"Era una tranquilla sera di giovedì nell'aula 464 di Cooper Hall," osservava il quotidiano studentesco, "dove la classe di quarto livello di arabo di Sameeh Hammoudeh si era data appuntamento per la lezione alle 18.00. Due studenti che non avevano saputo dell'arresto del docente, erano arrivati in aula, e venne assegnato un supplente al posto di Hammoudeh".
La scorsa settimana Hammoudeh non si era recato a lezione a causa di un piccolo inconveniente: era stato appena accusato di appartenere a un'associazione a delinquere e di complotto finalizzato all'omicidio.
In effetti, egli era uno degli otto uomini incriminati davanti a una corte distrettuale della Florida "per aver fornito l'appoggio materiale a un'organizzazione terroristica straniera", essendo essa la Jihad islamica per la Palestina, la PIJ.
Il bello è che tre degli otto imputati sono degli specialisti accademici di questioni islamiche e mediorientali. Il loro arresto sta a indicare fino a che punto gli studi sul Medio Oriente siano un settore che funge da appendice del radicalismo presente nella regione. (Gli altri imputati sono docenti di ingegneria informatica, dirigono una clinica medica, hanno una piccola impresa e sono imam in una moschea.)
I tre ricercatori che si occupano di questioni mediorientali hanno delle credenziali di tutto rispetto:
Ramadan Abdullah Shallah, 45 anni. Nato nella Striscia di Gaza, egli ha conseguito un dottorato in economia all'Università di Durham, nel Regno Unito.
Arrivato a Tampa, in Florida, nel 1991, si dette all'insegnamento di studi mediorientali, da professore aggiunto, alla University of South of Florida (USF) e fu a capo della World and Islam Studies Enterprise (WISE), un think tank che si occupa di questioni legate al Medio Oriente che, tra il 1992 e il 1995, fu associato all'USF. Abbandonò questa ultima nel 1995, e più tardi nel corso dell'anno riapparve a Damasco, ove adesso è segretario generale della PIJ.
Bashir Musa Mohammed Nafi, 50 anni. Nato in Egitto, Nafi ha conseguito due PhD ed è stato ricercatore alla WISE. Nel 1996, venne espulso per violazione del permesso di soggiorno e si recò in Inghilterra, dove, assunta la cittadinanza irlandese, vive nell'Oxfordshire. Insegna in due istituti londinesi: al Birkbeck College della University of London (ed è docente di Questioni politiche e sociali nell'Islam) e al Muslim College (ove è docente di Stato e società nella storia islamica).
Nafi frequenta anche l'Institute of Contemporary Islamic Thought (che nel 2000 pubblicò la sua analisi dal titolo "The Rise and Decline of the Arab-Islamic Reform Movement"). Egli scrive per il «Middle East Affairs Journal», in Virginia, e nel 1999 venne pubblicato un suo libro in arabo, intitolato Imperialism and Zionism: The Palestinian Case. (Quando scrive per le pubblicazioni dell'Islam militante, Nafi usa lo pseudonimo Ahmad Sadiq.)
Sameeh Hammoudeh, 42 anni. Nato in Cisgiordania, prima di arrivare in America nel 1992, egli ha lavorato per l'Arab Studies Society, con sede a Gerusalemme. Nel 1995, iniziò a insegnare all'USF. Al momento dell'arresto, viveva nella zona di Tampa, insegnava arabo all'USF e stava lavorando a un master in studi religiosi presso la stessa università.
Tutti e tre i presunti terroristi riescono a esprimersi nel linguaggio accademico, facendo fesso quasi chiunque. Nel 1993, Shallah scrisse, in veste di direttore della WISE, che l'obiettivo a lungo termine della organizzazione era quello di "contribuire alla comprensione delle tendenze di rinascita islamica, erroneamente etichettate come "fondamentaliste" nei circoli accademici occidentali e americani.
In Nord-America, quasi ogni specialista accademico di Islam poteva scrivere quelle stesse beffarde e mendaci parole. E parecchi lo fanno.
I tre passavano per dei veri studiosi. Carrie Wickham, una specialista di Islam egiziano alla Emory University, asserì di "essersi sentita ingannata" quando seppe chi era realmente Shallah e si mostrò meravigliata del fatto che "un serio omologo intellettuale" come lui potesse essere un terrorista.
Anche dopo l'incriminazione, Arthur Lowrie, ex vicedirettore della Commissione per gli Studi Mediorientali della USF, elogia Shallah per "l'ottimo lavoro accademico". E Gwen Griffith-Dickson, direttore di studi islamici a Birkbeck, descrive Nafi come "un uomo meritevole di grande rispetto", lodandolo per i suoi sforzi "condotti con energia e impegno, finalizzati a promuovere il pensiero critico in merito alle questioni religiose e l'equilibrio accademico nei confronti dei suoi studenti, e a incentivare in tal modo la responsabilità sociale".
Che i tre imputati terroristi siano insospettabilmente passati per dei veri studiosi di Medio Oriente mette in evidenza la crisi esistente in questa disciplina accademica. Questo settore è già oggetto di critiche poiché dà rifugio a coloro che potrebbero essere definiti dei terroristi intellettuali – studiosi noti per il loro estremismo, per l'intolleranza e la disonestà. Adesso veniamo a sapere che esso a quanto pare ha dato ospitalità al fior fiore di essi.
Occorre concludere che questo settore andrebbe attentamente esaminato, specie da parte del Congresso americano, che elargisce dei congrui sussidi ai programmi di studi sul Medio Oriente.