In uno studio antropologico dal titolo The Arab Moslems in the United States: Religion and Assimilation (New Haven, Conn.: College & University Press, 1966), Abdo A. Elkholy presenta una ricerca effettuata nel 1959 in due comunità musulmane: a Toledo, in Ohio, e a Detroit. Il volume contiene uno scorcio assai prezioso dell'islam negli Usa poco prima che la legge sull'immigrazione subisse una revisione nel 1965, portando a un mutamento permanente nella natura dell'islam americano.
Un fatto sorprendente, che Elkholy ha scoperto, riguarda il coinvolgimento dei musulmani di lingua araba nel commercio degli alcolici. Per meglio dire, i musulmani che abitavano a Toledo erano attratti
dal commercio degli alcolici in cui una famiglia musulmana, a quanto si dice, si sarebbe lanciata. Questa famiglia fece venire dei parenti da altri Stati [americani] e gli dette lavoro per espandere i propri affari, riuscendo a ottenere un profitto massimo a un costo minimo nel pagamento dei salari. Ma questi parenti che avevano il senso degli affari fiutarono assai rapidamente la possibilità di realizzare degli allettanti utili netti, e così si misero a lavorare nello stesso settore, aiutati dalla prima famiglia. A loro volta, essi chiamarono a lavorare con loro altri familiari, innescando lo stesso ciclo di cose; la voce si sparse e in meno di venti anni i musulmani divennero proprietari di 127 dei 420 bar della città, circa il 30 per cento, oltre a liquorerie, esercizi commerciali per le bevande alcoliche da asporto e ristoranti in possesso della licenza di vendere alcolici. Alcuni musulmani oggi sono proprietari di 2 o 3 bar. Molti di loro vanno in pensione, ma tengono i bar dandoli in gestione oppure subaffittandoli mantenendo la proprietà della licenza. Certuni, pur svolgendo delle professioni di un certo tipo, si concedono altresì la soddisfazione di avere un bar, prendendo del personale e consacrando il tempo libero a questa attività commerciale.
Tutti sanno che a Toledo e dintorni il commercio di alcolici della città è pressoché nelle mani dei musulmani che hanno in realtà dato vita a questa tendenza per caso, e hanno continuato a lavorare in questo settore per il gusto del profitto, per la forza coesiva dei rapporti familiari e per le gelosie naturali fra parenti di imitare i membri ch avevano avuto successo negli affari. Nel corso degli ultimi dieci anni, il costo di una licenza per vendere alcolici è passato da 600 a 20.000 dollari e vale ancor di più al mercato nero. Uno degli intervistati ha detto: "Quello degli alcolici è il commercio più redditizio che abbiamo mai conosciuto. Non si subiscono mai perdite né ci sono sprechi per la contaminazione. Tanto per fare un esempio, lo scorso anno nel mio ristorante ho venduto 11.000 dollari di whiskey. L'utile netto è stato di 9.000 dollari". (p.18)
Un tempo, a Toledo, come egli riferisce, più della metà degli uomini musulmani possedeva un bar o un ristorante, e una comunità che ammonta a solo un terzo dell'1 per cento della popolazione della città era proprietaria di oltre il 30 per cento dei suoi bar. In altre parole, l'elegante moschea di questa città forse è l'unica moschea al mondo costruita principalmente coi profitti derivanti dalla vendita di bevande alcoliche. Elkholy trae due conclusioni sullo schema professionale di Toledo:
Innanzitutto, l'assimilazione stessa conduce alla possibilità di certi schemi professionali. I musulmani di Toledo non avrebbero osato scegliere di occuparsi del commercio di bevande alcoliche, tradizionalmente riprovato, se non avessero assimilato i nuovi valori e non si fossero adattati alla cultura americana. Ciò conduce al secondo punto importante: la selettività. I membri che sono venuti a Toledo erano dei gruppi selezionati fra i musulmani arabi che si erano sparpagliati in tutti gli Stati Uniti. Selettività qui significa che il commercio degli alcolici ha attirato a Toledo una classe speciale di musulmani: quelli che cinquant'anni più tardi si sono contraddistinti per il fatto di essere disposti a sacrificare certi valori tradizionali. (p. 140)
Come si verifica questo strano schema? Elkholy spiega che "è successo che uno dei primi coloni 'ha intrapreso questa attività per caso', come lui ha detto, e l'ha trovata redditizia". Ecco la mia teoria, che lascia meno spazio alla casualità. Nei primi anni dell'immigrazione dal Medio Oriente agli Stati Uniti, tra il 1880 e il 1924, gli immigrati cristiani erano più numerosi di quelli musulmani in una proporzione di dieci a uno, o più. Un eccessivo numero di cristiani in Medio Oriente opera nel commercio degli alcolici, pertanto essi sono stati attratti spontaneamente da questa attività una volta arrivati negli Usa. Gli immigrati musulmani andavano spesso a lavorare per i loro compatrioti di lingua araba e veniva fuori che questi ultimi spesso vendessero bevande alcoliche. Essi imparavano là il mestiere, e poi si mettevano in proprio. Questa spiegazione contraddice l'ingenua risposta prima parafrasata che essi hanno "intrapreso questa attività per caso".
Malgrado i numerosi cambiamenti nell'islam americano avvenuti nel corso degli ultimi cinquant'anni, questo modello che prevedeva un coinvolgimento di un numero esorbitante di musulmani nella vendita di bevande alcoliche e di altri articoli haram persiste ancora. Manya A. Brachear riporta nelle pagine di Chicago Tribune:
La sua fede islamica prescrive che si preghi cinque volte al giorno, così Mazen Materieh si prostra spesso su uno dei tappeti per la preghiera steso sul pavimento del suo negozio. Quando ha terminato, torna al suo trespolo dietro il banco dove vende liquori, biglietti della lotteria e carne di maiale – tutte cose proibite dall'islam e dal Profeta Maometto. "Non giustifico ciò che faccio. So che è sbagliato", afferma Materieh, 52anni, di Orland Park. "Sono una persona onesta. Non mi piace essere un ipocrita".
Il conflitto interiore di Materieh è comune nei negozi che si trovano nella zona sud di Chicago. Da una parte, i proprietari degli esercizi commerciali non possono sbarcare il lunario senza vendere ciò che i clienti chiedono. Dall'altra parte, il consumo o il trarre profitto da prodotti vietati a causa della loro fede religiosa è considerato peccaminoso. E quel che più conta, i vicini se la prendono con i negozi per perpetuare la violenza, la dipendenza e l'obesità nei quartieri a basso reddito.
Commento: Questo microcosmo dell'esperienza musulmana negli Stati Uniti simboleggia gli ampi e affascinanti cambiamenti che l'islam subisce in un ambiente radicalmente nuovo, caratterizzato principalmente dallo Stato che lascia in pace la gente a livello religioso.