Sotto la superficie apparentemente tranquilla della vita quotidiana, la popolazione britannica è impegnata in un incontro epocale con l'Islam. Tre sviluppi della scorsa settimana, ognuno di essi riassuntivo di un processo che dura da anni – e lungi dal costituire delle semplici eccezioni – esemplificano i cambiamenti in corso.
Il ministro britannico degli Interni Jacqui Smith definisce il terrorismo "anti-islamico". |
In secondo luogo, e sempre dopo diversi anni di evoluzione, il governo britannico riconosce adesso i matrimoni poligami. Esso ha mutato le disposizioni nel "Tax Credits (Polygamous Marriages) Regulations 2003". Precedentemente, solo a una moglie era permesso di ereditare i beni esenti da imposte del marito defunto. Questa legislazione permette a più mogli di ereditare esentasse, purché il matrimonio sia stato contratto in un paese dove la poligamia è legale, come in Nigeria, Pakistan o in India. In un settore correlato, il Dipartimento per il Lavoro e le Pensioni ha iniziato a concedere sostegni finanziari agli harem sotto forma di sussidi, come indennità di disoccupazione, assegni integrativi per inquilini non abbienti e sgravi fiscali. La scorsa settimana è giunta notizia che, dopo una disamina durata dodici mesi, quattro dipartimenti governativi (Lavoro e Pensioni, Tesoro, Fisco e Dogane, Ministero degli Interni) sono giunti alla conclusione che il riconoscimento ufficiale della poligamia sia "la migliore opzione possibile" per il Governo di Sua Maestà.
In terzo luogo, l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ha approvato l'applicazione di alcuni aspetti della legge islamica (la Shari‘a) in Gran Bretagna. Approvare i suoi elementi civili, egli ha spiegato, "sembra inevitabile", poiché non tutti i musulmani britannici si riconoscono nel sistema giudiziario esistente e l'applicazione della Shari‘a aiuterebbe la loro coesione sociale. Se i musulmani potessero fare appello a una corte civile islamica non dovrebbero essere messi di fronte alla "rigida alternativa tra la fedeltà alla loro cultura o la lealtà allo stato". Continuare a insistere sul "monopolio legale" della common law britannica, piuttosto che autorizzare la Shari‘a, ha ammonito Williams, causerebbe "un certo pericolo" per il paese.
L'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams dice che la legge islamica "sembra inevitabile" in Gran Bretagna. |
Benché sia stato ampiamente biasimato (e a rischio di perdere l'incarico), può darsi che Williams abbia ragione in merito al fatto che la Shari‘a sia inevitabile, poiché essa sta già attecchendo in Occidente. Un ministro della Giustizia olandese ha annunciato che "se due terzi della popolazione olandese domani si pronunciasse a favore dell'introduzione della Shari‘a, allora ciò dovrebbe essere possibile". Un giudice tedesco ha fatto riferimento al Corano in una ordinaria causa di divorzio. In Gran Bretagna già esiste un parallelo sistema giudiziario, il gar somalo.
Questi sviluppi mostrano che l'appeasement britannico riguardo la guerra al terrore, la natura della famiglia e la supremazia della legge sono parte di un quadro più ampio. Queste tendenze costituiscono una sfida, ancor più della minaccia alla sicurezza posta dalla violenza islamista, e probabilmente esse cambieranno la vera natura della vita occidentale.