L'auto-immolazione del 17 dicembre scorso di Mohammed Bouazizi, uno sconosciuto tunisino, ha scatenato una tempesta politica in tutto il Medioriente che deve ancora placarsi. La sua storia, come era stata inizialmente raccontata, presentava alcune imprecisioni; ora che sono stati appurati i fatti e le loro conseguenze, è utile rivedere come lo sconvolgimento regionale sia iniziato.
Mohammed Bouazizi, una figura storica. |
(Il racconto che segue si basa su molte fonti e soprattutto sull'articolo di Marc Fisher "In Tunisia, act of one fruit vendor unleashes wave of devolution through Arab world" pubblicato sul Washington Post.)
Sidi Bouzid, una città della Tunisia centrale di 40.000 abitanti e altresì semisconosciuta (a parte il fatto che prestò il proprio nome durante la Seconda guerra mondiale alla "Battaglia di Sidi Bouzid" in cui si scontrarono lì nelle vicinanze i tedeschi e le forze Usa) è stata l'improbabile teatro dove si è consumato il dramma.
Sidi Bouzid è fuori mano. |
In questa cittadina, come in tutta la Tunisia nell'era di Zine El Abidine Ben Ali, la polizia comandava a bacchetta i civili. In particolare, come descritto in modo colorito da Fisher, i poliziotti trattavano il mercato ortofrutticolo, dove Mohammed Bouazizi vendeva la frutta "come se fosse un luogo per dei picnic personali, prendendosi cesti pieni di frutta, senza cercare minimamente di pagare. I poliziotti si divertivano a sottoporre i venditori a continui oltraggi: multandoli, confiscando le loro bilance, perfino ordinando loro di portare la frutta trafugata alle auto della polizia".
Celibe, 26 anni, e la principale fonte di sostentamento di una famiglia di otto figli orfani di padre, Bouazizi ha subito pesanti soprusi. Quel fatidico 17 dicembre, intorno alle dieci del mattino, come al solito, il giovane trascina al mercato il suo carretto carico di frutta e privo di licenza. Strada facendo, due poliziotti, uno dei quali una donna di 36 anni e con 11 anni di servizio, di nome Fadiya Hamdi, iniziano a prendere la sua frutta.
L'agente di polizia Fadiya Hamdi ha provocato Bouazizi. |
Lo zio di Bouazizi interviene a favore del nipote e fa sì che i due poliziotti se ne vadano. Lo zio poi si reca dal capo della polizia e gli chiede di dire ai poliziotti di lasciarlo in pace. Il funzionario dice che l'avrebbe fatto, chiama la Hamdi e la rimprovera ordinandole di non molestare il giovane.
La poliziotta, infuriata, si reca al mercato ortofrutticolo e va dritta da Bouazizi. Prende un cesto di mele e lo deposita in macchina. Ma quando torna a prendere altra frutta, Bouazizi prova a bloccarla, e secondo Ala al-Din al-Badri, vicino di bancarella del ragazzo, "lei ha spinto Mohammed colpendolo col suo manganello".
Così in un impeto di rabbia, l'agente Hamdi allunga la mano per prendere la bilancia di Bouazizi e quando quest'ultimo reagisce, la poliziotta e gli altri due colleghi gettano a terra il giovane. Poi prendono dell'altra frutta e la sua bilancia.
Bouazizi piange e li supplica. "Perché mi state facendo questo? Sono una persona semplice e desidero solo lavorare". Poi, sotto gli sguardi di una cinquantina di persone presenti nel mercato ecco l'atto che ha scatenato un incendio in tutto il Medio Oriente: la Hamdi schiaffeggia il giovane fruttivendolo.
Umiliato, Bouazizi si reca al municipio di Sidi Bouzid per trovare un ufficiale con cui lamentarsi. "No, non c'è," gli venne detto "sono tutti in riunione. Torna a casa. Lascia perdere". Ma piuttosto che lasciare correre, il giovane va dai suoi colleghi ambulanti di frutta e gli parla della sua intenzione di protestare contro le ingiustizie e la corruzione dandosi fuoco. Fedele alla sua parola, alle 11,30 si cosparge di liquido infiammabile, accende un fiammifero e prende fuoco.
Bouazizi si è dato fuoco. |
Tutti i tentativi di salvarlo con un estintore falliscono. Una chiamata alla polizia, com'era prevedibile, non riceve risposta. E per finire, dopo un'ora e mezza, arriva un'ambulanza. Bouazizi che è riuscito a sopravvivere all'orrenda prova viene trasferito in un centro per grandi ustionati nei pressi di Tunisi.
Seguono dei disordini a Sidi Bouzid; il disperato atto viene filmato e scaricato su Facebook, e ciò causa ulteriori disordini sia a livello locale che nazionale. L'agente Hamdi viene arrestata. Il 28 dicembre, il presidente Ben Ali si reca in visita a Bouazizi all'ospedale e la famiglia del ragazzo viene ricevuta nell'ufficio presidenziale.
Il presidente Ben Ali si è sentito obbligato a fare visita a Bouazizi in ospedale. |
Bouazizi muore per le ustioni riportate il 4 gennaio. Il suo funerale, che ha luogo nei pressi di Sidi Bouzid, attira una folla di circa 5.000 persone che scandiscono: "Addio Mohammed, ti vendicheremo. Oggi noi piangiamo per te e faremo piangere coloro che hanno causato la tua morte". La sua tomba è diventata un luogo di pellegrinaggio.
La memoria di Bouazizi rimane viva. |
In effetti,, Mohammed Bouazizi è stato debitamente vendicato. Il suo atto di disperazione ha già portato al rovesciamento di due tiranni (in Tunisia e in Egitto), ha provocato due guerre civili (in Libia e nello Yemen) e ha destabilizzato due governi (in Bahrein e in Siria). Internet ne ha fatto una figura storica.