Qual è il modo migliore per minare la legittimità di Israele come Paese? È semplice, sostenendo che è nato dal "furto della Palestina" e dall'espulsione del suo popolo.
Così, un libro accademico intitolato The Ethnic Cleansing of Palestine ("La pulizia etnica della Palestina") e l'Autorità Palestinese sostiene che "le bande sioniste hanno rubato la Palestina ed espulso il suo popolo", poi "hanno stabilito il loro Stato sulle rovine del popolo arabo palestinese". Tutto ciò ha addirittura causato una catastrofe "senza precedenti nella storia".
Organizzazioni internazionali, editoriali di giornali e petizioni di docenti universitari riprendono queste accuse e le diffondono in tutto il mondo. Ad esempio, l'Independent Australia deplora lo storico "furto della Palestina" e l'Australian Muslim Times si spinge oltre, lamentando il "massiccio furto di terre palestinesi e australiane".
Ma è vero che Israele "ha rubato la Palestina"? No, è falso. Paradossalmente, Israele è nato in modo più pacifico rispetto a qualsiasi altro dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite.
L'uso della forza è la norma storica al punto che il filosofo francese Pascal Bruckner afferma che "non esiste Stato che non sia fondato sul crimine e sulla coercizione". Quasi sempre e ovunque, i governi fanno risalire la propria esistenza a un'invasione, una ribellione, una secessione, una rivoluzione o qualche altro atto di violenza. Si pensi agli anni 1776 (Stati Uniti), 1796 (Nuovo Galles del Sud), 1858 (India), 1871 (Germania), 1917 (Unione Sovietica), 1949 (Cina) e 1979 (Iran). Nessun Paese o governo può far risalire le proprie origini a tempi immemorabili, ogni popolo ha radici altrove. I "primi popoli" sono una favola politica, non una realtà storica.
![]() Le Nazioni Unite credono nei "popoli autoctoni". |
Il Medio Oriente, grazie alla sua centralità e alla posizione geografica, ha subito numerose invasioni, tra cui quelle di Greci, Romani, arabi, Selgiuchidi, Crociati, Timuridi, mongoli, ottomani e britannici. In seno alla regione, le lotte dinastiche hanno spesso portato, come in Egitto, alla conquista e alla riconquista dello stesso territorio. Il bisnonno dell'attuale re di Giordania salì al potere solo nel 1921. L'attuale governante della Siria ha assunto il potere nel 2024.
Il territorio che oggi costituisce Israele è stato fortemente esposto a invasioni e migrazioni che si sono verificate nella regione. Oltre a innumerevoli incursioni tribali e assalti da parte di despoti minori, ha sofferto per mano di invasori noti come il faraone Ramses II, Alessandro Magno, il califfo Umar ibn al-Khattab, re Riccardo Cuor di Leone, il comandante mongolo Kitbuqa, l'ottomano Selim il Crudele, Napoleone, il generale britannico Edmund Allenby e l'egiziano Gamal Abdel Nasser. Lo storico militare John D. Hosler conta 20 attacchi a Gerusalemme tra il 614 e il 1244, ossia uno ogni 31,5 anni, ovvero circa una volta per generazione.
![]() Ramses II. |
In netto contrasto con questa turbolenta eredità, gli sforzi sionisti per stabilire una patria ebraica in Terra Santa tra il 1882 e il 1948 si distinsero per essere di natura commerciale piuttosto che militare, e per essere stati sorprendentemente condotti senza ricorrere alla violenza. Due potenti imperi, quello ottomano e quello britannico, governarono Eretz Yisrael (in ebraico: la Terra d'Israele) durante questo periodo. I sionisti, d'altra parte, non avevano alcun potere militare. Erano consapevoli di non poter realizzare uno Stato con mezzi convenzionali, ovvero con la forza delle armi.
Piuttosto, acquistarono terreni. Il cuore dell'impresa sionista consisteva nell'acquistare proprietà, casa per casa, fattoria per fattoria, dunam per dunam (circa 1.000 metri quadrati). Nel 1901, fu creato il Fondo Nazionale Ebraico (FNE) per acquistare terreni in Palestina, allo scopo di "contribuire alla fondazione di una nuova comunità di ebrei liberi". Fu il FNE, e non l'Haganah, la sua organizzazione di difesa clandestina fondata nel 1920, a fungere da istituzione chiave del sionismo.
![]() Ephraim Moshe Lilien realizzò un'incisione per il Quinto Congresso Sionista di Basilea nel 1901. L'iscrizione in ebraico recita: "Possano i nostri occhi vedere il tuo ritorno a Sion, con misericordia". |
Secondo un calcolo del 1952 dell'ex leader del Fondo Nazionale Ebraico Abraham Granott, alla fine di giugno del 1947, gli ebrei possedevano 1.850.000 dunam di terra in Palestina, di cui un milione di dunam acquistati da grandi proprietari terrieri arabi, 500 mila da contadini (fellahin), 180 mila dalle autorità britanniche e 120 mila da chiese, aziende straniere e altre istituzioni. Il piano di partizione delle Nazioni Unite del 1947 includeva questi dunam all'interno dell'area di sovranità ebraica.
I sionisti profusero ingenti sforzi per risanare proprietà sterili e abbandonate. Sono famosi per aver fatto fiorire il deserto, oltre che per aver prosciugato paludi, ripulito canali d'acqua, bonificato terreni incolti, rimboschito colline spoglie, rimosso pietre e desalinizzato il terreno.
Quando i governanti britannici lasciarono la Palestina nel 1948, cinque Stati arabi la invasero immediatamente, decisi a schiacciare il nuovo Stato ebraico e uccidere o espellere i suoi abitanti ebrei. Solo allora gli israeliani imbracciarono le armi e conquistarono territorio attraverso la conquista militare. Il loro successo portò a un aumento di 5.600 km² della superficie territoriale di Israele rispetto ai 14.900 km² previsti dal piano di partizione delle Nazioni Unite, un'espansione del 38 per cento. Come dimostra lo storico Efraim Karsh nel libro Palesstine Betrayed ("Palestina tradita"), la maggior parte dei palestinesi fuggì volontariamente dalle proprie terre, pochissimi furono costretti ad andarsene.
Storicamente, gli acquisti di terreni o gli accordi fondiari su larga scala sono piuttosto comuni: è noto (sebbene non comprovato) che nel 1626, gli olandesi acquistarono Manhattan per 60 fiorini e che la Gran Bretagna acquisì Singapore tramite trattato, nel 1824. Gli Stati Uniti acquistarono e negoziarono la loro via verso il Pacifico (Louisiana nel 1803, Florida nel 1819, Oregon nel 1846, Guadalupe Hidalgo nel 1848, Gadsden nel 1853) e oltre (Alaska nel 1867, Filippine nel 1898, Indie Occidentali danesi nel 1917). Ma nessun Paese, ad eccezione di Israele, è mai nato in virtù dell'acquisto silenzioso e pacifico di terreni da parte dei suoi futuri cittadini, appezzamento dopo appezzamento.
Israele è nato dagli sforzi meno violenti e più civili della storia. Non furono le "bande" a rubare la Palestina, ma furono i mercanti ad acquistare Israele.