"Imparare dagli omicidi" descrive il modo indolente e penoso in cui la gente diventa consapevole del problema rappresentato dall'Islam radicale. Ci sono voluti tremila morti per fare aprire gli occhi agli americani, o almeno a rendere consapevoli la metà di loro, quelli che sono conservatori. Così pure, sono occorse centinaia di vittime nell'esplosione avvenuta a Bali per far sì che gli australiani si rendessero conto in un certo qual modo del problema; c'è voluto l'attentato di Madrid per gli spagnoli e l'atrocità di Beslan per i russi; e la decapitazione di dodici lavoratori in Iraq per fare reagire i nepalesi.
Ma è bastata una sola morte per rendere consapevoli innumerevoli olandesi. Anzi, un raccapricciante assassinio potrebbe aver scosso l'Olanda più di quanto l'11 settembre abbia scioccato gli americani.
Il motivo di ciò risiede nell'identità della vittima e nella natura del crimine. Il suo nome era Theo van Gogh, 47 anni, un noto libertario radicale, regista, produttore televisivo, frequentatore di talk-show, columnist e versatile seminatore di zizzania, distintosi per essere parente di uno dei più celebri pittori olandesi, Vincent van Gogh. Negli ultimi anni, Theo aveva focalizzato la sua attenzione sulla critica all'Islam in un libro uscito nel 2003 (Allah Knows Best) e in un film del 2004 dal titolo Submission.
È stato ucciso il 2 novembre, alle 8,40 del mattino, ad Amsterdam, sua città natale, mentre stava percorrendo in bicicletta una strada trafficata per recarsi al lavoro. Nell'essere ripetutamente colpito, van Gogh implorò il suo killer col dire: "Non farlo. Non farlo. Abbi pietà. Pietà!" Poi l'assassino lo pugnalò al petto con un coltello e gli tagliò la gola con un'altra lama, quasi a decapitarlo.
Il presunto assassino, il ventiseienne Mohammed Bouyeri, in possesso di doppia cittadinanza olandese e marocchina, ha lasciato sul corpo della vittima una lettera di cinque pagine scritta in arabo e in olandese. In essa, il giovane ha minacciato di jihad l'Occidente in generale ("Lo so per certo, che tu, Europa, verrai distrutta") e in modo specifico cinque figure politiche di spicco olandesi.
Gli inquirenti hanno rapidamente capito che l'assassino era un islamista a loro ben noto – e che avevano seguito fino a due settimane prima; lo avevano collocato altresì nella rete "Hofstadgroep" e accusato insieme ad altri sei membri dell'associazione di "cospirazione al fine di terrorismo". Le autorità hanno inoltre asserito che i sette uomini avevano presunti legami con i gruppi terroristici Takfir wa'l-Hijra e Al-Qaeda.
È un caso senza precedenti, non solo in Olanda ma ovunque in Europa, che un critico dell'Islam, non di fede musulmana, sia stato ucciso in modo rituale per aver espresso le sue idee in forma artistica. La violenta reazione olandese all'atto ha scosso il profondo compiacimento di quella che probabilmente è la società più tollerante al mondo. Rita Verdonk, ministro olandese dell'Immigrazione, una delle cinque persone minacciate, si è pubblicamente rammaricata del fatto che il Paese abbia a lungo ignorato la presenza dell'Islam militante. "Per troppo tempo abbiamo asserito di avere una società multiculturale ove ognuno vorrebbe semplicemente rendersi simpatico all'altro Noi siamo stati troppo ingenui nel credere che la gente potesse convivere insieme".
Jozias van Aartsen, leader parlamentare del partito VVD, si è spinto oltre, ammonendo che "la jihad ha fatto il suo ingresso in Olanda e che un gruppetto di terroristi jihadisti attacca i principi del nostro Paese (…) Questa gente non vuole cambiare la nostra società, desidera distruggerla".
Il giorno dopo l'assassinio, 20.000 dimostranti sono scesi in piazza a denunciare il crimine e 30 persone sono state arrestate per incitamento all'odio contro i musulmani. Il ministro degli Interni Johan Remkes ha annunciato di non poter impedire i disordini. "Il clima è molto teso". Prova ne è che nelle successive due settimane vi sono stati oltre una ventina di incendi dolosi, di attacchi dinamitardi e di contro-attacchi a moschee, a chiese e ad altre istituzioni, oltre ad alcuni importanti rastrellamenti polizieschi, che hanno conferito al Paese un clima da guerra civile in scala ridotta.
Il comportamento tenuto dagli olandesi nei confronti dei musulmani ha subito un irrigidimento repentino e plateale. Un sondaggio ha mostrato che il 40% della popolazione non desidera più che la comunità musulmana, composta da quasi un milione di membri, si senta a proprio agio in Olanda. L'80% si è dichiarato favorevole a una politica più severa nei confronti degli immigranti
De Telegraf, un autorevole quotidiano, ha pubblicato un editoriale, inconcepibile prima della morte di van Gogh, in cui si chiedeva "un bel giro di vite nei confronti dei fanatici estremisti musulmani" Perfino i politici di sinistra hanno ravvisato la necessità di dire "delle dure verità" in tema di immigrazione, focalizzandosi sullo sproporzionato tasso di criminalità che investe i musulmani.
Il terrorismo islamista in Occidente è controproducente giacché esso desta le masse dormienti; in poche parole, la jihad spinge alla crociata. Un nemico islamista più astuto sceglierebbe di imporre sua visione totalitaria con intimidazioni di stampo mafioso, senza ricorrere ad atti di violenza eclatanti.
Ma se gli islamisti continueranno a ricorrere al terrorismo manifesto, la dura reazione olandese si replicherà ovunque.