Fino ad oggi, nel mondo arabo non è emerso alcun partito che sia in grado di competere con il Partito Nazionalista Sociale Siriano per la qualità della sua propaganda, che mira tanto alla ragione quanto al sentimento, o per la forza della sua organizzazione, che è efficace sia apertamente che segretamente. In virtù della sua organizzazione, questo partito è riuscito a creare una corrente politica e internazionale molto potente in Siria e in Libano.
- Abu Khaldun Sati' al-Husri
Nella misura in cui gli prestano attenzione, gli osservatori della politica mediorientale tendono a liquidare il Partito Nazionalista Sociale Siriano (PNSS), come una curiosità storica. Per quarant'anni, ad esempio, The Economist lo ha definito in numerosi modi. Nel 1947, era "un movimento attivista di Destra di tipo un po' folle; nel 1962, "una frangia estremista", "ridicola" e "demenziale", e nel 1985 era "un'organizzazione un po' strana". Michael C. Hudson, uno studioso di politica libanese, ha definito la politica del PNSS "bizzarra" e la sua ideologia "un idealismo osteggiato che si è trasformato in una dottrina di totale evasione dalla realtà".
C'è un motivo per questa denigrazione. Dalla sua fondazione avvenuta nel 1932 fino ai giorni nostri, il partito ha praticamente fallito in ogni cosa. Complotti irrealistici, falliti tentativi di colpi di Stato e sforzi ideologici impopolari gli hanno fatto guadagnare una reputazione di ridicola mancanza di pragmatismo e di serietà. Non è mai cresciuto numericamente né si è mai avvicinato al potere. Nella storia del PNSS la frustrazione supera di gran lunga il successo.
Ma i fallimenti del Partito Nazionalista Sociale Siriano pongono in secondo piano il fatto che il partito ha rivestito una grande importanza politica nella storia del XX secolo del Libano e della Siria, due Paesi in cui è stato più attivo. Ha fornito alle minoranze, soprattutto ai cristiani greco-ortodossi, una forza trainante per l'azione politica. Essendo stato il primo partito ad abbracciare gli ideali estremisti del periodo tra le due guerre, il PNSS ha generato di fatto ogni gruppo radicale di quei due Paesi e, in particolare, ha avuto un grande impatto sul Partito Ba'th. Infine – e questo ha segnato l'apogeo del suo potere – il governo di Hafiz al-Assad si è alleato con il Partito Nazionalista Sociale Siriano e ha annoverato alcune delle sue idee nella politica statale siriana.
Per questi motivi, il PNSS merita di essere meglio conosciuto e studiato. Il presente scritto si limita a delineare l'impatto del partito, ma spero che questo apprezzamento possa motivare ulteriori studi sul Partito Nazionalista Sociale Siriano. La ricerca non dovrebbe essere difficile, perché il PNSS è un partito di intellettuali e l'organizzazione e i suoi membri hanno prodotto un'ampia documentazione.
Il partito e l'ideologia
Il Partito Nazionalista Sociale Siriano o PNSS (in arabo al-Hizb al-Suri al-Qawmi al-Ijtima'i) è stato talvolta designato come Partito Nazionalista Siriano o Partito Nazionalista Sociale, entrambi indicati con l'acronimo SNP; errori nella traduzione francese si rilevano anche in inglese: Parti Populaire Syrien o Parti Populaire Social, la cui sigla è PPS.
Antun Saade (1904-1949), fondatore del Partito Nazionalista Sociale Siriano. |
Il PNSS si fonda su tre principi fondamentali: la riforma radicale della società secondo il laicismo, un'ideologia in stile fascista e la Grande Siria. Sebbene il partito sia meglio conosciuto per la sua ideologia pan-siriana, una parte considerevole del fascino e dell'influenza esercitati dal Partito Nazionalista Sociale Siriano aveva a che fare con i suoi elementi laici e fascisti. In effetti, è difficile dire quale caratteristica abbia avuto maggiore importanza nell'attrarre membri.
