Nel mondo occidentale non c'è nessuna agenzia di intelligence come il Mossad israeliano famoso per le storie di ingegno e di spettacolare temerarietà. Posner rivela dei nuovi fatti e colma le lacune di altre vicende già conosciute. Particolarmente interessante è la storia di Dina al-Man, una donna circassa musulmana che si compenetrava nella difficile situazione dei palestinesi, ma aborriva i metodi dell'Olp. Ella ha fornito delle informazioni chiave che permisero agli israeliani di scoprire nel 1977 un complotto organizzato dagli agenti segreti libici per uccidere il governante egiziano Anwar Sadat. Posner sostiene, a giusto titolo, che la decisione di Menachem Begin di consegnare questa prova a Sadat portò l'Egitto ad attaccare la Libia nel luglio 1977 e contribuì a creare l'atmosfera per la visita di Sadat a Gerusalemme nel novembre dello stesso anno.
Nonostante questa nuova informazione, Posner non valorizza le 350 pagine del libro che potrebbero essere condensate in due o tre articoli ma niente più. Così egli ricorre a qualche riempitivo piuttosto ovvio e noioso. Il capitolo sulla decisione di Begin di informare Sadat del complotto libico dedica due paragrafi all'episodio e sei pagine alla biografia di Begin. Quando nel volume si racconta come gli israeliani intercettarono un aereo di linea sperando di catturare George Habash, la narrazione s'interrompe improvvisamente e nelle successive cinque pagine si può leggere la biografia di Habash. Chi ha familiarità con la politica mediorientale probabilmente salterà il 90 per cento del libro. Chi non ha familiarità avrà difficoltà a farsi strada attraverso le informazioni presentate in modo disordinato.