C'è sempre un motivo per ritenere che il procedimento penale contro Geert Wilders, l'influente politico olandese accusato di "istigazione all'odio" per la sua visione negativa dell'Islam, potrebbe sfumare. Questo perché i legali dell'accusa incaricati di perseguirlo non hanno mai voluto farlo.
Già nel 2008, l'accusa respinse le richieste di incriminare Wilders. Nel 2009, i giudici della Corte d'Appello insistettero perché il parlamentare fosse processato, costringendo l'accusa a incriminarlo. Nel corso del procedimento dinanzi a un tribunale distrettuale di Amsterdam, il pubblico ministero Birgit van Roessel ha appena chiesto che tutte e cinque le accuse contro Wilders vengano respinte. "La critica [della religione] è autorizzata. Wilders rilascia le sue dichiarazioni come politico. Riteniamo che proprio il fatto di fare delle dichiarazioni nell'ambito del dibattito pubblico elimina ogni elemento passibile di condanna". Anche se le dichiarazioni anti-islamiche di Wilders feriscono la sensibilità musulmana," ha aggiunto la van Roessel "ferire…. i sentimenti religiosi" non è perseguibile a termini di legge.
Questa affermazione forte di un principio fondamentale dell'Occidente offre la speranza che il Codice Rushdie non sarà applicato a Wilders e che gli olandesi possono sfidare la legge islamica. Wilders si è detto "molto felice" e Radio Netherlands ritiene che il processo "è come se fosse già finito". Ma il caso, in realtà, non è affatto chiuso finché i "giudici folli" (come Andy McCarthy li definisce) non accetteranno la raccomandazione dei legali dell'accusa. Il loro verdetto è previsto per il 5 novembre.