Il programma di riforme si riassume in cinque principi: separazione tra Chiesa e Stato, divieto al clero di interferire nella politica, rimozione delle barriere tra le sette, abolizione del feudalesimo e formazione di un forte esercito. I primi tre principi sono laicisti, poiché invocano la rimozione della religione (ossia l'Islam) dalla vita pubblica, mentre gli ultimi due rientrano nell'ambito della modernizzazione. Va tenuto presente che sebbene queste visioni siano comuni, e perfino scontate in Occidente, folgorarono i libanesi e i siriani degli anni Trenta come se fossero originali. Insieme, i principi riformisti costituiscono una trasformazione sociale che spiega la seconda "S" nel nome del partito.
Una nota di cautela, però: poiché Saade rifletteva il pensiero fascista degli anni Trenta, le parole "sociale" e "nazionale" sono talvolta unite insieme per formare la combinazione "nazionalsocialista", segno distintivo di Hitler e base della parola nazista. Questo è un errore, tuttavia, poiché Saade ha usato la parola in arabo per "sociale" (ijtima'i) e non l'aggettivo "socialista" (ishtiraki); la forma corretta del nome per la sua ideologia in inglese non è nazionalsocialismo, ma socialnazionalismo.
La bandiera del PNSS. |
Fascisti e simpatizzanti nazisti si unirono al PNSS, essendo questo l'unico partito del Levante in sintonia con le loro idee, e sembrano aver costituito una parte significativa dei suoi iscritti. Alcuni membri erano attratti dalla feroce opposizione al comunismo. Altri cercavano un leader forte, che Saade offriva nello stile fascista degli anni Trenta. L'adulazione di Saade era così estrema che lo slogan del Partito Nazionalista Sociale Siriano quando lui era in vita era "Lunga vita alla Siria! Lunga vita a Saade!" C'erano anche chiare indicazioni che egli fosse il profeta di una nuova religione. Le reclute del PNSS si univano al partito in una cerimonia chiamata "battesimo", nel corso della quale rinunciavano ufficialmente ad essere fedeli ad altri partiti.
La terza caratteristica chiave del PNSS è il nazionalismo pan-siriano, l'obiettivo della costruzione di un grande Stato siriano. Ciò richiede alcune spiegazioni. L'esatta definizione di Grande Siria è variata nelle diverse fasi della storia del partito, ma ha sempre incluso i quattro Stati moderni di Siria, Libano, Israele e Giordania, così come parti della Turchia. (Verso la fine della sua vita Saade ampliò il concetto di Grande Siria fino a comprendere la Pensisola del Sinai, tutto l'Iraq e perfino Cipro.) il programma del Partito Nazionalista Sociale Siriano rese l'unità di quest'area un principio centrale. "La [Grande] Siria è per i siriani e i siriani sono una nazione completa." A differenza della nazionalità siriana, ritenuta della massima importanza, le varie identità (araba, musulmana, cristiana, libanese e palestinese) sono considerate irrilevanti. Questo punto di vista contrappone il PNSS ai panarabisti e ai pii musulmani, così come ai separatisti libanesi e palestinesi.
Una rappresentazione, che mostra le massime ambizioni del PNSS, include Iraq, Cipro e Sinai. |
Creare uno Stato che rappresenti l'identità siriana significa sradicare i sistemi politici delineati da inglesi e francesi negli anni successivi alla Prima guerra mondiale: la Repubblica siriana, il Libano, Israele e la Giordania. Considerando l'esistenza di questi Stati fittizia e priva di significato, il PNSS non garantisce la loro lealtà. Per quanto riguarda il Libano, ad esempio, Saade dichiarò: "Soprattutto, siamo nazionalisti pan-siriani; la nostra causa è la causa della [Grande] Siria, non quella del separatismo libanese". Egli sosteneva che il "Libano dovrebbe essere riunito alla Siria naturale" e dichiarò esplicitamente che il suo obiettivo era "prendere il potere a Beirut per raggiungere questo obiettivo".
