Il conflitto arabo-israeliano è spesso considerato, e non solo dagli estremisti, come il conflitto più pericoloso al mondo e di conseguenza Israele è visto come il paese più belligerante al mondo.
Ad esempio, nel luglio 2003, l'allora premier britannico Tony Blair asserì davanti al Congresso americano che "il terrorismo non sarà sconfitto senza aver raggiunto la pace in Medio Oriente tra Israele e la Palestina. È lì che cova il veleno. È lì che l'estremismo è capace di confondere le menti di un elevatissimo numero di persone a favore di uno Stato palestinese e della distruzione di Israele". Questo punto di vista induce parecchi europei, tra gli altri, a considerare Israele come il paese che costituisce la principale minaccia per la pace nel mondo.
Ma ciò è vero? Questa impressione sfida il notorio schema secondo il quale i democratici liberali non sono aggressivi; ciò presume erroneamente che il conflitto arabo-israeliano sia tra i più pesanti in termini di perdite di vite umane.
Per porre nella loro appropriata prospettiva le vittime del conflitto arabo-israeliano, uno dei due co-autori, Gunnar Heinsohn, ha redatto una statistica che permette di classificare i conflitti scoppiati a partire dal 1950 in funzione del numero delle vittime mietute. Si osservi che il conflitto arabo-israeliano appare piuttosto in basso alla classifica, evidenziato in grassetto.
Conflitti scoppiati a partire dal 1950 con oltre 10.000 vittime*
1. 40.000.000 di vittime nella Cina comunista, 1949-76 (massacri, carestie causate dall'uomo, gulag)
2. 10.000.000 Blocco sovietico: fine dello stalinismo 1950-53; post-stalinismo, fino al 1987 (perlopiù gulag)
3. 4.000.000 Etiopia, 1962-92: comunisti, carestie artificiali, genocidi
4. 3.800.000 Zaire (Congo-Kinshasa): 1967-68; 1977-78; 1992-95; 1998 a oggi
5. 2.800.000 Guerra di Corea, 1950-53
6. 1.900.000 Sudan, 1955-72; 1983-2006 (guerre civili, genocidi)
7. 1.870.000 Cambogia: Khmer Rossi 1975-79; guerra civile 1978-91
8. 1.800.000 Guerra del Vietnam, 1954-75
9. 1.800.000 Afghanistan: massacri sovietici e lotte intestine; Talebani 1980-2001
10. 1.250.000 Pakistan occidentale, massacri in Pakistan orientale (Bangladesh 1971)
11. 1.100.000 Nigeria, 1966-79 (Biafra); 1993 a oggi
12. 1.100.000 Mozambico, 1964-70 (30.000) + dopo il ritiro del Portogallo 1976-92
13. 1.000.000 Guerra Iran-Iraq, 1980-88
14. 900.000 Genocidio del Ruanda, 1994
15. 875.000 Algeria: contro la Francia 1954-62 (675.000); tra islamisti e il governo 1991-2006 (200.000)
16. 850.000 Uganda, 1971-79; 1981-85; 1994 a oggi
17. 650.000 Indonesia: marxisti 1965-66 (450.000); Timor Est, Papua, Aceh, etc., 1969 a oggi (200.000)
18. 580.000 Angola: guerra contro il Portogallo 1961-72 (80.000); dopo il ritiro del Portogallo (1972-2002)
19. 500.000 Brasile contro i suoi indiani, fino al 1999
20. 430.000 Vietnam, dopo la fine della guerra nel 1975 (la sua stessa popolazione; boat people)
21. 400.000 Indocina: contro la Francia, 1945-54
22. 4000.000 Burundi, 1959 a oggi (Tutsi/Hutu)
23. 400.000 Somalia, 1991 a oggi
24. 400.000 Corea del Nord fino al 2006 (la sua stessa popolazione)
25. 300.000 Curdi in Iraq, Iran, Turchia, anni 1980-1990
26. 3000.000 Iraq, 1970-2003 (Saddam contro le minoranze)
27. 240.000 Colombia, 1946-58; 1964 a oggi
28. 200.000 Jugoslavia, regime di Tito, 1944-80
29. 200.000 Guatemala, 1960-96
30. 190.000 Laos, 1975-90
31. 175.000 Serbia contro Croazia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, 1991-1999
32. 150.000 Romania, 1949-99 (la sua stessa popolazione)
33. 150.000 Liberia, 1989-97
34. 150.000 Guerra civile libanese, 1975-90
35. 140.000 Russia contro Cecenia, 1994 a oggi
36. 140.000 Guerra del Kuwait, 1990-91
37. 130.000 Filippine: 1946-54 (10.000); 1972 a oggi (120.000)
38. 130.000 Birmania/Myanmar, 1948 a oggi
39. 100.000 Yemen settentrionale, 1962-70
40. 100.000 Sierra Leone, 1991 a oggi
41. 100.000 Albania, 1945-91 (la sua stessa popolazione)
42. 80.000 Iran, 1978-79 (rivoluzione)
43. 75.000 Iraq, 2003 a oggi (tumulti interni)
44. 75.000 El Salvador, 1975-92
45. 70.000 Eritrea contro Etiopia, 1998-2000
46. 68.0000 Sri Lanka, 1997 a oggi
47. 60.000 Zimbabwe, 1966-79; 1980 a oggi
48. 60.000 Nicaragua, 1972-91 (marxisti/autoctoni, etc.)
