I palestinesi non sono famosi per amare Sion. Pertanto, i loro quarant'anni di esperienza diretta con Israele hanno fatto sì che perfino i nemici più irriducibili dello Stato ebraico riconoscessero le sue virtù. E, in modo sorprendente forse, sono assai volubili su questo argomento.
Le dichiarazioni pro-israeliane si dividono in due categorie: quelle che elogiano lo Stato ebraico affermando che esso è migliore dei regimi arabi e quelle che riconoscono che esso protegge i palestinesi da se stessi.
[Lo Stato ebraico è]Migliore dei regimi arabi. Nonostante la retorica infiammata contro l'occupazione israeliana, i palestinesi lo preferiscono alla vita che conducono sotto i loro concittadini arabi.
L'esperienza kuwaitiana ha evidenziato il contrasto fra lo stato di diritto in Israele e il dispotismo dei Paesi arabi. Un uomo che vive ancora in Kuwait dopo la sua liberazione non usa mezzi termini e dice: "Ora ho l'impressione che Israele sia un paradiso. Adesso amo gli israeliani. So che ci trattano come degli esseri umani. La Cisgiordania è migliore (del Kuwait). Almeno, prima che gli israeliani ti arrestino, ti consegnano un documento".
Con meno esuberanza, Yasser Arafat è d'accordo con questa opinione, dicendo: "Ciò che il Kuwait ha fatto per il popolo palestinese è peggiore di ciò che è stato fatto da Israele ai palestinesi nei Territori occupati".
L'espulsione dal Kuwait di 300.000 palestinesi ha evidenziato un altro fatto: Israele espelle degli elementi criminali, e non intere comunità. Un quotidiano pro-Olp arguisce: "In Kuwait, i palestinesi ricevono un trattamento ben peggiore di quello loro riservato quando sono nelle mani dei loro nemici, gli israeliani".
Il Kuwait non è l'unico problema. La Siria potrebbe essere ancora peggio. Middle East Watch osserva, ad esempio, che i palestinesi in Siria vengono incarcerati in una percentuale venti volte maggiore rispetto a quella dei siriani. Per questo motivo, e non solo, Salah Khalaf dichiarò nel 1983 che i crimini commessi dal regime di Hafez Assad contro il popolo palestinese "superano quelli del nemico israeliano".
Due anni più tardi, ai funerali di un personaggio dell'Olp assassinato su istigazione della Siria, Arafat si rivolse al morto dicendo: "I sionisti nei Territori occupati hanno tentato di ucciderti, e non essendoci riusciti ti hanno deportato. Ma i sionisti arabi rappresentati dai dirigenti di Damasco hanno pensato che ciò fosse insufficiente, così sei caduto come un martire".
Generalizzando a proposito dei regime arabi, un dirigente dell'Olp osserva: "Non abbiamo più paura degli israeliani né degli americani, a dispetto della loro ostilità. Ma ora temiamo i nostri ´fratelli arabi´". E non sono soltanto parole: in diverse occasioni, i palestinesi hanno trovato rifugio in Israele. Nel 1970, ad esempio, sono sfuggiti alle forze giordane attraversando il fiume Giordano e passando in Cisgiordania.
Proteggere i palestinesi da se stessi. Dal momento che l'intifada è degenerata in veri e propri omicidi fratricidi – e pertanto è stata definita "intrafada" – i dirigenti dell'Olp hanno sempre più accettato la mano ferma di Israele. Secondo una trascrizione ufficiosa, il capo della delegazione palestinese durante i negoziati di pace arabo-israeliani fece questa rilevante osservazione: "Si può pensare che una famiglia sarebbe felice di sentire bussare alla propria porta nel bel mezzo della notte dall'esercito israeliano?"
Ha poi proseguito dicendo: "Quando a Gaza sono iniziate le lotte intestine, la gente è stata felice che l'esercito israeliano abbia imposto un coprifuoco".
Certi palestinesi vanno oltre e ammettono che la vita sotto l'occupazione israeliana è preferibile a quella che condurrebbero sotto uno Stato palestinese indipendente. Dal momento che la politica palestinese assume una sfumatura fondamentalista, i musulmani laici e i cristiani trovano la libertà di religione di Israele sempre più allettante. Un palestinese cristiano spiega che quando ci sarà uno Stato simile, "l'unione sacra contro il nemico sionista avrà fine. Sarà il momento di saldare i conti. Subiremo la stessa sorte dei nostri fratelli libanesi o dei copti in Egitto. Mi rattrista dirlo, ma le leggi israeliane ci tutelano".
Ancora una volta, questi sentimenti pro-Israele non sono delle mere parole. Nel 1982, ad esempio, i palestinesi sono passati in Israele per evitare di essere in balia dell'Olp in Libano.
In poche parole, perfino i palestinesi ammettono che Israele è lo Stato più civilizzato del Medio Oriente.