"Shari'ah Watch: un punto di vista dall'interno" strilla il titolo di una conferenza annunciata per il 5 novembre scorso dal Centro Studi per il Vicino Oriente presso l'Ucla, "Conferenza e dibattito con Khaled Abou El Fadl, moderati dal professor Asli Bali. Unitevi a noi per una discussione approfondita sulla Shari'ah e sul ruolo e sull'impatto che essa ha sull'Occidente".
Purtroppo, il sottoscritto non ha potuto partecipare alla "discussione approfondita". Ma per fortuna il centro ha postato una versione audio della conferenza di Abou El Fadl, un docente che ho più volte criticato.
Per un resoconto di Campus Watch sulla conferenza si veda "Ucla's Professor of Fantasy" ("Un docente dell'Ucla che fa castelli in aria") di Cinnamon Stillwell ed Eric Golub. Questi ultimi prestano particolare attenzione alle false dichiarazioni di Abou El Fadl su Robert Spencer e Steven Emerson – il che spiega il "che fa castelli in aria" del titolo. Le sue falsità su di loro sono così eclatanti che Abou El Fadl merita di essere licenziato.
Abou El Fadl mi cita altresì più volte nel corso della sua lunga e sconclusionata divagazione in cui è indulgente con se stesso. Innanzitutto, egli si chiede se i miei colleghi ed io siamo importanti:
I vari discorsi di Steven Emerson, di Robert Spencer e di Daniel Pipes, le innumerevoli persone che "osservano", la gente di Jihad Watch: i vari pseudo-esperti di qualunque cosa desiderino essere competenti. Questo fa la differenza? Ha veramente un effetto concreto in qualsiasi forma o contesto?
Stranamente Abou El Fadl evita di rispondere alla sua stessa domanda, ma ovviamente il fatto di aver dedicato a noi un'intera conferenza fa la differenza.
In secondo luogo, lui altera la nostra speranza condivisa che i musulmani moderati si leveranno a sfidare l'egemonia islamista:
Allo stesso tempo che i vari Daniel Pipes, Robert Spencer, Steven Emerson, Glenn Beck (…) dicono "Beh, affinché i musulmani ci dimostrino che l'Islam può cambiare, è capace di cambiare, occorre assistere a una vera e propria guerra civile tra i moderati e gli altri: estremisti, militanti, come li si voglia chiamare (…) qualcosa di simile a una guerra civile religiosa nel mondo musulmano". Allo stesso tempo, si guarda a ogni violenza tra musulmani come prova del fallimento di queste persone come popolo.
Per la cronaca, speriamo che i musulmani moderati sfideranno gli islamisti nel regno delle idee, non per dare inizio a una guerra religiosa o per darsi alla violenza.
In terzo luogo, Abou El Fadl diventa offensivo, con riferimento alla mia lunga analisi del 2004 sul suo operato titolata "Un islamista non manifesto: Khaled Abou El Fadl". A quello che io intendo per "non manifesto", così egli replica:
Ciò non significa necessariamente che tutti i musulmani siano degli agenti segreti, ma piuttosto, il termine non manifesto si riferisce alle cellule dormienti, quei musulmani che sono ben integrati, che s'inseriscono in funzione dell'ambiente e delle circostanze, e che entreranno in contatto con questo fondamento della loro fede e di conseguenza tenderanno subito a diventare jihadisti o violenti.
No, questa è un'altra distorsione. Il mio articolo non lascia intendere che Abou El Fadl è una cellula dormiente che potrebbe prendere parte ad attività terroristiche, piuttosto esso sostiene che quest'uomo è un islamista che si fa passare per un moderato.
E infine, egli storpia ciò che ho scritto nel 1990 e rammenta che:
Quando Pipes ha scritto questo negli anni Novanta, mi ricordo che tenevo una conferenza a Irvine e c'erano alcuni docenti presenti, e dopo aver letto questo passaggio, parlando in seguito con due docenti questi mi dissero: "Lei sta esagerando. Nessuno prende sul serio Pipes. È matto. Il fatto che Lei si preoccupi di una dichiarazione del genere palesa i suoi timori culturali a integrarsi in quanto immigrato [egiziano]", e bla, bla, bla. All'epoca, devo ammettere che pensavo: "Beh, forse loro hanno proprio ragione". Ma i discorsi alla Pipes (…) sono stati discreti e più civili di quelli successivi all'11 settembre. L'11 settembre costituisce un momento di svolta che dichiara aperta la stagione di caccia.
Commento: È interessante notare che Abou El Fadl, anche quando travisa il mio messaggio e mi copre di insulti, tardivamente e con riluttanza apprezza la mia posizione "discreta e più civile" contraria all'islamismo, e non all'Islam nel suo insieme.