I musulmani fondamentalisti sono emersi negli ultimi anni come un'importante forza politica in Medio Oriente, in Africa e in Asia. Nonostante le loro attività a volte avvantaggino gli Stati Uniti (come nella guerra civile afgana), queste molto spesso costituiscono un pericolo per gli interessi americani.
Ad esempio, furono i fondamentalisti a rovesciare il regime filo-occidentale dello Scià dell'Iran, ad attaccare la Grande Moschea della Mecca, ad assassinare Sadat e a far saltare in aria le caserme dei marines a Beirut.
Dal Marocco all'Indonesia, i musulmani fondamentalisti perseguono un programma politico che trae origine dalla loro interpretazione della legge islamica, la Shari'a. A loro dire, le norme contenute in questo codice divino sono la chiave della politica.
La Shari'a è un corpo sostanzioso di norme basate sui precetti contenuti nel Corano e su altri testi sacri dell'Islam. Essa regola tanto gli aspetti più intimi della vita (come l'igiene personale e i rapporti sessuali) quanto quelli più pubblici (come le imposte e la guerra). La legge islamica è cambiata ben poco nel corso degli ultimi mille anni; essa rappresenta gli obiettivi permanenti che i credenti devono perseguire.
Nella sfera pubblica, tuttavia, la Shari'a ha degli obiettivi talmente elevati che i musulmani non riescono mai a realizzarli in toto. Il divieto di guerra tra i credenti musulmani, ad esempio, è stato ripetutamente infranto, mentre le procedure giudiziarie quasi mai sono ottemperate e le pene non vengono applicate.
Nei secoli passati, i musulmani devoti hanno affrontato il problema di non realizzare i loro obiettivi religiosi riducendo le proprie mire. Hanno presupposto che la piena applicazione della legge avverrebbe solo un giorno in un lontano futuro. Nel frattempo, sono stati d'accordo nel dire che la legge andava rivista per soddisfare i bisogni della vita quotidiana; e questo sarebbe stato possibile applicando solo quelle norme che riguardano questioni pratiche. Ad esempio, escogitando i modi per ignorare il divieto di usura, i musulmani devoti sono stati messi nelle condizioni di far pagare gli interessi sui prestiti. Questo approccio pragmatico alla religione, che è predominato per centinaia di anni, è noto come Islam tradizionalista.
L'Islam tradizionalista iniziò a far presa alla fine del XVIII secolo, dal momento che il successo dell'Occidente cominciò a causare un forte crollo del potere e del benessere del mondo musulmano.
Man mano che i musulmani sperimentavano sempre più delle interpretazioni della legge sacra influenzate dal mondo occidentale, i loro sforzi portarono a tre nuovi approcci all'Islam: il secolarista, il riformista e il fondamentalista.
I musulmani secolaristi credono che il successo nel mondo moderno comporti la rinuncia di ogni cosa che è d'impaccio nell'emulare l'Occidente: essi pertanto sono a favore del completo ritiro della religione dalla sfera pubblica.
Se i secolaristi respingono in toto la Shari'a e abbracciano la civiltà occidentale, i musulmani riformisti fanno proprie parti di entrambe le visioni. Interpretano la Shari'a in maniera tale da facilitare l'accettazione di qualunque abitudine occidentale desiderino che venga adottata.
I fondamentalisti, in contrasto con entrambi questi gruppi e anche con i musulmani tradizionalisti, pensano che la legge islamica debba essere applicata in ogni suo dettaglio.
Anche se mirano a ricreare ciò che considerano un antico stile di vita, i fondamentalisti di fatto sposano un programma radicale che non è mai stato messo in pratica. Essi sostengono che il loro obiettivo consiste nel tornare a dei costumi tradizionali, ma il loro programma si diversifica da quello dei tradizionalisti in molti aspetti. Se l'Islam tradizionalista è pragmatico, la versione fondamentalista è teorica. La prima tiene conto della fragilità umana, la seconda esige la perfezione.
Il fascino del fondamentalismo si rafforza per lo più dove le società musulmane sperimentano pienamente la modernizzazione. I primi musulmani a incontrare l'Occidente moderno – il governo, i funzionari, gli ufficiali militari, gli aristocratici e i commercianti – tendono a sperimentare il secolarismo e il riformismo. Poi, man mano che le masse si fanno prendere dalla modernizzazione, si incontra una certa difficoltà a preservare i costumi abituali. Il fondamentalismo li attrae proprio perché promette loro di eludere le influenze e le usanze occidentali.
Le organizzazioni fondamentaliste si rafforzano man mano che le masse musulmane cercano soluzioni ai dilemmi moderni. I loro obiettivi sono un codice penale basato sul Corano, un sistema tributario conforme alle imposte islamiche, dei cittadini di seconda classe in quanto non-musulmani, la guerra da ingaggiare solamente contro i non-musulmani, dei rapporti armoniosi tra governi musulmani e alla fine un'unione dei musulmani di tutto il mondo che vivano in pace e sotto un unico governante.