49. 51.000 Conflitto arabo-israeliano dal 1950 a oggi
50. 50.000 Vietnam del Nord, 1954-75 (la sua stessa popolazione)
51. 50.000 Tajikistan, 1992-96 (laici contro islamisti)
52. 50.000 Guinea equatoriale, 1969-79
53. 50.000 Perù, 1980-2000
54. 50.000 Guinea, 1958-84
55. 40.000 Ciad, 1982-90
56. 30.000 Bulgaria, 1948-89 (la sua stessa popolazione)
57. 30.000 Rodesia, 1972-79
58. 30.000 Argentina, 1976-83 (la sua stessa popolazione)
59. 27.000 Ungheria, 1948-89 (la sua stessa popolazione)
60. 26.000 Indipendenza del Kashmir, 1989 a oggi
61. 25.000 Governo giordano contro palestinesi, 1970-71 (Settembre nero)
62. 22.000 Polonia, 1948-89 (la sua stessa popolazione)
63. 20.000 Siria, 1982 (contro gli islamisti a Hama)
64. 20.000 Guerra cino-vietnamita, 1979
65. 19.000 Marocco: guerra contro la Francia, 1953-56 (3.000) e il Sahara occidentale, dal 1975 a oggi (16.000)
66. 18.000 Repubblica del Congo, 1997-99
67. 10.000 Yemen meridionale, 1986 (guerra civile)
* Cifre arrotondate. Fonti: Brzezinski, Z., Out of Control: Global Turmoil on the Eve of the Twenty-first Century, 1993; Courtois, S., Le Livre Noir du Communism, 1997; Heinsohn, G., Lexikon der Völkermorde, 1999, 2nd ed.; Heinsohn, G., Söhne und Weltmacht, 2006, 8th ed.; Rummel. R., Death by Government, 1994; Small, M. and Singer, J.D., Resort to Arms: International and Civil Wars 1816-1980, 1982; White, M., "Death Tolls for the Major Wars and Atrocities of the Twentieth Century," 2003.
Questo macabro inventario rileva che l'importo complessivo delle vittime dei conflitti scoppiati a partire dal 1950 ammonta a circa 85milioni di morti. Sono 32.000 le vittime del conflitto arabo-israeliano, censite dal 1950, a causa degli attacchi arabi e 19.000 i morti per mano palestinese, per un totale complessivo di 51.000. Di essi, circa 35.000 sono arabi e 16.000 ebrei israeliani.
Queste cifre mostrano che le vittime dei combattimenti arabo-israeliani scoppiati dal 1950 non rappresentano che lo 0,06% dell'ammontare complessivo delle vittime di tutti i conflitti di quel periodo. Dati alla mano, solo 1 su 1.700 persone vittime dei conflitti è morta nei combattimenti arabo-israeliani.
(Si aggiunga che le 11.000 vittime della Guerra di Indipendenza israeliana del 1947-49 – 5.000 delle quali erano arabe e 6.000 ebrei israeliani – non alterano in modo significativo queste cifre.)
Sotto un'altra prospettiva, a partire dal 1948 circa 11milioni di musulmani sono stati trucidati; di questi, 35.000, ovvero lo 0,3%, sono morti nell'arco dei sessant'anni di combattimenti contro Israele, ossia una vittima musulmana su 315. Di contro, oltre il 90 percento degli 11milioni di vittime musulmane furono uccisi per mano di altri musulmani.
Commenti: (1) Malgrado il bilancio relativamente poco letale del conflitto arabo-israeliano, è probabile che la sua rinomanza, la sua notorietà, la sua complessità e la sua portata diplomatica continueranno a conferirgli una smisurata importanza nell'immaginario collettivo. E la reputazione di Israele continuerà a pagarne le conseguenze. (2) E ancora, ciò contribuisce a considerare il dato statistico di 1 su 1.700 come un correttivo, con la speranza che un giorno ci si renderà conto di questa realtà, riuscendo così a porre il conflitto arabo-israeliano nella sua giusta collocazione nella scala delle priorità politiche mondiali.