Le maggiori istituzioni ebraiche mostrano una spiccata propensione a promuovere e celebrare i nemici di Israele e anche gli antisemiti. Ecco qualche esempio, in ordine cronologico inverso:
La locandina del film "Rachel".
- Il centro culturale 92nd St. Y ha programmato (e poi rinviato) un'apparizione di Roger Waters dei Pink Floyd, esponente di spicco dei boicottaggi artistici di Israele e dispensatore di fandonie antisemite.
- La Jewish Federation of Greater Philadelphia ha ospitato un discorso di apertura di Sari Nusseibeh, che rifiuta di accettare l'esistenza di Israele come Stato ebraico.
- Il San Francisco Jewish Film Festival ha proiettato Rachel, un film che acclama l'attivista anti-israeliana Rachel Corrie, e la madre di quest'ultima è intervenuta in occasione della proiezione.
- La Brandeis University ha conferito una laurea honoris causa a Tony Kushner, che asserisce "sarebbe stato meglio se Israele non fosse mai esistito" e accusa Israele di "pulizia etnica" dei palestinesi.
- La Coalizione ebraica repubblicana ha invitato Christopher Hitchens a fare un discorso, nonostante egli abbia definito Ariel Sharon "vile" e il sionismo "un falso messia per gli ebrei".
- La Cardozo Law School ha consegnato il suo Premio per un sostegno internazionale alla Pace a Desmond Tutu che ha detto che "Israele è come Hitler e l'apartheid".
Roger Waters, secondo da destra. Noam Chomsky è il primo a sinistra. |
Questi esempi non esauriscono affatto la lista: il mese scorso, ad esempio, la Barrack Hebrew Academy di Philadelphia ha ospitato Abdulaziz El Sayed Nosair, figlio di El Sayed Nosair che nel 1990 uccise Meir Kahane.
E che dire delle organizzazioni ebraiche che acclamano i loro avversari? È loro convinzione che trattare gli avversari con generosità comporterà un sentimento di reciprocità, anche se questo non funziona quasi mai.
Ecco un esempio più importante di questo stesso impulso, riguardante il governo israeliano nel 2000, come spiegato da David Wurmser in un articolo pubblicato qualche giorno fa e titolato "La geopolitica delle riserve di gas offshore di Israele":
Al fine di contribuire allo sviluppo dell'economia palestinese – che i leader americani e israeliani hanno considerato un elemento importante per moderare politicamente la popolazione palestinese e per rafforzare la pace – e per seppellire tutte le potenziali divergenze future su questa fonte di energia, Israele ha tracciato dall'interno la demarcazione della sua proposta Zona economica esclusiva (Zee) fra sé e Gaza, preferendo una rientranza piuttosto che lasciar correre la linea di demarcazione in linea retta dalla costa com'è stato fatto per tutte le altre demarcazioni della Zee in tutto il mondo. Israele ha accettato di consentire che la linea fosse fatta rientrare a suo svantaggio in modo che l'intera zona marina di Gaza sarà inclusa nell'area sottoposta al controllo dell'Autorità palestinese. Il gas, che doveva essere usato all'interno della Striscia di Gaza per la produzione di elettricità ed esportato in Israele, doveva aiutare l'Autorità palestinese ad autofinanziarsi, ad avere le risorse per rafforzare il suo prestigio fra i palestinesi e, stimolando lo sviluppo, a incoraggiare la stabilità politica e la moderazione.
Commento: Si osserva la situazione e si attende invano di riconoscere che essere gentili con i nemici non risolve i problemi.