Nel valutare il peso delle idee di Saade su una Grande Siria, è necessario comprendere che il pan-sirianismo ha due forme: una pragmatica e una pura. Pragmatici e puristi differiscono nella loro visione della grande ideologia del Medio Oriente centrale, il nazionalismo panarabo. Il primo gruppo lo accetta, il secondo lo rifiuta.
I pragmatici sostengono che la Grande Siria fa parte della nazione araba e la sua creazione è un trampolino di lancio verso un sistema politico panarabo. Per loro, l'unificazione della Siria non è un fine, ma un mezzo per costruire un'unità molto più grande. Re Abdullah di Giordania era forse il più importante ed eloquente dei pragmatici. I puristi cercano qualcosa di completamente diverso: un grande Stato siriano che sia autosufficiente, senza alcun riferimento a un'unione più ampia. Per loro, la Siria non ha alcun legame con uno Stato arabo. Un pan-sirianista puro non può accettare la fusione della Siria in una più ampia entità araba. Se i siriani sono una nazione, allora gli arabi non lo sono: Saade sosteneva che "il mondo arabo è composto da molte nazioni, e non da una" e disdegnava gli sforzi finalizzati a riunire le numerose nazioni arabe considerandoli irrealizzabili e controproducenti.
Un panarabista può accettare l'obiettivo del pragmatico, ma deve negare quello del purista. La Grande Siria va bene finché aiuta a costruire la nazione araba, qualora è fine a se stessa, è un anatema. Il panarabista rifiuta la pura visione pan-sirianista secondo cui la Grande Siria ha un significato politico in sé; nelle parole di Edmond Rabbath, "Non c'è nessuna nazione siriana. C'è una nazione araba". I pan-sirianisti puri non sono d'accordo con i panarabisti anche su una miriade di altre questioni. I pan-sirianisti, ad esempio, vedono il conflitto con Israele come un affare interno siriano con cui gli arabi non hanno nulla a che fare. Secondo Saade, "non c'è bisogno che l'Egitto o gli arabi partecipino alla difesa della Palestina". Al contrario, i panarabisti vedono un ruolo diretto contro Israele per ogni Stato situato tra il Marocco e l'Oman.
Il Partito Nazionalista Sociale Siriano è di fatto l'unico esponente del pan-sirianismo puro. Lo è con la consapevolezza che questa posizione nega la validità del panarabismo, un principio politico ampiamente apprezzato. Saade adottò consapevolmente una posizione molto controversa, che distingueva il PNSS non solo dalle tendenze intellettuali generali, ma anche dalla grande massa dei nazionalisti pan-siriani. Il discredito del pan-sirianismo puro riesce a spiegare molto bene perché il PNSS viene liquidato come eccentrico, e se si aggiunge il laicismo e il fascismo, la sua frequente persecuzione diventa comprensibile.
Un movimento minoritario
E allora perché il Partito Nazionalista Sociale Siriano ha adottato questi principi impopolari? In parte, a causa del background del suo fondatore e del suo primo leader, Antun Khalil Saade. Nato da una famiglia greco-ortodossa libanese nel 1904, Saade trascorse gli anni cruciali della sua giovinezza fuori dal Libano. Suo padre, Khalil Saade, visse in Egitto per diversi anni prima della Prima guerra mondiale e Antun raggiunse suo padre a San Paolo, in Brasile, nel 1920. Sebbene fosse medico, il vecchio Saade pubblicò un giornale, al-Majalla, che promuoveva l'indipendenza della Siria, il laicismo e l'anticonfessionalità.
