Fare affari con i terroristi

Il fatto che Gilad Shalit sia stato rilasciato dopo cinque anni di prigionia da parte di Hamas reca gioia a chiunque guardi l'abbraccio del soldato israeliano con i genitori e l'entusiasta accoglienza ricevuta dai suoi connazionali. Richiama altresì alla mente una delle nobili finalità delle Forze di difesa israeliane che consiste nel fare tutto il possibile per non abbandonare i propri uomini.

I palestinesi festeggiano la liberazione dei detenuti palestinesi in cambio del rilascio di Gilad Shalit, il soldato israeliano sequestrato a Gaza. I parenti dei palestinesi e membri del governo Hamas festeggiano la liberazione di centinaia di detenuti palestinesi al valico di Rafah che segna il confine tra l'Egitto e la Striscia di Gaza, il 18 ottobre scorso. Centinaia di prigionieri palestinesi sono stati liberati in cambio del soldato israeliano Gilad Shalit, rilasciato dopo cinque anni di prigionia.

Ma la gioia è temperata dalle dure realtà dell'arte di governare. Innanzitutto, lo scambio di un soldato israeliano con 1.027 arabi, 477 dei quali sono dei presunti terroristi, offre forti stimoli alla cattura di altri soldati israeliani. In secondo luogo, lo scambio permette il rilascio di centinaia di terroristi che tornano in libertà e potrebbero così ricominciare a comportarsi in modo nefasto prendendo di mira non solo gli israeliani, ma anche le popolazioni civilizzate in tutto il mondo.

Questo scambio denota una visione sentimentale della strategia. I leader che antepongono gli interessi di un individuo a quelli del paese tradiscono il loro mandato e avvelenano il futuro di quel paese. I politici israeliani fanno questi scambi asimmetrici dal 1982: sono oltre diecimila i palestinesi che scontano pene detentive per terrorismo o per altre azioni ostili. Ogni volta che lo fanno, abbandonano principio e buonsenso per dei benefici a breve termine. Vergogna!