Al Direttore:
L'editoriale di Meg Hansen "America's Right Got Hungary's Viktor Orbán Wrong" [La Destra americana si è sbagliata sull'Ungheria di Orbán] (pubblicato il 22 agosto) offre un'importante virata per quelli che come me hanno considerato il primo ministro ungherese un alleato. Pensavamo che lo fosse per la sua posizione audace e gradita su questioni di grande importanza, come porre un freno all'immigrazione irregolare e la difesa dei tradizionali valori occidentali.
La signora Hansen si focalizza su legami sconcertanti dell'Ungheria con il Partito Comunista Cinese. Non menziona la sua oltraggiosa posizione, quasi neutrale, sulla guerra in Ucraina, in cambio dell'energia a basso costo di Vladimir Putin, o la sua ripugnante "partnership strategica rafforzata" con la Turchia canaglia di Recep Tayyip Erdoĝan.
I conservatori americani devono mantenere le loro posizioni chiave. Solo perché un Orbán o un Nayib Bukele di El Salvador condividono alcune delle nostre idee politiche non significa che dovremmo ammirarli, incoraggiarli o allearci con loro. Manteniamo un approccio transazionale e non emotivo: applaudiamo il bene, condanniamo il male.
Daniel Pipes
Presidente del Middle East Forum
Philadelphia
Viktor Orbán (a sinistra nella foto) e Daniel Pipes, a Budapest, nell'aprile 2019. |