Recep Tayyip Erdogan, il geniale benché cinico presidente della Repubblica di Turchia, domina a tal punto la scena politica del suo paese da potersi permettere un po' di autoindulgenza. E lo fa in questo modo. Prendiamo in esame i due temi attualmente dominanti della vita pubblica turca:
- Il rifiuto di cambiare la legislazione antiterrorismo per soddisfare le richieste dell'Unione Europea. Se Erdogan facesse questa concessione inutile (perché potrebbe ancora arrestare chiunque voglia, modificando però l'accusa nei suoi confronti), otterrebbe l'enorme vantaggio della liberalizzazione dei visti d'ingresso nell'area europea di Schengen per 75 milioni di cittadini turchi, un beneficio che potrebbe risolvere in fieri ogni cosa, dal problema curdo a quello dei profughi siriani.
- La riforma della Costituzione per trasformare una democrazia parlamentare in un sistema presidenziale. Erdogan è ossessionato da anni da questa trasformazione, anche se, non ha bisogno di farlo perché egli già gode di tutti i poteri che la Costituzione può conferirgli, e altro ancora.
Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker (a destra nella foto) accoglie il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. |
Si guarda con morbosa curiosità come un politico navigato e un tempo moderato perda ogni senso della misura man mano che il suo potere aumenta, arrivando al punto in cui è la sua vanagloria ad animare la sua esigenza di questi superflui orpelli.
Questa non è una questione da poco, ma denota una possibile caduta politica di Erdogan, mentre lui si appresta a commettere un ennesimo errore e farsi un nemico di troppo.