Mentre il resto di noi cerca di capire le implicazioni del crollo del blocco sovietico, l'estrema sinistra si rifugia in questioni più gradite agli istinti di anti-americanismo. Alcuni esponenti della sinistra lavorano nell'interesse del Sendero Luminoso, altri abbracciano la causa dei Kmer Rossi della Cambogia, delle Tigri di Liberazione dell'Eelam Tamil (LTTE) dello Sri Lanka o del Fronte Rivoluzionario per l'Indipendenza di Timor Est (FRETILIN). Nel Medio Oriente, il Polisario, un gruppo che ha base in Algeria e che rappresenta la mitica popolazione saharawi, è diventata la loro causa segreta preferita. Naturalmente, la sua vittima – il Marocco – è un alleato degli Stati Uniti.
Il deputato Mervyn M. Dymally (democratico della California), presidente della Sottocommissione sull'Africa del Comitato per gli Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti, guida la squadra filo-Polisario, con l'appoggio del suo staff di attivisti (soprattutto Bernadette Paolo) e di un gruppo di accademici, molti dei quali hanno offerto un loro contributo al volume qui recensito. In parole povere, gli autori sostengono che gli Stati Uniti e il Marocco hanno agito nel loro solito modo neo-imperialista, ipocrita ed egoista. Al contrario, naturalmente, l'Unione Sovietica e l'Algeria si sono mosse con riserbo e hanno mostrato compassione.
Al di là di queste sciocchezze politiche, la raccolta di saggi di Zoubir e Volman rivela un'incompetenza quasi comica. Il volume è così mal curato che la pagina finale si conclude a metà frase. È così obsoleto che il capitolo di Zoubir sulla politica sovietica prevede che "i sovietici (…) spingeranno in modo più fermo per una soluzione politica" (questo in un libro pubblicato nel 1993!) Anzi, la maggior parte dei capitoli non va oltre il 1990, ignorando che nel frattempo il conflitto è stato ampiamente risolto. Ma perché mai questo libro è stato pubblicato?