Fondò anche il Partito Nazionale Democratico a Buenos Aires e presiedette il primo Congresso Nazionale Siriano dopo la Prima guerra mondiale. Questi fattori influenzarono chiaramente le teorie di Antun Saade, che tornò in Libano nel 1929 e fondò il PNSS nel novembre 1932. Gli anni trascorsi dalla famiglia all'estero, soprattutto quelli in Egitto, riescono a spiegare bene gli elementi caratteristici del pensiero di Saade: la sua profonda fede in un'identità siriana, il suo rifiuto dell'identità araba e il suo laicismo.
I siriani hanno costituito una piccola, ma molto influente comunità in Egitto dal XVIII secolo in poi. Pur svolgendo un ruolo importante nella vita commerciale, industriale e intellettuale del Paese, non hanno mai perso la loro identità separata né hanno dimenticato la loro estraneità. Al contrario, i siriani erano orgogliosi dei molti punti di differenza tra loro e la popolazione autoctona. Con la nascita del nazionalismo egiziano alla fine del XIX secolo, il senso di separazione dei siriani si acutizzò. Thomas Philipp scrive che "i siriani che erano arrivati durante gli ultimi due decenni del XIX secolo dovettero rendersi conto che sarebbero rimasti marginali e poco tollerati nella politica nazionale egiziana. In quanto migranti in un ambiente straniero, erano, di fatto, consapevoli della loro 'sirianità'".
La psicologia dei siriani in Egitto si basava in diversi modi sulle idee di Khalil Saade e poi di Antun Saade. Innanzitutto, gli egiziani consideravano siriani tutti coloro che provenivano dall'area del Levante; se gli abitanti di Jaffa e Aleppo ritenevano di non avere nulla in comune prima di arrivare in Egitto, acquisivano un certo senso di solidarietà dopo averci vissuto per un po'. In secondo luogo, a differenza dei siriani residenti nella Grande Siria, i quali paragonavano con disinvoltura l'essere siriani all'essere arabi, i siriani trasferitisi in Egitto tracciavano una netta distinzione tra le due nozioni. Rilevando che anche gli egiziani parlavano arabo, tendevano a considerarsi siriani e non arabi. La visione di Saade probabilmente trasse origine da questa percezione. In terzo luogo, che fossero musulmani, cristiani o ebrei, i siriani residenti in Egitto si sentivano legati l'un l'altro (contrariamente a coloro che non lasciarono la Siria) e si organizzarono senza preoccuparsi troppo della religione. Lo sforzo di Saade di ignorare la religione come forza politica potrebbe benissimo essere derivato da questa prospettiva.
Altri motivi delle opinioni impopolari del partito erano legati all'appello lanciato dal PNSS alle minoranze non sunnite. Il laicismo offriva loro condizioni di parità, eliminando le loro debolezze storiche. I cristiani hanno patito umiliazioni inerenti allo staus di dhimmi, gli sciiti sono stati perseguitati per secoli dai sunniti.
Da parte sua, il pan-sirianismo puro ha assunto a ideale un'unità geografica in cui i non sunniti costituiscono circa la metà della popolazione; al contrario, essi quasi scompaiono in seno alle unità arabe più grandi. Colmando lo storico divario tra musulmani e cristiani, il pan-sirianismo ha promesso piena cittadinanza e uguaglianza per questi ultimi; glorificando l'antichità preislamica – la civiltà che l'Islam sconfisse – celebrava il passato comune, e offriva uno Stato che avrebbe incluso quasi tutti i cristiani ortodossi entro i propri confini. (Essendo sparutamente sparsi in una vasta regione, gli ortodossi, a differenza dei maroniti, non potevano ritirarsi in un proprio territorio, ma questo era un modo per riunire l'intera comunità.)
