Brown, uno scrittore molto famoso di libri sull'intelligence, è riuscito ad accedere a un nascondiglio di documenti raccolti da William E. Mulligan, un vecchio dipendente dell'Arabian American Oil Company (Aramco), documenti inerenti le attività della società petrolifera dalle sue origini risalenti al 1934 fino a quasi mezzo secolo più tardi. Brown sfrutta bene questa opportunità, basando la sua narrazione di piacevole e facile lettura su tali materiali riguardanti questa compagnia petrolifera straordinariamente inaccessibile. Egli rivela piccoli aneddoti (negli anni Trenta, Aramco non poteva portare in Arabia Saudita prodotti recanti un asterisco – perché questo secondo i sauditi richiamava la Stella di David); ma l'autore riporta altresì aneddoti di media importanza (fino a che punto i lavoratori sauditi si rivoltarono violentemente contro l'Aramco nel giugno 1967) e assai rilevanti (in che misura re Ibn Saud mercanteggiò con Hitler).
Gran parte della storia della compagnia è curiosa: quando l'importantissimo documento che accordava all'Aramco nel maggio 1933 la concessione di Ibn Saud fu letto ad alta voce in presenza del sovrano saudita, quest'ultimo si addormentò e finì per risvegliarsi alla fine della lettura. Gli operai texani addetti alla trivellazione che lavoravano di fatto nei campi petroliferi con i loro aiutanti arabi coniarono un gergo chiamato "Aramco-arabo" per comunicare (modificando certe espressioni volgari, N.d.T.). All'inizio, le abitazioni per gli americani furono costruite con un armadio speciale per conservare gli alambicchi per distillare gli alcolici; e in seguito queste abitazioni avevano intere stanze adibite a questo scopo. Quando Ibn Saud lasciò il suo paese per incontrare Roosevelt nel 1945 egli portò con sé degli ostaggi appartenenti alle tribù Mutayr e Bani Khalid per assicurarsi la buona condotta dei loro compagni durante la sua assenza. Non disponendo di mezzi più diretti per valutare la salute di Ibn Saud, l'intelligence americana cercò di rubare quanto contenuto nella sua stanza da bagno.
Il momento peggiore di questo racconto è quando i funzionari dell'Aramco, durante la guerra arabo-israeliana del 1973, subendo una forte pressione dalle autorità saudite, divennero dei veri e propri portavoce della causa araba contro Israele, pronti a sacrificare gli interessi americani (per non parlare dello Stato ebraico) per il bene della loro preziosa concessione petrolifera. Il fallimento morale della posizione di Aramco fece venir meno la benevolenza di molti americani, senza sancire un cambiamento nella politica degli Usa e senza produrre un rallentamento nell'acquisizione del controllo della società da parte saudita – pieno controllo che finì per aver luogo nel 1988. La narrazione di Brown, forte nei primi decenni, s'indebolisce in modo imbarazzante alla fine, trattando a malapena eventi importanti come la guerra Iran-Iraq.