"Di tutti i movimenti di liberazione nazionale appoggiati dall'Urss, quello riguardante la liberazione nazionale degli azeri iraniani è il più vecchio e il più importante". Anche se gli azeri (una popolazione turcofona) ammontano a 12 milioni in Iran e solo a 6 milioni oltrefrontiera in Unione Sovietica, Mosca ha già instaurato per ben due volte in questo secolo dei regimi nell'Azerbaijan iraniano – la Repubblica sovietica [nella provincia nord-iraniana] di Gilan del 1920-1921 e la Repubblica democratica dell'Azerbaijan del 1945-1946 – in un tentativo di strappare questo territorio all'Iran.
Nissman dimostra che dopo la caduta dello Scià di Persia nel 1979 i sovietici nutrivano grosse speranze per una terza repubblica. Sfruttando tanto i sentimenti del nazionalismo azero quanto la semianarchia imperante in Iran fra il 1979 e il 1981, i sovietici invocarono "un unico Azerbaijan" e un distacco dall'Iran da parte degli azeri iraniani. Questo messaggio ebbe una forte risonanza, pertanto, nel 1981, le autorità iraniane interruppero le comunicazioni con l'Unione Sovietica e (per la prima volta) ebbe fine la minaccia sovietica. Di conseguenza, Nissman non prevede che i sovietici raggiungeranno i loro obiettivi nell'Azerbaijan iraniano se non tramite l'uso della forza. Anzi, per meglio dire, l'intero piano sovietico potrebbe avere un effetto contrario, perché permettere agli azeri sovietici di esprimere il desiderio di avere un unico e solo Azerbaijan potrebbe risvegliare i sentimenti nazionalisti che tornerebbero a ossessionare Mosca.