Visto l'appoggio apparentemente incondizionato che i palestinesi ricevono dai fratelli arabi, è naturale pensare che essi siano visti in maniera eroica. Non è proprio così. Ho già scritto sull'ostilità di cui sono vittime i palestinesi in Libano e in Iraq. Adesso, sono sorti problemi in Giordania. Le mie informazioni arrivano da un articolo a firma dell'autorevole Khaled Abu Toameh del Jerusalem Post.
I palestinesi residenti in Giordania, egli scrive, sentono dire che i funzionari governativi giordani:
sono convinti del fatto che [il premier israeliano Binyamin] Netanyahu e il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman stiano segretamente lavorando per trasformare la Giordania in uno Stato palestinese. Come misura preventiva, le autorità giordane hanno di recente cominciato a revocare la cittadinanza a migliaia di palestinesi, gettando parecchi di essi in uno stato di panico e incertezza riguardo il futuro. (…)
La nuova misura ha accresciuto le tensioni fra giordani e palestinesi che costituiscono circa il 70 per cento della popolazione del regno. Il culmine delle tensioni è stato raggiunto nel week-end, quando diecimila tifosi della squadra di calcio giordana Al-Faisali ha intonato slogan che stigmatizzavano i palestinesi come traditori e collaboratori di Israele. L'Al-Faisali stava disputando una partita contro la rivale Wihdat, squadra composta da giocatori palestinesi con passaporto giordano, nella città giordana di Zarqa.
Come hanno riferito dei testimoni oculari, sono dovuti intervenire poliziotti in tenuta anti-sommossa per fermare i tifosi giordani pronti a linciare i giocatori del Wihdat e i suoi tifosi. A loro volta, i tifosi giordani dell'Al-Faisali hanno lanciato delle bottiglie vuote e petardi contro i giocatori palestinesi e i loro tifosi. Le pagine di cronache di un certo numero di quotidiani giordani hanno riportato che i tifosi giordani hanno altresì inneggiato degli slogan anti-palestinesi, imprecando contro la Palestina, l'Olp, Gerusalemme e la Moschea di al-Aqsa.
Commento: In Medio Oriente, come dice Kanan Makiya, "Nulla è come sembra e nulla può essere dato per scontato".