Ha'aretz non è, bisogna ammetterlo, la fonte più attendibile, ma se si crede all'articolo di Barak Ravid su ciò che il primo ministro israeliano Binyamin Netanyahu ha detto due giorni fa al suo governo, questo ha delle importanti implicazioni. Secondo Ravid, il premier ha
sorpreso molti dei presenti all'incontro settimanale del governo, di domenica scorsa, quando si è imbarcato in un monologo che elogiava l'idea di separarsi dai palestinesi e di rinunciare a parti della Cisgiordania, Netanyahu ha detto che il numero di palestinesi e di ebrei residenti tra il fiume Giordano e il mare "è irrilevante" e che è più importante "mantenere una solida maggioranza all'interno dello Stato di Israele".
Ravid lo cita dicendo dei palestinesi quanto segue: "Non ho nessun desiderio di annetterli a Israele. Desidero una separazione da loro in modo che non saranno cittadini israeliani. M'interessa che ci sia una solida maggioranza ebraica dentro lo Stato d'Israele". E aggiunge che gli assistenti del premier "hanno chiesto a tutti i presenti in aula di evitare di diffondere i dettagli" vista la delicatezza dei contenuti, mentre l'Ufficio del primo ministro "ha rifiutato di rispondere alle domande sulla questione né ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione [sull'intervento di Netanyahu]".
Commento: Io sono d'accordo con questa dichiarazione, avendo visto cadere a pezzi il Libano perché i cristiani hanno avuto in questo Paese delle ambizioni territoriali e di conseguenza hanno perso la maggioranza. La terra è una risorsa, tanto più se è ancestrale, ma se si tratta di nemici che vi risiedono, non vale il prezzo.