Una settimana fa, nell'articolo "Coalizzarsi per escludere la Saudi Arabian Airlines" chiesi ai paesi occidentali di negare alla compagnia aerea di bandiera saudita l'accesso ai loro aeroporti a causa di un inammissibile brano contenuto nel sito web in lingua inglese della compagnia aerea (che ho salvato e postato sul mio sito web):
Per motivi di ordine religioso e a causa delle disposizioni locali, non è permesso di portare nel Regno Saudita un certo numero di oggetti. Tra essi: le bevande alcoliche, la carne di maiale e i prodotti da esso derivati, sostanze narcotiche e stupefacenti proibite, armi da fuoco, esplosivi, armi da taglio e materiale pornografico.
Oggetti e articoli appartenenti a religioni diverse dall'Islam sono altresì vietati. Tra essi: Bibbie, crocifissi, statuette, sculture, oggetti con impressi simboli religiosi come la Stella di David e altri.
E ancora, il secondo capoverso di queste "Norme Doganali" non c'è più, sparito in sordina. (A scopo di tutela da ulteriori cambiamenti ecco un link alla versione da me salvata):
Per motivi di ordine religioso e a causa delle disposizioni locali, non è permesso di portare nel Regno Saudita un certo numero di oggetti. Tra essi: le bevande alcoliche, la carne di maiale e i prodotti da esso derivati, sostanze narcotiche e stupefacenti proibite, armi da fuoco, esplosivi, armi da taglio e materiale pornografico.
Inoltre, la versione in lingua araba di questa stessa pagina è stata altresì privata del secondo capoverso, lasciando solamente il primo che afferma esattamente quanto asserito nella traduzione inglese:
هنا,ك العديد من المواد الممنوع دخولها إلى المملكة لأسباب دينية أو لقوانين محلية. من هذه المواد المشروبات الروحية، لحم الخنزير و منتجاتها، العقاقير الممنوعة و المخدرات، الاسلحة النارية، المتفجرات، اسلحة حادة، أو مواد إباحية.
Commenti: 1) Sono grato a primerprez per aver evidenziato questo cambiamento, postando il 29 agosto il pezzo "Our Saudi ‘Friends' Respond to Criticism" ("I Nostri ‘Amici' Sauditi Replicano alle Critiche") sul sito web "PRIMER-Connecticut" (dove PRIMER sta per Promoting Responsibility in Middle East Reporting).
2) Come osservato da primerprez, i leader sauditi "sembrano aver replicato prontamente per quanto incredibile alle critiche mosse da Daniel Pipes".
3) Omettere l'offensivo paragrafo sarebbe cosa ben gradita se ciò denotasse un cambiamento della linea politica da parte del Regno Saudita, che adesso permette "Bibbie, crocifissi, statuette, sculture, oggetti con impressi simboli religiosi come la Stella di David". Sarebbe cosa meno gradita se così facendo la Saudia si limitasse a rivedere il proprio regolamento agli occhi del mondo esterno, come primerprez suppone essere il caso: "Dubito che i sauditi abbiano realmente cambiato nessuna delle loro detestabili politiche, essi si limitano a non renderle note sul sito web della Saudi Arabian Airlines".
4) Concordo con questa analisi che nulla di sostanziale è mutato per tre ordini di motivi:
- Permettere l'introduzione nel Regno di oggetti non islamici è una questione di estrema importanza per essere accordata senza colpo ferire.
- Né un simile cambiamento avrebbe luogo in modo così repentino, nell'arco di una settimana.
- Il resto del paragrafo sulle "Norme Doganali" contiene una dichiarazione più generica e pertanto meno offensiva di questa stessa restrizione ("Per motivi di ordine religioso non è permesso di portare nel Regno Saudita un certo numero di oggetti"), il che denota che la vecchia linea politica resta chiaramente immutata e applicabile.
5) La decisione di omettere il secondo paragrafo sulle restrizioni doganali rivela il senso di vulnerabilità dei sauditi, che non è affatto sorprendente. A livello demografico, il Regno Saudita è uno piccolo stato circondato da predatori (l'Iran in particolare), che dipende dalle entrate prodotte da un'instabile derrata. Esso non ha affatto bisogno di aggiungere delle complicazioni ai rapporti con gli Stati Uniti e con altri governi occidentali.
6) Resta valido l'appello lanciato una settimana fa di "coalizzarsi per escludere la Saudi Arabian Airlines". Come asserii nell'articolo: "a meno che il governo saudita non permetta quantomeno di far entrare ‘quei manufatti [religiosi]', i governi occidentali dovrebbero esigere che vengano sospesi i voli della Saudia da e verso 18 aeroporti attualmente serviti in Europa, Nord-America e Giappone". L'accesso della Saudia a quegli aeroporti resta un punto debole che si pregia di essere utilizzato come un meccanismo che aiuti a compiere in Arabia Saudita un primo passo verso la tolleranza religiosa.