Il crollo dell'Unione Sovietica ha ridato visibilità a delle antiche regioni geografiche sia perché le informazioni su di esse sono di nuovo accessibili sia perché i numerosi conflitti le espongono all'attenzione dei media. Il Caucaso corrisponde particolarmente bene a questa descrizione perché solo un manipolo di specialisti sa qualcosa a proposito di questa regione assai turbolenta.
La barriera del Caucaso settentrionale contiene degli studi eccellenti effettuati da Chantal Lemercier-Quelquejay sulla cooptazione della Russia delle élite caucasiche; da Moshe Gammer sulle sue strategie di conquista; da Paul B. Henze sulla resistenza circassa; e dalla stessa curatrice insieme a Abdurahman Avtorkhanov (una figura storica cecena) sul periodo sovietico. Il volume consta altresì di un capitolo finale sugli sviluppi dopo il tentativo di putsch del 1991.
La Broxup e i suoi colleghi forniscono un servizio importante nell'attirare l'attenzione generale (in particolar modo quella degli specialisti di Russia e Medio Oriente) sullo scopo della guerra bisecolare del Caucaso settentrionale con la Russia, la più lunga che sia mai stata ingaggiata fra popolazioni cristiane e musulmane. Per la Russia, l'importanza del conflitto risiede nell'immenso impatto psicologico, letterario e politico delle guerre caucasiche. Per il Medio Oriente, invece, il fatto che i popoli guerrieri di questa regione montuosa "abbiano fatto la guardia e abbiano protetto il mondo musulmano" ha reso possibile che la Turchia e l'Iran mantenessero la loro indipendenza.