Mentre l'Egitto barcolla in una nuova era, uno sguardo alle sue complessità e alle sottigliezze aiuta a comprendere quale sarà il probabile corso del Paese. Ecco alcune riflessioni chiave. Lo spirito di Piazza Tahrir è reale e vivo, ma estremamente lontano dai corridoi del potere. Le idee rivoluzionarie – ossia che il governo dovrebbe essere al servizio del popolo e non viceversa; che i governanti dovrebbero essere scelti dal popolo e che gli individui hanno un'insita dignità e innati diritti – sono riuscite a diffondersi in una considerevole porzione del Paese, specie tra i giovani. A lungo termine, queste idee possono fare prodigi. Ma per il momento, sono completamente escluse da ogni ruolo operativo, mentre il governo militare continua il suo lavoro. Con l'allontanamento di Hosni Mubarak, avvenuto due mesi fa, i soldati non hanno preso il potere. Ma lo fecero nel 1952, quando il cosiddetto movimento dei Liberi Ufficiali rovesciò la monarchia costituzionale e salì al potere. Gli alti ufficiali si avvicendarono – da Naguib a Nasser, a Sadat, a Mubarak fino a Tantawi – in un'incessante successione durata 59 anni. Col tempo, l'esercito ha esteso la propria morsa dal settore politico a quello economico, producendo ogni cosa dagli apparecchi televisivi all'olio d'oliva e acquisendo il controllo su una considerevole porzione della ricchezza dell'Egitto.
Una corte militare ha condannato a 3 anni di carcere Maikel Nabil, un blogger progressista. |
Di recente, al-Qaeda l'ha screditata per aver partecipato alle elezioni e l'ha ridicolizzata accusandola di essere sulla strada buona per diventare «laica e falsamente affiliata all'Islam». In secondo luogo, i Fratelli musulmani è un'organizzazione debole. Hesham Kassem dell'Organizzazione egiziana per i diritti umani osserva che i membri non superano i 100.000, il che, in un Paese di 80 milioni di abitanti, significa che «non è veramente un movimento popolare», ma un'istituzione viziata che beneficia del fatto di essere eccezionalmente tollerata. Una reale competizione politica dovrebbe diminuire il suo fascino.
I Fratelli musulmani sono meno temibili di quello che lascia pensare la loro fama. |
Il governo sfrutta le paure dei Fratelli musulmani. L'esercito trae beneficio dalle preoccupazioni autoctone e internazionali di una presa di potere islamista. Questa prospettiva giustifica non solo la sua incessante dominazione dell'Egitto, ma giustifica anche i suoi eccessi e le crudeltà.
L'esercito ha imparato a trattare gli islamisti come uno yo-yo. Ad esempio, nel 2005, Mubarak ha consentito astutamente l'ingresso in Parlamento di 88 deputati dei Fratelli musulmani; e questo ha mostrato i pericoli della democrazia e allo stesso tempo ha reso indispensabile la sua tirannia. Ma poi nelle legislative del 2010, i Fratelli musulmani non hanno ottenuto nessun seggio. In breve, mentre la modernità di Piazza Tahrir e le barbarie dei Fratelli musulmani hanno un'importanza a lungo termine, con ogni probabilità, l'esercito continuerà a governare l'Egitto apportando solamente dei cambiamenti apparenti.