Nel giro di pochi messi sono apparsi tre volumi scritti da molti autori, pressoché sullo stesso argomento. Il volume di Spiegel è di gran lunga il migliore – uno di quei pochi volumi dove l'intera opera è apprezzabile più di una singola parte. Ventidue capitoli che trattano ogni aspetto della rivalità delle grandi potenze dal trasferimento delle armi al terrorismo sino alla guerra tra Iran e Iraq. I curatori hanno evitato di ripetersi pur mantenendo una certa diversità di punti di vista. Quasi ogni capitolo offre un importante studio su un argomento rilevante. In breve, questo è un tentativo di cooperazione modello.
La raccolta di Braun non è eccellente, come il volume di cui sopra, ma offre diversi saggi interessanti, come quello a cura di Joel J. Sokolsky e Roger Savory.
Non si può dire molto bene del volume di Wells e Bruzonsky. Non contiene un argomento chiaro sul quale focalizzare l'attenzione e i suoi autori tendono a provare le vecchie informazioni e a rifilare argomenti triti e ritriti. In effetti, un terzo dei capitoli è costituito dai lavori pubblicati fra il 1981 e il 1984 e non vi è un solo riferimento agli avvenimenti successivi al 1984. La sensazione che questo libro sia scivolato fuori da un contenitore per le generazioni future è rafforzata dal consiglio profferto alla neo-seconda amministrazione Reagan. La parte dedicata al "pantano palestinese" è una lettura imbarazzante, poiché Herbert C. Kelman cerca di trovare lo stato psicologico sociale adatto per un accordo tra Arafat e gli israeliani, Simha Flappan presenta le scuse israeliane per l'Olp e Bruce R. Kuniholm escogita dei modi affinché il governo americano forzi la mano a Israele.