L'autore più prolifico del mondo, lo scrittore belga Georges Simenon, nel 1951, pubblicò il volume Les Mémoires de Maigret (Le memorie di Maigret, Adelphi, 2002, N.d.T.) che tratteggiava i ricordi del suo personaggio immaginario, il commissario Maigret. Il sesto capitolo, titolato nella traduzione inglese "One Staircase after Another!" ("Scale, scale e ancora scale!" nella traduzione italiana di Adelphi, N.d.T.), – portato alla mia attenzione da C. Paul Barreira – descrive le manifestazioni anti-parlamentari fasciste del 6 febbraio 1934 a Parigi. Queste sommosse ci ricordano stranamente l'emarginazione dell'immigrazione nordafricana e degli islamisti di oggi.
Simenon comincia con l'osservare che in occasione di mutamenti politici, nei quartieri ricchi appaiono personaggi "di cui in genere si ignora l'esistenza, che sembrano usciti da chissà quale corte dei miracoli, e la gente li guarda passare sotto le proprie finestre nello stesso mondo in cui guarderebbe dei ruffiani e dei briganti emersi dagli abissi del Medioevo". Questi personaggi "seminavano terrore, quasi fossero un branco di lupi".
E poi lo scrittore spiega:
Se qualcuno non lo sapesse esiste una squadra speciale [di polizia] addetta esclusivamente al controllo di quei due o trecentomila nordafricani, portoghesi e zingari che vivono – o per meglio dire si accampano – nella zona del XX arrondissement, gente che parla poco o niente la nostra lingua e ha un suo sistema di leggi e di valori.
E mentre molti di questi immigrati vogliono integrarsi, "ce ne sono altri che scelgono volontariamente l'emarginazione, e continuano a condurre, in gruppo o da soli, una loro misteriosa esistenza, che passa inosservata ai più".
Commenti: 1) Sebbene le memorie siano pura fantasia, questa descrizione ha l'aria di essere realista. 2) È sorprendente pensare che qualcosa di simile ai problemi di oggi in Francia già esistesse più di 80 anni fa. 3) Come le lezioni di quell'epoca non sono state imparate, nemmeno quelle odierne lo sono.