la famiglia Assad: non è ancora fuori combattimento, ma ci metterei la mano sul fuoco!
"E gli attacchi di questa settimana di cui sono state oggetto [a Damasco] le ambasciate americana e francese – cosa avevano in mente? Ho sempre visto Bashar come un principiante. Non è proprio fatto per questo [Dovrebbe fare l'oculista e non governare la Siria]. Al timone è un capitano esitante. Questo è di cruciale importanza nel mio pessimismo nei confronti del regime."