Un articolo pubblicato oggi dal Washington Post,"Le forze di Assad guadagnano terreno in Siria", di Liz Sly, sostiene che i recenti avvenimenti stanno a indicare che il regime di Assad non solo sopravvive ma è passato all'offensiva. Attingendo dagli analisti locali, la Sly rileva che nella guerra civile "ci sono pochi dubbi che il pendolo stia oscillando a favore di Assad (…) forte di una nuova strategia, dell'appoggio dell'Iran e della Russia e dell'aiuto dei combattenti appartenenti al movimento libanese Hezbollah".
Se così fosse veramente, allora, i governi occidentali dovrebbero rispondere aiutando i ribelli a impedire che Assad li annienti.
Questo consiglio è coerente con la mia tesi (esposta nell'articolo "Occidente condannato ad appoggiare Assad", pubblicato il mese scorso quando Assad sembrava aver perso terreno) secondo la quale l'Occidente dovrebbe impedire che una delle parti coinvolte nella guerra civile esca vittoriosa "aiutando la parte sconfitta in modo da prolungare il conflitto".
Questa raccomandazione di "aiutare la parte sconfitta, a prescindere da quale essa possa essere" suona strana, lo ammetto, ma è strategica.