In un tentativo ambizioso di riscrivere l'interpretazione della storia turca del XX secolo, Kansu sostiene che gli avvenimenti principali non furono caratterizzati da quello che lui definisce in modo sprezzante "il colpo di stato del 1923" che portò Atatürk al potere, ma dalla rivoluzione "in ogni accezione del termine" che ebbe luogo nel 1908 quando i Giovani turchi presero il potere dal monarca ottomano e dalla sua burocrazia per darlo piuttosto "ai rappresentanti dei cittadini onde stabilire la supremazia politica ed economica di una nuova classe".
È una tesi interessante, ma non riesce a superare l'esame. L'enorme pedanteria di Kansu (questo libro costituisce solo un quinto della sua tesi di dottorato!) fa la cronaca di certi aspetti degli avvenimenti del 1908 aggiungendo nuovi dettagli, senza stabilire il suo punto di vista sul significato di questi avvenimenti, e men che mano sull'irrilevanza del 1923. Il suo studio presenta un'argomentazione tendenziosa e pertanto assomiglia a un fascicolo di un legale piuttosto che a un'indagine storica equilibrata in cerca della verità.
Kansu mostra altresì l'arroganza dello studioso nuovo di zecca che si crede più intelligente di tutti i suoi precursori. Egli considera il loro lavoro "erroneo" e "insoddisfacente" e denigra perfino le loro motivazioni accusandoli di cercare di "dire" delle fandonie e di "travisare dei fatti di considerevole importanza". Per contro, l'autore si vanta delle sue stesse conclusioni utilizzando termini come "certezza assoluta" e "fin troppo chiaro". La presunzione di Kansu è particolarmente irritante quando ci si rende conto che lui ripetutamente snatura il lavoro dei suoi predecessori e non si è nemmeno preso il disturbo di utilizzare il più importante studio recente sul suo stesso argomento.[1]
[1] Sükrü Hanioglu, I Giovani turchi all'opposizione [titolo originale dell'opera: Young Turks in Opposition ] (New York: Oxford University Press, 1995), giudicato "importante e originale" in una mia recensione (si veda MEQ, June 1995, p. 94).