Moncef Marzouki, il presidente della Tunisia dal 2011 al 2014, ha scritto un'analisi in cui prevede, come me, la scomparsa dell'islamismo. Cito una sintesi della traduzione per MiddleEastEye.net della versione originale in arabo che è apparsa sul sito web di Al Jazeera.
L'ex presidente della Tunisia Moncef Marzouki, fotografato qui al Council on Foreign Relations, nel settembre 2013, prevede l'imminente declino dell'islamismo. |
Marzouki, un attivista progressista per i diritti umani che è tornato dall'esilio dopo una rivolta popolare che rovesciò il dittatore Zine El Abidine Ben Ali, è diventato presidente grazie a un accordo che prevedeva la condivisione del potere dopo le prime elezioni parlamentari libere indette in Tunisia nell'ottobre 2011, a capo di un governo dominato dal partito islamista Ennahda. "Non condividiamo lo stesso punto di vista sui diritti delle donne, i diritti umani e così via dicendo", egli si rammaricava in un'intervista al settimanale Time, nel 2012.
In quest'analisi, Marzouki comincia con l'inserire l'islamismo nel contesto di altri tre ismi: nazionalismo, panarabismo e comunismo, che sono in declino. Oggi, egli scrive "siamo in procinto di assistere al declino di una quarta ondata, l'islamismo, dopo aver averne visto la comparsa all'inizio degli anni Settanta e l'apogeo alla fine degli anni Novanta".
Come gli altri ismi, "l'islamismo è riuscito a diffondersi per via del desiderio della società di risolvere tutti o alcuni dei suoi problemi". Oggi, si pongono "domande difficili", del tipo "Avete mantenuto tutte le vostre promesse? Avete tenuto fede alle grandi speranze che erano state riposte in voi? Alla fine, che cosa avete raggiunto?"
Marzouki fa riferimento ai vistosi risultati odierni dell'islamismo ma li respinge, ricordando che l'Unione Sovietica "è stata vista come una potenza che sarebbe rimasta tale per altri mille anni", di fatto, però, "è crollata come cartone, seppur gradualmente, anche se non molte persone l'avevano previsto. Questo è esattamente ciò che sta accadendo oggi per quanto riguarda la corrente islamista".
La maggior parte dei partiti islamisti smarrisce la strada e "si trasforma in partiti di destra in cerca di un posto al potere", senza badare alla morale o ai principi. Gli islamisti "utilizzano una copertura ideologica per una tirannia che è (...) repressiva e corrotta".
Marzouki definisce la maggior parte dei gruppi islamisti armati come "il più grande disastro contemporaneo a cui devono far fronte le nazioni arabe e musulmane – e perfino l'Islam. (...) Grazie a loro, tutto il mondo ci considera un paese che non ha nulla da aggiungere all'infuori del coltivare il terrorismo. Il resto del mondo ci vede come una minaccia".
In un editoriale del 2013, ho notato che i movimenti islamisti sono sempre più divisi secondo logiche settarie, ideologiche, politiche e strategiche (e in seguito ne ho parlato più approfonditamente in questo articolo). "Se dovesse attecchire la tendenza fissipara, il movimento islamista sarà condannato, come il fascismo e il comunismo", ho scritto, "a essere nient'altro che una minaccia alla civiltà, arrecando un danno immenso senza mai prevalere".