Secondo un clamoroso articolo pubblicato da Awad Mustafa in DefenseNews, una pubblicazione di proprietà della Gannett, non solo Teheran ha firmato un accordo con gli Emirati Arabi Uniti (EAU) su tre isole contese dello Stretto di Hormuz, ma ha raggiunto altresì un accordo ancor più importante con il governo dell'Oman. Queste due intese hanno vaste implicazioni per il commercio del petrolio, l'economia mondiale e per l'influenza iraniana.
Secondo un'anonima "fonte di alto livello degli Emirati Arabi Uniti", sei mesi di colloqui segreti hanno portato il 24 dicembre a un accordo sulle isole Greater e Lesser Tunb (La Grande e la Piccola Tunb): "Per ora, due delle tre isole tornano agli Emirati Arabi Uniti mentre l'accordo definitivo per Abu Musa sta per essere perfezionato". L'Iran manterrà i diritti riguardanti i fondali marini intorno alle tre isole, mentre gli EAU manterranno la sovranità sul territorio delle isole".
Questa è una notizia importante, ma ancor più rilevanti sono le parole della fonte anonima, secondo la quale "l'Oman garantirà all'Iran una posizione strategica sulla montagna Ras Musandam, che è un punto molto strategico dominante l'intera regione del Golfo. In cambio di Ras Musandam, l'Oman riceverà dall'Iran gas e petrolio a titolo gratuito una volta che sarà costruito un gasdotto nel giro di due anni".
Entrambi gli accordi focalizzano l'attenzione sullo Stretto di Hormuz, il più importante e il più vulnerabile corridoio petrolifero al mondo.
- L'accordo degli EAU riguarda le piccole ma strategiche isole di Abu Musa e della Grande e Piccola Tunb, situate vicino allo Stretto, occupate dalle forze iraniane dal 1971, proprio quando gli Emirati Arabi Uniti divennero uno stato indipendente.
- Non è chiaro che cosa garantisca agli iraniani "una posizione strategica sulla montagna Ras Musandam", ma Musandam è la punta estrema dello Stretto di Hormuz e il fatto che Teheran ottenga lì l'accesso a ogni tipo di posizione militare potrebbe rafforzare la sua capacità a bloccare il commercio del petrolio e a creare problemi nella penisola.
Il territorio dell'Oman include due aree geografiche non contigue, una delle quali è Musandam sullo Stretto di Hormuz. |
Il ruolo dell'Oman nel facilitare i colloqui tra gli EAU e l'Iran, sostiene la fonte, ha ricevuto l'approvazione di Washington: "L'Oman ha ottenuto il via libera dall'Iran e dagli Stati Uniti per raggiungere degli accordi che abbasserebbero i livelli di minaccia nella regione e compenserebbero in futuro l'influenza saudita con ogni mezzo".
Commenti:
1) Come se il piano d'azione comune siglato con l'Iran, il 24 novembre 2013, dal cosiddetto gruppo dei 5+1, non fosse un disastro sulla questione nucleare, esso incoraggia altresì i governi della regione a rabbonire il bellicoso e ambizioso regime iraniano.
2) Sembra improbabile che l'amministrazione Obama cerchi di "compensare" l'influenza saudita con quella iraniana ma visto i geni presenti oggi alla Casa Bianca, beh, chi lo sa?
Aggiornamento del 18 gennaio 2014: Steven J. Rose del Middle East Forum mi fa notare che le notizie circolate il mese scorso riguardo alle concessioni iraniane sulle tre isole del Golfo Persico sono state fermamente smentite dal ministero iraniano degli Affari Esteri l'11 dicembre:
Abbiamo sempre sottolineato che la questione della sovranità della Repubblica islamica dell'Iran sulla Piccola Tunb, sulla Grande Tunb e su Abu Musa non può essere oggetto di negoziati tra l'Iran e gli Emirati Arabi Uniti. (…) Qualsiasi notizia confezionata sui negoziati tra l'Iran e gli EAU riguardo alla sovranità di queste tre isole è assolutamente infondata, è pura menzogna, e noi la smentiamo categoricamente.
Allo stesso modo, ci si potrebbe oramai aspettare una smentita ancora più ferma da parte di Teheran, come anche da Mascate, la capitale dell'Oman.
Tuttavia, tre giorni dopo la pubblicazione del pezzo di DefenseNews, regna il silenzio. A quanto mi risulta, le notizie in tutte le lingue, compreso l'arabo e il persiano, su questo presunto accordo attingono da quest'articolo. Questo potrebbe significare che il suo autore, Awad Mustafa, ha scoperto un filone d'oro oppure che si è sbagliato di grosso.