Nel 1990, l'invasione irachena del Kuwait dominò a tal punto la politica mediorientale che il volume Indagine sul Medio Oriente contemporaneo di quell'anno in realtà contiene due libri separati: uno che tratta del periodo antecedente al 2 agosto e l'altro che si occupa di quello successivo. In più di tre quarti dei capitoli, l'invasione è menzionata nel paragrafo di apertura: negli altri essa viene dopo. Il capitolo dedicato all'Arabia Saudita (di Jacob Goldberg) comincia con una serie di interessanti citazioni, riguardanti tanto il periodo precedente l'invasione quanto quello successivo. Le prime si riferiscono alla "saggezza" e alla "lungimiranza" di Saddam Hussein, asserendo che il regno farà completo affidamento sui propri soldati. Le altre citazioni, ovviamente, affermano l'esatto opposto. Simili ribaltamenti caratterizzano la politica di altri Paesi della regione del Golfo Persico.
Forse i capitoli più interessanti trattano degli Stati che hanno tergiversato nel reagire all'invasione, soprattutto l'Iran (di David Menashri) e la Libia (Yehudit Ronen): solo col senno del poi ci si rende perfettamente conto di quanto essi siano stati incoerenti.
Indagine sul Medio Oriente contemporaneo si occupa anche degli avvenimenti importanti che non hanno mai ottenuto l'attenzione che essi meritavano. E nel 1990, questi avvenimenti salienti erano: l'unificazione dei due Yemen, il consolidamento del potere in Sudan da parte dei fondamentalisti musulmani e l'Accordo di Taif [firmato dai rappresentanti delle varie comunità etniche libanesi, N.d.T.]. Come sempre, l'Indagine è il posto in cui cercare un insegnamento rapido e attendibile sull'attuale storia mediorientale.