Con l'avvio della fase finale dei negoziati tra Israele e i palestinesi, Gerusalemme è finalmente in gioco. La questione alla base è una contesa tra ebrei e musulmani in merito a chi è più accreditato ed ha legami più antichi e profondi con
Una rapida scorsa dei fatti mostra che c'è poco da litigare.
Gerusalemme riveste una straordinaria importanza per gli ebrei. Essa occupa un posto speciale nella legge giudaica e permea la religione ebraica. Gli ebrei pregano rivolti verso Gerusalemme, lì piangono la distruzione del loro Tempio, e ripetono con struggimento la frase: "L'anno prossimo a Gerusalemme". Essa è l'unica capitale dello Stato ebraico antico o moderno.
Al contrario, Gerusalemme riveste per i musulmani un interesse nettamente secondario: non viene una sola volta menzionata nel Corano o nella liturgia. Il Profeta Maometto non è mai stato nella città né ha avuto legami con essa. Gerusalemme non è mai stata capitale di nessuno Stato né tanto meno un centro nevralgico della cultura islamica.
Piuttosto, è la Mecca la "Gerusalemme" dell'Islam. Quello è il luogo in cui i musulmani credono che Abramo stesse per sacrificare Ismaele; il luogo in cui Maometto visse la maggior parte della sua vita e dove si svolsero gli avvenimenti chiave dell'Islam. I musulmani pregano in direzione della Mecca cinque volte al giorno, e lì ai non-musulmani è vietato di mettervi piede.
Se Gerusalemme riveste una minore importanza per l'Islam, per quale motivo i musulmani insistono a dire che essa è più importante per loro che per gli ebrei? La risposta è legata alla politica. I musulmani mostrano un interesse religioso verso Gerusalemme quando essa soddisfa i reali interessi. Se questi ultimi passano in secondo piano, così è anche per Gerusalemme. Questo è accaduto almeno cinque volte in quattordici secoli.
Il Profeta. Quando Maometto cercò di convertire gli ebrei nel 620 d.C., egli adottò alcune pratiche ebraiche – un digiuno come quello dello Yom Kippur, un luogo di culto che somigliava a una sinagoga, prescrizioni alimentari come quelle kasherut, come anche delle preghiere simili al Tahanun rivolte verso Gerusalemme. Ma quando la maggior parte degli ebrei rifiutò di convertirsi, il Corano cambiò la direzione delle preghiere verso la Mecca e Gerusalemme perse la sua importanza per i musulmani.
La dinastia ommayyade. Gerusalemme ritrovò la sua dignità alcuni decenni dopo, quando i governanti della dinastia ommayyade cercarono di accrescere l'importanza dei loro territori. Uno dei modi per ottenere ciò fu quello di edificare due monumentali strutture religiose a Gerusalemme: la Cupola della Roccia, nel 691 e la moschea di Al-Aqsa, nel 715.
Allora gli Ommayyadi utilizzarono una stratagemma. Il Corano dice che Dio condusse Maometto "nottetempo, dalla sacra moschea della Mecca al luogo di culto più lontano (al-aqsa) che esiste". Quando (intorno al 621) venne rivelato questo brano, la frase "il luogo di culto più lontano che esiste" andava intesa come un giro di parole e non come un luogo specifico. Decenni dopo, gli Ommayyadi costruirono una moschea a Gerusalemme e la chiamarono Al-Aqsa. Da allora i musulmani compresero che il passaggio riguardante "il luogo di culto più lontano che esiste" si riferiva a Gerusalemme.
Ma quando gli Ommayyadi caddero nel 750, Gerusalemme ricadde nella quasi oscurità.
I crociati. La conquista da parte dei crociati di Gerusalemme, avvenuta nel 1099, rivelò dapprincipio una debole reazione musulmana. In seguito, quando si sviluppò una contro-crociata musulmana , fiorì un'intera letteratura che celebrava le virtù di Gerusalemme. Fu così che a quel tempo Gerusalemme iniziò ad essere considerata come la terza città santa dell'Islam.
In seguito, quando nel 1187 tornò felicemente nelle mani musulmane, la città ricadde nella sua solita oscurità. Il numero di abitanti diminuì e caddero perfino le mura difensive.
La conquista britannica. I musulmani ritrovarono interesse verso Gerusalemme solo nel 1917, quando le truppe britanniche raggiunsero la città. I leader palestinesi fecero di Gerusalemme l'argomento principe della loro campagna antisionista.
Quando i giordani conquistarono la città vecchia nel 1948, com'era prevedibile, i musulmani persero nuovamente interesse nella città. Essa tornò ad essere una piccola città di provincia, degradata deliberatamente dai giordani, a favore della loro capitale Amman.
Per ottenere un prestito bancario, per far installare una linea telefonica, o per assicurare un pacco postale occorreva recarsi ad Amman. La radio giordana trasmetteva il sermone del venerdì non da Al-Aqsa ma da una moschea minore di Amman. Gerusalemme scomparve anche dalla carta diplomatica araba: il patto dell'OLP del 1964 non la menzionava affatto. Nessun leader arabo (ad eccezione di Re Hussein, qualche volta) l'ha visitata.
La conquista israeliana. Quando Israele conquistò la città nel giugno del 1967, i musulmani mostrarono nuovamente interesse verso Gerusalemme. Il patto dell'OLP del 1968 menzionava il nome di Gerusalemme. L'Iran rivoluzionario ha indetto un Jerusalem Day e ha impresso l'immagine della città sulle banconote. I soldi si riversarono nella città per edificare istituzioni caritative.
Nel corso della storia è stata dunque la politica, più che i sentimenti religiosi, a muovere l'interesse musulmano verso Gerusalemme.