Quattro anni fa, io scrissi un pezzo per il mio blog titolato "Fare il tifo per Ahmadinejad", in cui spiegavo perché volevo che il peggiore dei candidati vincesse le elezioni del 2009 in Iran:
Chi sarà eletto presidente, che sia Mahmoud Ahmadinejad o il suo principale avversario, Mir Hossein Mousavi, avrà un impatto limitato sulla questione che più di tutte riguarda il mondo esterno: l'aspirazione iraniana a dotarsi di armi nucleari, obiettivo che Khamenei presumibilmente perseguirà a ritmo sostenuto, come ha fatto nei decenni precedenti.
I candidati presidenziali in Iran, Saeed Jalili (a sinistra) e Hassan Rouhani.
Tuttavia, anche se il mio cuore batte per i tanti iraniani che vogliono con tutte le loro forze che il vile Ahmadinejad, sia estromesso dal potere, penso sia meglio che lui rimanga in carica. Quando Mohammed Khatami era presidente, le sue belle e dolci parole hanno cullato nel compiacimento tante persone, proprio mentre il programma di armi nucleari procedeva sotto il suo sguardo. Se gli schemi restano invariati, è meglio avere un Ahmadinejad bellicoso, apocalittico, aggressivo, che spaventa il mondo, piuttosto che un lusinghiero Mousavi che continua a blandire la gente, proprio mentre centinaia di centrifughe frullano lontano.
E così, mio malgrado, io parteggio per Ahmadinejad.
Seguendo la stessa logica, ossia che è meglio avere un aggressivo Saeed Jalili piuttosto che un lusinghiero Hassan Rouhani, mio malgrado, io faccio il tifo per il vile Jalili.
Aggiornamento del 15 giugno 2013: Con sorpresa generale, considerata soprattutto la fraudolenza delle elezioni del 2009, il leader supremo Ali Khamenei ha consentito non solo che Hassan Rouhani arrivasse al voto ma che ottenesse oltre il 50 per cento delle preferenze elettorali, aggiudicandosi così la presidenza. Sono felice per gli iraniani ma rattristato per il mondo esterno. Rouhani ha poco da dire sul terrorismo del suo governo, sul suo strenuo sostegno al regime di Assad o sulla costruzione della bomba nucleare. Ciononostante, il segretario di Stato americano, John Kerry, ha elogiato "il coraggio" degli iraniani che "hanno espresso il desiderio di un futuro nuovo e migliore". E Kerry ha continuato a dire: "Noi, insieme ai nostri partner internazionali, continuiamo a essere disposti a impegnarci direttamente con il governo iraniano. Speriamo che Teheran onorerà i suoi obblighi internazionali con il resto del mondo, per raggiungere una soluzione diplomatica che affronterà le preoccupazioni della comunità internazionale sul programma nucleare iraniano".
Commenti:
1) Questo allude alla tregua per Teheran che mi preoccupava ieri.
2) Per analisi simili, si vedano quelle di Avi Issacharoff e Barry Rubin.