Da una parte, il volume Miraggi marocchini si occupa di aspetti geografici legati alla terra, all'acqua e alle piante; dall'altra, tratta della dinamica del potere imperiale, dell'impatto delle idee e del retaggio permanente dei modelli coloniali. L'autore mette in luce molti punti sorprendenti nel suo originale saggio di geografia storica del Marocco. Egli mostra, ad esempio, come l'idea erronea che il Marocco sia stato un tempo "il granaio di Roma" abbia ispirato i conquistatori francesi del Marocco negli anni Venti a fare di questo Paese anche il loro granaio – con risultati disastrosi per l'agricoltura del Marocco (che non è il granaio di nessuno) e per la Francia (che funge molto bene da granaio). Poi arrivò l'interludio della California negli anni Trenta, quando le spie nei panni di coloni inviavano per posta in Marocco campioni di piante innestate e talee.
Ma la cosa più importante per il Marocco odierno è rappresentata dagli sforzi ambiziosi di irrigare vaste aree del Paese costruendo dighe. Swearingen mostra come questo programma abbia foraggiato, di fatto, i più ricchi e i più grossi proprietari terrieri – ossia i francesi e alcuni proprietari dell'élite marocchina – a scapito di milioni di contadini. Egli dimostra in modo convincente che, nonostante gli innumerevoli cambiamenti del Marocco avvenuti dagli anni Trenta, questa politica coloniale sbagliata persiste ancor oggi. Come la popolazione aumenta a dismisura, così crescono anche le disparità finanziarie e i favoritismi accordati ai ricchi, creando una difficile situazione agraria che "in un futuro non lontano potrebbe trasformarsi in una grave crisi".