La decisione di fare appello alle minoranze ha avuto, ovviamente, un grosso svantaggio: ha reso impossibile un ampio sostegno da parte degli arabi sunniti. La maggior parte dei sunniti rigettava il laicismo e il nazionalismo pan-siriano puro, le due dimensioni del programma del PNSS. Il laicismo sfida alcuni dei precetti fondamentali dell'Islam: i pochi pensatori musulmani che accettarono pubblicamente la rimozione della religione dalla politica furono nel migliore dei casi ignorati, e nel peggiore processati e giustiziati. Allo stesso modo, il pan-sirianismo puro viola lo spirito dell'Islam. Ignora le distinzioni religiose, equipara i non musulmani ai musulmani, glorifica l'antichità pagana e pone un'indebita enfasi sulla storia, sulla cultura e sui lignaggi di un territorio. L'attaccamento estremo a un pezzo di territorio è anti-islamico, non proprio contro la legge religiosa, ma contro il suo spirito. (Tra i lati positivi, il pan-sirianismo attrae i pochi arabi sunniti che rifiutano i costumi islamici per colmare il divario religioso.)
La forte opposizione da parte della maggior parte dei sunniti al puro nazionalismo pan-siriano ha condannato le opportunità del PNSS di realizzare le sue ambizioni. I greci ortodossi (da soli o insieme alle altre minoranze) non potevano dominare un grande Stato siriano e anche se lo avessero fatto, l'esperienza dei maroniti, i quali hanno cercato di imporre al Libano un'ideologia minoritaria, dimostra che non avrebbero prevalso a lungo.
Ma i sunniti non sono stati gli unici a opporsi al PNSS. La sua connotazione violenta, irredentista, laicista e fascista ha assicurato rapporti ostili con quasi tutti. Le autorità francesi misero al bando il partito durante il Mandato perché faceva campagna per l'indipendenza. Il leader egiziano. Gamal 'Abdel Nasser perseguitò il Partito Nazionalista Sociale Siriano perché si opponeva all'unione del 1958-1961 con l'Egitto (uno Stato non siriano). Israele combatté il partito a causa del suo estremo antisionismo. I baathisti rifiutarono la sua pura ideologia pansiriana. Socialisti e comunisti si opposero al suo fascismo. I leader del Libano indipendente hanno soppresso il PNSS perché negava la legittimità dello Stato. I governanti siriani hanno cercato di mettere a tacere un comprovato piantagrane.
Il re di Giordania Abdullah (1921-1951), l'altro importante sostenitore della Grande Siria, dette battaglia al PNSS. |
Per meglio vessare il Partito Nazionalista Sociale Siriano, i suoi numerosi nemici lo hanno spesso accusato di collaborare con potenze straniere e di fare il loro lavoro sporco. Negli anni Quaranta, le autorità francesi lo acccusarono di collaborare con le potenze dell'Asse; il governo di Vichy, paradossalmente, continuò a insistere su quest'accusa. Voci di sovvenzioni americane, che successivamente si dimostrarono accurate, screditarono i candidati del PNSS alle elezioni siriane del 1953. Nasser in seguito accusò il Partito Nazionalista Sociale Siriano di prendere denaro americano. Si sospettava una mano britannica dietro il tentativo di colpo di Stato del 1961, in Libano. Negli ultimi anni, si è parlato (a ragion veduta) di aiuti romeni e sovietici.
Con così tanti nemici, non sorprende che il Partito Nazionalista Sociale Siriano sia stato perseguitato per la maggior parte della sua esistenza. Lo stesso Saade fu imprigionato due volte dai francesi, nel novembre 1935 e nell'agosto 1936, e infine venne giustiziato dalla polizia libanese dopo un processo sommario. In Libano, il partito ha spesso alternato legalità e illegalità. Fu messo al bando per la prima volta nel marzo 1936 e reso legale nel maggio 1937; fu bandito nell'ottobre 1939 e reso legale da Camille Chamoun nel maggio 1944; venne messo al bando nel luglio 1949 e reso nuovamente legale da Chamoun nel settembre 1958; ed ancora, venne bandito nel gennaio 1962 e reso legale da Kamal Jumblat nel 1970. (E lo è ancora dal 1970.) In Siria, il PNSS fu legale fino al 1955 (e quindi la sede del partito fu a Damasco dal 1949 al 1955), ma da allora è stato bandito. In Giordania, gli omicidi compiuti dai membri del Partito Nazionalista Sociale Siriano ne provocarono la repressione nel 1951-1952; e i servizi di sicurezza giordani tentarono di sopprimere il partito nel 1966.
