La filiale canadese dell'Associazione islamica del Nord America (Isna) è nell'occhio del ciclone per cattiva gestione. Questo è quanto riportato da Jesse McLean del Toronto Star nel suo articolo "L'organizzazione benefica musulmana ha sperperato il denaro destinato ai poveri". Una revisione contabile del 2010, riguardante i quattro anni precedenti e condotta per conto del consiglio di amministrazione della filiale canadese, ha riscontrato che degli 810.777 dollari canadesi raccolti in una cassa speciale della Zakat e della Fitrah per "aiutare i musulmani bisognosi non solo in Canada, ma dappertutto nel mondo", meno di un quarto di questa somma – ossia 196.460 dollari – è realmente andato agli indigenti. I rimanenti 614.000 dollari sono serviti per quella che la revisione contabile chiama con accortezza "l'amministrazione del centro", per mano di colui che da oltre trent'anni è il segretario generale dell'Isna canadese, ossia Mohammad Ashraf, un microbiologo di 73anni.
Il revisore dei conti, Fareed Sheik, ha scoperto una lunga lista di abusi. Egli
ha contestato il modo in cui il denaro dell'organizzazione è stato utilizzato per coprire (…) i costi dell'assistenza sanitaria per le figlie di Ashraf, anche se loro non erano dipendenti dell'Isna canadese. (…) La revisione contabile mostra che decine di migliaia di dollari dell'ente benefico sono state spostate dalla sede canadese dell'Isna in sue imprese e attività affiliate, molte delle quali sono dirette dal segretario generale Ashraf. (…)
Il revisore dei conti ha scoperto inoltre numerosi casi in cui Ashraf o la sua organizzazione aveva dato e ricevuto in modo inappropriato quietanze relative a oblazioni a scopo di beneficenza, violando ripetutamente le leggi federali sugli enti benefici. Nel corso di una verifica dei rendiconti finanziari dell'organismo che si occupa della certificazione della carne halal – una branca dell'Associazione che certifica che la carne può essere consumata secondo le prescrizioni islamiche – il revisore dei conti ha scoperto che Ashraf aveva ricevuto una quietanza di 15.000 dollari dopo aver trasferito del denaro dal conto commerciale dell'organizzazione alla filiale canadese dell'Isna, affermando che si trattava di una "donazione personale". Ex-membri del consiglio d'amministrazione hanno raccontato al Toronto Star che Ashraf stornava i profitti dell'organismo di certificazione in un conto segreto dal quale utilizzava il denaro per sé e per almeno due dei suoi familiari. (…)
Stando ai rendiconti finanziari, i fondi dell'organismo sono stati altresì utilizzati dal 2005 al 2009 per dei compensi di circa 150.000 dollari pagati alla moglie di Ashraf e ad una delle sue figlie per qualche consulenza offerta, per alcune campagne pubblicitarie e per redigere una newsletter con scadenza quadrimestrale. Ci sono stati anche tre casi in cui la gente ha ricevuto dall'Isna canadese delle quietanze relative a donazioni a scopo di beneficenza onde rimborsare i prestiti delle borse di studio. (…) L'Associazione ha inoltre distribuito delle quietanze relative a donazioni a scopo di beneficenza – più di 42.000 dollari nel 2009 – a coloro che hanno acquistato dei servizi funebri tramite l'organizzazione. (…)
La revisione contabile ha evidenziato che una studiosa islamica di fama mondiale era sul libro paga dell'organizzazione, malgrado non lavorasse realmente per l'Isna, per tentare di aiutarla a immigrare in Canada. Farhat Hashmi è stata invitata a venire dal Pakistan per tenere a più riprese delle conferenze a metà del 2000. Il rapporto del revisore contabile dice: "Assumere qualcuno su carta per aiutarlo a immigrare è una grave violazione delle norme fiscali canadesi e di quelle sull'immigrazione."
E questo forse non è tutto, perché la dirigenza dell'Isna si è rifiutata di consegnare al revisore dei conti alcuni documenti. Di conseguenza, Sheik ha notato: "Non sono riuscito a seguire la pista dei fondi trasferiti dall'Isna ad altre organizzazioni. Pertanto, non posso dire con certezza che c'è stata una sottrazione o un'appropriazione indebita di fondi o di denaro liquido."
Commento: Le organizzazioni "a scopo benefico" hanno già una famigerata reputazione per via dei loro legami con il terrorismo; e il caso in questione mostra che questi enti devono essere sorvegliati anche per dei problemi di corruzione.