Il New York Times pubblica oggi un articolo dal titolo "La Casa Bianca corteggia in sordina i musulmani d'America", che contrappone l'operato dell'amministrazione Obama e di George W. Bush per quanto riguarda i musulmani americani. La reporter, Andrea Elliott, riassume la sua argomentazione con una citazione di James Zogby dell'Arab American Institute: "Per la prima volta in otto anni, abbiamo l'opportunità di controbattere, coinvolgere, discutere, dissentire, ma di avere altresì un impatto sulla politica."
Non ci credo.
Ogni anno dal 2001 in poi George W. Bush ha accolto alla Casa Bianca i musulmani per rompere il digiuno del Ramadan. |
Esempi includono atti simbolici, come l'aver aggiunto una copia del Corano alla biblioteca della Casa Bianca, e l'aver dato inizio ai festeggiamenti di fine digiuno del Ramadan. Egli ha cercato di guadagnarsi la stima dei musulmani con la retorica, così ha dichiarato che l'Islam è una "religione di pace" ed ha evitato di collegare l'Islam alla violenza ("la guerra al terrore"). Inoltre, egli ha fatto dei passi concreti, vietando di tener conto della fede religiosa di una persona nell'ambito dei controlli per la sicurezza aeroportuale e incoraggiando l'arrivo negli Usa di un maggior numero di studenti sauditi.
È interessante notare che, nel coprire la notizia della prima cena dell'iftar a rottura del digiuno del Ramadan tenutasi alla Casa Bianca nel dicembre 2001, il New York Times ha osservato che Bush fin dall'11 settembre ha "compiuto dei gesti straordinari nei confronti dell'Islam". Un passo tratto dall'articolo di Elisabeth Bumiller cattura la mia attenzione:
Maleeha Lodhi, ambasciatore pakistano negli Stati Uniti era (…) impressionato dal fatto che la Casa Bianca avesse un muezzin, una figura religiosa musulmana, che recitasse le preghiere prima del pasto. "Ciò mi ha lasciato, molto, molto commosso e impressionato", ha detto il dr. Lodhi. "La Casa Bianca di Bush sta dimostrando di avere rispetto per l'Islam (…) gesti del genere sono molto importanti per inviare segnali al mondo musulmano."
Il revisionismo del New York Times è palese e falso.