In breve, i fondamentalisti ritengono che la legge islamica abbia le risposte ai problemi moderni e che solo loro possono applicare la legge così com'è. Disprezzano i musulmani non-fondamentalisti, sono ostili verso i non-musulmani e agiscono con quella disinvoltura e determinazione che sono accompagnate dall'assoluta certezza di conoscere la volontà divina. Di conseguenza, si sentono giustificati ad utilizzare ogni mezzo per ottenere il potere e spesso adottano delle tattiche estreme.
Ma la cosa più importante per quanto concerne i rapporti con gli Stati Uniti è che i fondamentalisti nutrono un odio profondo e duraturo verso la civiltà occidentale, che considerano l'ostacolo supremo per raggiungere l'obiettivo di applicare la legge islamica.
Da questo punto di vista, gli Usa e l'Unione Sovietica sembrano più simili che differenti. I due Paesi condividono molto di quello che i fondamentalisti non accettano. Gli americani e i russi sono storicamente dei popoli cristiani la cui cultura deriva dalla civiltà occidentale. Essi condividono una metodologia scientifica, umanistica, l'idealismo e il secolarismo. Le differenze politiche tra questi due Paesi sembrano relativamente minori per i fondamentalisti.
Ma dei due Paesi, gli Usa pongono i problemi più grandi. Di conseguenza, i fondamentalisti nutrono una lieve ma consistente propensione per l'Unione Sovietica e a discapito degli Stati Uniti perché la cultura americana è più minacciosa, la sua ideologia più estranea e il suo potere più temuto.
L'influenza sovietica deriva quasi esclusivamente dalla sua stessa abilità militare; la sua noiosa cultura di stato e la moribonda economia non hanno in pratica nessun impatto sul mondo musulmano. Piuttosto sono gli Usa e l'Europa occidentale a influenzare i musulmani ovunque nel mondo. La loro musica pop, i film, i videogiochi, i fumetti, i libri di testo, la letteratura e l'arte raggiungono il mondo musulmano. Il loro vestiario, il cibo, gli elettrodomestici si trovano nelle città e nei villaggi. Le loro università, le banche e le compagnie petrolifere invitano i musulmani ambiziosi. I loro costumi sessuali – la contraccezione, l'aborto, il ballo, gli appuntamenti, i nightclub, la pornografia, il consumo di alcolici in pubblico in compagnia di uomini e donne, gli indumenti attillati, i costumi da bagno succinti, la balneazione senza separazione dei sessi, i concorsi di bellezza, le classi miste e il lavoro femminile – abbattono le divisioni previste dalla legge islamica.
Questo ampio fascino della cultura americana e dell'Europa occidentale disturba profondamente i fondamentalisti. Essi condannano la cultura occidentale in quanto esteticamente ripugnante e moralmente decadente, diffondono le teorie cospirative per incutere timori nei musulmani filo-americani; e mettono in guardia dai disastri che accadono a coloro che abbandonano la Shari'a.
I fondamentalisti scoraggiano altresì fortemente l'insegnamento delle lingue europee e la frequentazione delle scuole americane.
Gli Stati Uniti si trovano a dover fronteggiare un dilemma ogni volta che governi amici affrontano una maggiore opposizione fondamentalista. Gli Usa sono tentati ad aiutarli ma più aiuto essi accettano, più vulnerabili sono alle accuse fondamentaliste di vendersi a Washington. Spesso definito "il bacio della morte", il problema della contaminazione per associazione è particolarmente delicato nel mondo musulmano (dove tormenta l'Unione Sovietica non meno degli Usa).
Quale dovrebbe dunque essere la politica americana per affrontare la minaccia musulmana fondamentalista in Medio Oriente e altrove?
Innanzitutto, nel caso dei governi musulmani amici degli Stati Uniti, come il Marocco, l'Egitto, il Sudan, la Turchia, l'Arabia Saudita e il Pakistan:
- Non si dovrebbe offrire nessun aiuto ai fondamentalisti all'opposizione. Il contatto americano con essi aiuta, certo, a capire le loro idee e a monitorare la loro influenza, ma non dovrebbe esser loro fornito nessuna assistenza.
- Si dovrebbe dissuadere i governi musulmani ad avvalersi dei fondamentalisti. Portarli nel governo o applicare il loro programma porta inevitabilmente alla repressione, all'instabilità e alle politiche anti-americane.
- Occorrerebbe limitare i rapporti pubblici americani con i governi musulmani, specie nei Paesi dove esistono influenti movimenti fondamentalisti. Andrebbero costruiti una discreta cooperazione e dei legami non visibili.
Nel caso di governi musulmani appoggiati dall'Unione Sovietica, come la Libia, la Siria e l'Afghanistan, la politica americana dovrebbe essere la seguente:
- Aiutare i gruppi fondamentalisti solo con estrema cautela e come ultima risorsa.
- Rifiutare quell'aiuto che possa far sì che i gruppi fondamentalisti rappresentino la principale opposizione alternativa agli alleati sovietici.
- Aiutare i gruppi d'opposizione musulmani non-fondamentalisti a organizzare i regimi appoggiati dall'Unione Sovietica.
Quanto ai governi neutralisti, l'Iran in particolare, occorre provare a convincerli che gli Stati Uniti costituiscono una minaccia minore rispetto all'Urss.