Sono trascorsi sei mesi da quando l'ayatollah Ruhollah Khomeini ha condannato a morte lo scrittore Salman Rushdie per il suo libro I versetti satanici. Come stanno le cose adesso per il romanzo e per il suo autore?
La censura ha trasformato I versetti satanici in un best-seller internazionale di straordinario successo. Non era stato così all'uscita del volume; la grande catena libraria britannica WH Smith, a metà gennaio del 1989 era riuscita a vendere solo 100 copie a settimana e aveva intenzione di toglierlo dagli scaffali.
Ma dopo l'autodafé del libro e le minacce di morte, il romanzo è schizzato in testa alle classifiche di vendita, dapprima nel Regno Unito e poi qui. A maggio oltre 750.000 copie del volume sono state acquistate negli Stati Uniti, e per nove settimane di seguito ha continuato ad essere il libro più venduto.
Nel mondo musulmano e ovunque I versetti satanici sono stati messo all'indice, il romanzo è divenuto merce di contrabbando molto apprezzata. Una delle poche copie vendute in Kuwait è stata letta simultaneamente da più persone, che si davano il cambio per leggerlo. In Turchia, secondo il presidente Kenan Evren, I versetti satanici sono stati venduti a 200 dollari a copia.
In Israele, copie del volume erano disponibili solamente in un ufficio postale e vendute rapidamente al doppio del normale prezzo di copertina. In India, delle copie clandestine si potevano trovare sottobanco, e ampiamente diffuse in certi ambienti di Bombay, la città natale di Rushdie.
Ma ovviamente l'Iran è il Paese in cui il libro è stato maggiormente apprezzato. Con grande pericolo di tutte le parti coinvolte, le librerie hanno fatto entrare di contrabbando nel Paese alcune copie del romanzo, e queste sono passate in gran segreto di mano in mano fra gli amici intimi.
Oltre a garantire a Rushdie un pubblico mondiale, Khomeini ha assicurato a I versetti satanici un posto esclusivo e permanente nella storia della letteratura. Il romanzo è divenuto il simbolo per eccellenza sia della censura che della libertà di espressione, dell'incomprensione culturale e dei valori condivisi. Forse non c'è mai stata alcuna opera di narrativa con una simile carriera.
Quanto allo stesso Rushdie, il suo futuro è incerto. Nelle prime settimane di prigionia, lui e sua moglie avevano cercato per quanto possibile di conservare il loro vecchio stile di vita, facendosi vedere qua e là ai ricevimenti. Ma la pressione si è rivelata essere troppo forte e la coppia ha finito per abbandonare ogni tentativo.
Alla fine di aprile, due mesi dopo l'editto, ad esempio, Rushdie venne condotto a bordo di un'auto blindata all'Università di Oxford per una cena privata, e poi, dovette essere portato in fretta e furia via da un ingresso laterale, a causa della presenza nei paraggi di studenti musulmani. A rendere le cose più complicate, la polizia sconsigliò le telefonate, mentre ogni pezzo di carta venne sottoposto all'esame più minuzioso.
Andando a nascondersi nella campagna inglese, Rushdie non ha dato quasi più notizia di sé. Ha lasciato che si sapesse che l'attenzione del mondo e la solitudine lo opprimevano, ma che stava resistendo (nelle parole del suo amico Tariq Ali) "essendo relativamente di buonumore". Rushdie ha descritto il suo stato d'animo come quello di qualcuno che soccombe a "un curioso letargo, il torpore soporifero che [mi] paralizza mentre sono sotto attacco".
Questa letargia è indubbiamente legata alla decisione di Rushdie di non combattere più i suoi oppositori. In effetti, lo scrittore ha anche chiesto ai suoi sostenitori di moderare le loro critiche riguardo all'Iran, nella speranza forse che così facendo si sarebbe posto fine all'intera controversia come pure alle minacce di morte contro di lui.
Ma tali speranze non sono realistiche. Rushdie non sarà, quasi certamente, in grado di riprendere una vita normale, perché la minaccia contro di lui è permanente. Solo Khomeini avrebbe potuto abrogare l'editto, e questo lui si è categoricamente rifiutato di farlo.
La politica dello Stato iraniano resta immutata. La morte dell'ayatollah nel giugno scorso può perfino aver accresciuto il pericolo per Rushdie, e questo per due ragioni. Alcuni dei più ferventi seguaci di Khomeini potrebbero ben vedere l'esecuzione di Rushdie come un modo per rendere l'estremo omaggio al loro maestro defunto. E l'editto è diventato permanente; nessun essere mortale ha ora il potere di invalidarlo.
I politici occidentali hanno tuttavia tentato d'ignorare queste realtà. Piuttosto, essi hanno scorto degli elementi di flessibilità dopo la morte di Khomeini, anche là dove non esistevano. Un sottosegretario del ministero degli Esteri britannico ha ventilato la possibilità che l'editto potrebbe decadere. La stampa britannica ha citato Kalim Saddiqui, una figura filo-iraniana, asserendo che anche se una minaccia di morte non verrebbe formalmente ritrattata, Teheran è però "disposta a lasciare cadere la cosa".
Quando l'argomento è l'Iran, gli occidentali sembrano avere una radicata disposizione alla credulità e all'illusione.
Il fatto che la minaccia sia permanente ha generato molte speculazioni sulle probabilità di Rushdie di vivere in pace la sua vita sino alla fine dei suoi giorni. Con ogni probabilità sarà così. Le enormi vendite de I versetti satanici – più il mercato garantito per i suoi futuri scritti – implicano che egli dispone dei fondi necessari per proteggersi, se gli agenti di sicurezza forniti dal governo britannico gli fossero tolti.
L'effetto reale delle minacce alla sua vita risiede altrove; ciò significa che lo scrittore da allora in poi vivrà nella paura e sotto stretto controllo. Anche se è spiacevole, vivere sotto scorta non è affatto impossibile, come i capi della mafia, Henry Kissinger, il deposto Scià dell'Iran e Shahpour Bakhtiar hanno tutti scoperto.
Coloro che sono potenzialmente più vulnerabili agli assassini di Khomeini sono gli editori di Rushdie. Secondo la sentenza emessa da Khomeini essi sono colpevoli quanto l'autore, ma non beneficiano della protezione della polizia ventiquattr'ore su ventiquattro. È plausibile che, irritati a causa della loro incapacità di avere Rushdie, alcuni commando di fondamentalisti se la prenderanno con questo obiettivo di ripiego.
Ciò significa che tutti i redattori e gli addetti alla segreteria di redazione che lavorano da sempre per la Viking Penguin, la Mondadori e per l'Editions de la Cite, come pure gli altri editori de I versetti satanici sono in fieri sotto la minaccia delle armi dei fondamentalisti. Per questo motivo, gli editori di Rushdie sono gli eroi misconosciuti di questo triste episodio.