Il titolo semiopaco e prolisso di questo terzo volume di memorie di McGhee denota le gravi lacune letterarie del libro. Tuttavia, l'opera offre uno sguardo attento, poiché l'autore attinge a un archivio di documenti inediti, per lo più già in suo possesso, per fornire una prospettiva su un evento importante della storia moderna: l'assunzione del ruolo svolto dalla Gran Bretagna nel Mediterraneo orientale da parte del governo americano.
Il volume ripercorre gli anni che vanno dal 1947 al 1953, quando l'autore ricopriva tre posizioni di rilievo nel governo americano: coordinatore di aiuti alla Grecia e alla Turchia (dal 1947 al 1949), segretario di Stato aggiunto per il Medio Oriente (dal 1949 al 1951) e ambasciatore in Turchia (dal 1951 al 1953). McGhee ricorda con legittimo orgoglio com'è diventato "uno dei primi indiscussi 'guerrieri freddi'" e in che modo ha usato la sua influenza per sostenere la posizione antisovietica nel Mediterraneo orientale. Egli ritiene che il risultato maggiore sia stato l'ingresso nella Nato della Turchia nel 1952, un evento che ha davvero evitato una guerra in Medio Oriente tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Ancora oggi, McGhee pensa che il ruolo della Turchia sia immutato: "Come nel 1952, il deterrente fornito dalla Turchia nella Nato costituisce ancora la maggiore protezione per il Medio Oriente e per gli interessi statunitensi in quella regione dall'aggressione sovietica". Su questo punto, è difficile discutere con uno dei grandi veterani della diplomazia americana.