Nonostante la forte disapprovazione ufficiale, il PNSS ha occasionalmente avuto una rappresentanza nel Parlamento libanese e in quello siriano. In Libano, conquistò un seggio alle elezioni del 1957. Fece meglio in Siria, ottenendo nove seggi nel 1949, uno nel 1953 e due nel 1954. Anche se furono troppo pochi per approvare una legislazione, questi rappresentanti offrirono al partito una piattaforma per far conoscere le sue opinioni più ampiamente.
Nascondere il messaggio
Il Partito Nazionalista Sociale Siriano non ha sempre voluto rendere note le sue reali opinioni. Per proteggersi dalle persecuzioni, ha spesso fatto ricorso a stratagemmi per celare il messaggio del puro nazionalismo pansiriano. Per usare il linguaggio dell'Islam, il partito, in effetti, si è impegnato nella taqiyya (la dissimulazione per preservare la fede) di natura ideologica. Ha adottato una varietà di coperture, tra cui il pansirianismo pragmatico, il patriottismo locale, la retorica di Sinistra e perfino il panarabismo.
Saade fece talvolta delle pragmatiche dichiarazioni pan-siriane, ritoccando i suoi piani per una Grande Siria con macchie di panarabismo. Presentò la realizzazione di una Grande Siria come un passo verso la liberazione araba. "Prima la rinascita socialnazionalista della Siria, poi la politica cooperativa per il bene del mondo arabo. L'ascesa della nazione siriana libera il potere siriano dalle autorità straniere e lo indirizza a risvegliare altre nazioni arabe, aiutandole a progredire". Saade sarebbe andato oltre, collocando la Siria in un quadro arabo: il fatto che "la nazione siriana [umma] è parte di una nazione araba [umma] non è in contrasto con il suo essere una nazione completa con diritto alla sovranità assoluta".
Saade sviluppò altresì un concetto particolare, "l'arabismo del nazionalismo sociale siriano, che ha cercato di trovare la quadratura del cerchio postulando la leadership siriana degli arabi". Saade arrivò perfino ad affermare che "se c'è un arabismo reale e autentico nel mondo arabo, è quello del PNSS" e utilizzò quest'affermazione per giustificare la sua tesi che "la nazione siriana è la nazione adatta per la rinascita del mondo arabo".
Negli anni che vanno dal 1956 al 1967, quando il pan-arabismo era all'apice della sua popolarità, il partito stemperò i suoi obiettivi pansiriani. In un volantino del Partito Nazionalista Sociale Siriano compaiono sulla stessa pagina due slogan contrari: "Nazionalismo siriano contro nazionalismo arabo" e "Il PNSS appoggia la Mezzaluna Fertile, una realtà storica e geografica, come l'unica forma valida di unione in Medio Oriente – senza escludere la possibilità di un fronte arabo". Questo duplice messaggio rende difficile credere che il Partito Nazionalista Sociale Siriano avesse avuto un reale ripensamento. Il riferimento alle vecchie e pure idee pansiriane induce questo osservatore a concludere che la visione di Saade è rimasta al centro dell'ideologia del PNSS.
