Le linee politiche di controterrorismo adottate dall'amministrazione Bush appaiono dure, ma in tribunale esse si dissolvono, costantemente a favore non delle vittime americane del terrorismo, bensì dei terroristi stranieri.
Prendiamo in esame una causa civile in seguito a un attentato suicida, perpetrato a Gerusalemme nel settembre 1997. Hamas rivendicava il merito di aver ucciso 5 persone e di averne ferito 192, inclusi alcuni americani. Poiché Hamas era stata finanziata dalla Repubblica islamica dell'Iran, 5 studenti americani rimasti feriti chiesero ad essa i danni.
Le prove peritali stabilirono la colpevolezza del regime, in un processo di quattro giorni, inducendo il giudice Ricardo M. Urbina, ai sensi del Flatow Amendment del Foreign Sovereign Immunities Act, a multare di 251 milioni di dollari, come risarcimento esemplare, il governo iraniano e la sua Guardia Rivoluzionaria.
Le parti civili cercavano i beni del governo iraniano negli Stati Uniti per confiscarli, ai sensi dell'art. 210a del Terrorism Risk Insurance Act del 2002 che specifica quanto segue: "Malgrado ogni altra disposizione di legge (…) in ogni caso in cui una persona abbia ottenuto un giudizio contro una parte terrorista in una causa per un atto di terrorismo (…) il blocco dei beni di quella parte terrorista (…) sarà soggetto ad esecuzione".
Un antico frammento iraniano simile a quelli della diatriba giuridica in una causa di terrorismo. |
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Strachman rinvenne solamente un importante nascondiglio del denaro appartenente al governo iraniano: approssimativamente 150.000 dollari statunitensi erano stati depositati presso la Banca di New York (BoNY), in un conto intestato alla Banca Melli, il maggior istituto bancario iraniano e controllato dal regime. Ma quando le parti civili chiesero di ottenere quei fondi, la BoNY intentò una causa federale per sapere come comportarsi in merito ai beni finanziari della Banca Melli.
In questo caso, l'impresa delle vittime poteva sembrare facile, dato che il governo statunitense 1) reputa che la Banca Melli sia "un mezzo di assoluta proprietà" del governo iraniano e 2) che il primo considera il secondo una "parte terrorista".
Ma non è stato così, poiché il Dipartimento di Giustizia americano "ha registrato questo caso come amicus curiae a favore della Banca Melli". Lo fece, spiegò un portavoce del Dipartimento del Tesoro, "per vendicare una corretta interpretazione" del regolamento statunitense. Il suo amicus curiae brief sembra aver decisamente influenzato il giudice del processo, Denise Cote, che accettò in toto la posizione congiunta Banca Melli-Dipartimento di Giustizia e nel marzo 2006 si pronunciò a sfavore dei fondi che erano stati assegnati alle vittime. Queste ultime si appellarono alla seconda corte distrettuale ma anch'essa si schierò a favore del Dipartimento di Giustizia, archiviando la causa nell'aprile 2007.
In seguito, la Banca Melli, estranea a qualsiasi sospetto, rimosse i suoi fondi dalla BoNY e li trasferì in territorio estraneo alla giurisdizione americana.
Ma la storia non finisce qui. Il 25 ottobre, il Dipartimento di Stato annunciò che la Banca Melli d'ora in avanti sarebbe stata tagliata fuori dal sistema finanziario americano poiché essa "offre servizi bancari ad entità coinvolte nei programmi iraniani nucleari e per la produzione di missili balistici", facilitando "numerosi acquisti di materiali sensibili". Inoltre, esso ha rinvenuto che la Banca Melli "è stata utilizzata per inviare almeno 100 milioni di dollari" ai fronti terroristici iraniani, inclusi quelli che avevano addestrato i membri di Hamas, perpetratori dell'attentato suicida di Gerusalemme del 1997.
Questo inammissibile sdegno – dapprima Washington aiuta la Banca Melli e poi la sanziona – si adatta a uno schema più ampio di agenzie federali che difendono i terroristi in tribunale.
- Nel caso della University of Chicago, la giustizia ha tentato di coprire Teheran dalle istanze delle vittime.
- Essa si è opposta all'assegnazione di 10.000 dollari dei fondi iraniani a una famiglia vittima dell'attentato del 1997; e quando la famiglia vinse la causa davanti alla corte distrettuale, la giustizia impugnò il verdetto.
- Essa è interceduta nel caso Ungar contro Hamas per evitare che gli orfani delle vittime ottenessero i 5 milioni appartenenti alla Holy Land Foundation, un'organizzazione texana perseguitata penalmente per essere un gruppo paravento di Hamas.
- Nella causa Ungar contro OLP e AP, il Dipartimento di Stato intervenne a favore della Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), quando la famiglia Ungar cercò di esigere i 116 milioni di dollari che le erano stati assegnati come risarcimento in una causa contro una sede dell'OLP a Manhattan.
Non c'è qualcosa di profondamente errato riguardo al reiterato schieramento del governo americano a favore dei terroristi e, secondo Strachman "è mai successo che le vittime del terrorismo vengano appoggiate per raccogliere i loro pareri davanti alla corte"? Si spera che non occorrerà una nuova catastrofe terroristica per porre fine a queste incaute linee politiche.