Charlie F. Bolden, Jr., amministratore dell'Ente nazionale aeronautico e spaziale (Nasa). |
Una di quelle cose che [Obama] mi ha chiesto è di dare il mio contributo affinché i bambini si sentano ispirati ad addentrarsi nello studio della scienza e della matematica; mi ha anche chiesto di allargare i nostri rapporti internazionali, e la terza cosa, forse la più importante è questa: trovare il modo di entrare in contatto con il mondo musulmano e conquistarsi molti altri Paesi a prevalenza musulmana per aiutarli a sentirsi orgogliosi del loro contributo storico alla scienza, alla matematica e all'ingegneria.
La Nasa, come egli ha detto, sta perseguendo "un nuovo inizio nei rapporti fra gli Usa e il mondo musulmano".
York ha inoltre individuato un discorso pronunciato da Bolden, che è un ex-generale di divisione del Corpo dei Marines ed un ex-astronauta della Nasa, il 15 giugno scorso alla American University del Cairo. In quella occasione Bolden ha raccontato che Obama:
ha chiesto alla Nasa di cambiare (…) entrando in contatto con i partner non-tradizionali e rafforzando la nostra cooperazione in Medio Oriente, nel Nord-Africa, nel Sud-est asiatico e in particolare nei Paesi a maggioranza musulmana.
Bolden ha asserito che in realtà "la Nasa si è fatta carico di ciò". Nelle sue colorite parole: "La Nasa non è solo un'agenzia di esplorazione spaziale, ma è anche un'agenzia che opera per migliorare la terra".
In risposta al clamore che questi commenti hanno provocato, la Casa Bianca e la Nasa, secondo Fox News, hanno ribattuto: "Bolden ha detto che parte della sua missione consiste nel migliorare i rapporti con i Paesi musulmani – ma la Nasa ci ha ripensato sull'asserzione che una simile attività diplomatica internazionale è la responsabilità principale di Bolden".
Questo inaspettato corso degli eventi induce a diverse reazioni:
Farouk El-Baz, in passato ha collaborato con la Nasa. |
In secondo luogo, in questo momento i musulmani avanzano troppo lentamente in ambito scientifico e il modo per risolvere questo problema non è certo un atteggiamento di condiscendenza da parte della Nasa, ma una profonda introspezione messa in atto dai musulmani. In altre parole, esistono degli scienziati abili di origine musulmana – incluso Farouk El-Baz, che è di origini egiziane. Il problema risiede nelle società e include ogni cosa dalle risorse insufficienti, alla scarsa istruzione, ai danni provocati dall'islamismo.
In terzo luogo, i sondaggi mostrano che il tentativo di Obama di conquistare l'opinione pubblica musulmana è stato un fallimento con la sua popolarità a malapena migliore di quella acquistata da George W. Bush nei Paesi a maggioranza musulmana. Perché continuare con questi farseschi e fallimentari tentativi di ottenere benevolenza?
E per finire, è un travisamento della politica degli investimenti scientifici americani distorcere un'agenzia spaziale in uno strumento dei buoni sentimenti di blanda diplomazia. Proprio come i soldati vogliono combattere e non realizzare dei programmi sociali, così gli scienziati devono operare per ampliare le frontiere della conoscenza, e non per far selezionare gente che "si senta soddisfatta".
Aggiornamento del 7 luglio 2010. Il programma che prevede le misure di discriminazione positiva è già stato avviato, come riportato sul sito web della Nasa in data 11 giugno 2010:
La Nasa è all'avanguardia per più di un semplice sviluppo della ricerca; ma sta anche andando oltre per i suoi programmi di internato per studenti. Questa settimana, tre ragazzi provenienti dagli Emirati arabi Uniti (Eau) inizieranno un programma di internato presso l'Ames Research Center della Nasa a Moffett Field, in California.
Shamma Al Qassim, 19anni, Hazza Bani Malek, 20anni, e Hamad Rajab, 21anni, sono stati scelti nell'ambito di un'iniziativa didattica della Nasa per lavorare insieme ai più grandi scienziati su una serie di progetti, inclusi quello dello space shuttle e della Stazione spaziale internazionale, le missioni verso lo spazio profondo, l'esplorazione del sistema solare e la ricerca aeronautica.
Come parte di un accordo siglato fra la Nasa e la no-profit Arab Youth Venture Foundation (AYVF), fino a dodici studenti l'anno per tre anni potranno partecipare al programma. Gli studenti vengono finanziati da Mubadala, una parte del governo di Abu Dhabi, e inizieranno questa settimana il loro training di 10 settimane.
Secondo S. Pete Worden, a capo dell'Ames Research Center della Nasa, fornire ai giovani un'opportunità di approfondire l'esplorazione dello spazio può creare un forte legame fra le grandi nazioni per perseguire i sogni comuni. "Nell'ambito di questo programma, la buona volontà degli studenti che lavorano fianco a fianco con i nostri scienziati e ricercatori della Nasa, fungerà da ponte fra gli Usa e gli Eau, aprendo le porte per una futura collaborazione nella ricerca scientifica. Penso che le scoperte possono essere conseguite solo grazie a una simile cooperazione", ha asserito Worden.