Ma accenni di patriottismo locale si possono già trovare nel maggio 1944, quando la lealtà al Libano servì da utile copertura e il partito dichiarò che il suo obiettivo era "l'indipendenza del Libano". Dieci anni dopo, per difendere lo status quo dai programmi radicali panarabisti propugnati da Nasser, dal Ba'th e da altri, i leader del PNSS adottarono un atteggiamento filo-occidentale e fecero causa comune con i conservatori. Questa tattica culminò nel 1958, durante la guerra civile in Libano, quando il Partito Nazionalista Sociale Siriano si unì al governo libanese per sopprimere i ribelli; date le opinioni del partito sull'illegittimità dell'esistenza stessa del Libano, questa fu una posizione rilevante. Anche ciò non ha rappresentato un cambiamento negli obiettivi a lungo termine, ma un riconoscimento del Libano come rifugio. I leader del PNSS temevano giustamente che una vittoria da parte degli oppositori del governo avrebbe chiuso loro le porte del Paese.
Ma il reale bisogno di dissimulazione arrivò nel 1962. A seguito del fiasco del dicembre 1961, quando fallì nel tentativo di rovesciare il governo libanese, il PNSS si ritrovò messo al bando in Libano (e anche in Siria). Per diventare di nuovo accettabile in entrambi gli Stati, il partito adottò tre strategie. In primo luogo, come nel 1944, i membri finsero il patriottismo locale. Coloro che vivevano in Siria giurarono fedeltà al regime di Damasco; allo stesso modo, quelli residenti in Libano si dissero dediti a preservare l'indipendenza del Libano.
Questa tattica fu sperimentata presso il tribunale militare istituito per punire i partecipanti al fallito colpo di Stato, ma ebbe scarso successo, dal momento che né il pubblico ministero né il presidente si lasciarono ingannare. Il primo disse al giudice:
"L'obiettivo dei cospiratori del Partito Nazionalista Sociale Siriano deve essere ovvio per Lei e per tutti: non è altro che l'attuazione dei principi fondamentali del partito [prendere il potere in Libano]. Il Libano era consapevole di questo fatto sin dall'inizio. Ma quando i cospiratori hanno fallito, hanno cercato di falsificare le ragioni della loro cospirazione, fingendo preoccupazione per le riforme del regime libanese e per lo sviluppo sociale".
Il giudice concordò che "essendo il suo obiettivo contrario alla legge, il PNSS ha agito come una società segreta e non ha rivelato la sua vera dottrina alle autorità. Piuttosto (...) il partito ha finto di lavorare per preservare l'entità libanese". L'implausibilità di questa tattica sembra aver portato al suo abbandono.
In secondo luogo, il partito abbandonò le dottrine fasciste e adottò la retorica più accettabile della Sinistra. Questa trasformazione fu completata nel 1970 e presto permise al PNSS di fare causa comune con questi gruppi che cercavano di ribaltare lo status quo. Furono sviluppate strette relazioni con diversi partiti, in particolare, con il Partito Socialista Progressista di Jumblat e con l'OLP. Il passaggio da Destra a Sinistra sembra duraturo; nel 1984, il capo del Partito Nazionalista Sociale Siriano partecipò alla celebrazione dell'anniversario del Partito Comunista libanese. Coloro che non conoscono l'ideologia del partito lo considerano perfino marxista. Ciò che era iniziato come una dissimulazione, nel tempo sarebbe potuto diventare realtà: l'orientamento del Partito Nazionalista Sociale Siriano sembra essere permanentemente allineato con la Sinistra.
Terza cosa, la più importante, i membri del PNSS iniziarono a presentare la Grande Siria come il primo passo verso un fronte arabo unificato o verso un'unica nazione araba (cosa che avvenne sempre più spesso negli anni successivi). In altre parole, adottarono la colorazione protettiva del pragmatico nazionalismo pansiriano. Uno degli imputati appartenenti al Partito Nazionalista Sociale Siriano che si presentò davanti al tribunale istituito nel 1962 affermò che "la dichiarazione di fede nella Grande Siria, nella nazione siriana [umma] (...) equivale a credere nella nazione araba". La Siria costituisce una nazione; il fronte arabo è costituito da un gran numero di nazioni tra cui, per eccellenza quella siriana. (Quando fu sfidato dai panarabisti a eliminare ogni traccia della Grande Siria, il PNSS ovviamente rifiutò, e lo fece sostenendo che la formazione di un grande Stato siriano costituisce una fase intermedia concreta verso la realizzione di un'unica nazione araba.)
Anche se la combinazione di temi pansiriani e panarabi divenne più coerente dopo il 1962, è stata a lungo la taqiyya (la dissimulazione) standard del partito. Già nel 1951, 'Isam al-Mahayiri, un deputato del PNSS nel Parlamento siriano, sosteneva che "il nostro lavoro per l'unità della Siria naturale [vale a dire, la Grande Siria] è la pietra angolare di ogni solido edificio panarabo". Trentaquattro anni dopo, Mahayiri, a capo del partito, ha continuato sulla stessa falsariga, dicendo a un intervistatore che il Partito Nazionalista Sociale Siriano e Damasco "concordano su un chiaro obiettivo panarabo". Nel 1988, la contraddizione persiste: pur mantenendo posizioni ferme e ben note, il PNSS brandisce uno slogan di "Impegno nella politica di lotta e panarabismo del partito".
L'incubazione di idee politiche radicali
Gran parte dell'importanza del PNSS risiede nell'influenza esercitata su un'ampia gamma di elementi radicali in Libano e in Siria.
Fin dall'inizio, quando Saade trascorreva il tempo a inveire contro gli studenti dell'Università americana di Beirut, il partito ha attirato principalmente un'élite istruita in Libano e in Siria. È stato il primo partito della regione a formulare una posizione radicale e laicista inequivocabilmente e senza pregiudizi etnici. Per molte delle giovani menti più brillanti e ambiziose, questa prerogativa lo ha messo in risalto nei due decenni successivi alla sua fondazione avvenuta nel 1932. Pur essendo numericamente molto piccolo (nel 1936 si stima che contasse da 120 a meno di un migliaio di membri), un elenco impressionante di ex membri sono diventati delle figure importanti nella vita libanese e siriana. Ghassan Tuwayni divenne un potente editore e politico libanese.
l poeta Adonis ('Ali Ahmad Sa'id) quand'era giovane si è identificato con il PNSS. |
Essendo un'organizzazione ben strutturata e molto disciplinata, con una dottrina chiara e un leader autoritario, il Partito Nazionalista Sociale Siriano aveva punti di forza che altri hanno cercato di copiare. Molti ex membri hanno fatto tesoro di ciò che avevano appreso dal PNSS sull'organizzazione politica per creare il proprio partito. Tra essi spiccano:
- Jumblatt, il leader druso in Libano, fondò nel 1949 il Partito Socialista Progressista dopo il fallimento dei negoziati finalizzati all'instaturazione di un rapporto di cooperazione con il Partito Nazionalista Sociale Siriano.
- Shishakli modellò il Movimento di Liberazione Arabo (fondato nell'agosto 1952) sul PNSS.
Akram al-Hawrani, figura di spicco della politica siriana per molti anni, è stato uno dei primi membri del Partito Nazionalista Sociale Siriano. Durante la sua aperta collaborazione con il partito, nel 1936-1938, contribuì a fondare il Partito Nazionale della Gioventù e poi nel 1939 ne divenne il leader. Al-Hawrani non solo aderì segretamente al PNSS ma fu anche iscritto al Partito Nazionale della Gioventù, ma alla fine ruppe con il primo e tagliò i ponti con il secondo. Come nel caso di Jumblat, i negoziati per la cooperazione con il PNSS fallirono, così Hawrani trasformò il Partito Nazionale della Gioventù nel Partito Socialista Arabo, nel gennaio 1950. Quest'ultima organizzazione rimase indipendente solo tre anni per poi fondersi con il Partito Ba'th, nel febbraio 1953.
Il PNSS trovò un ampio seguito tra i palestinesi nei primi anni Cinquanta, alcuni dei quali ricoprirono successivamente posizioni di rilievo nell'organizzazione palestinese al-Fath. Il genero di Saade, Fu'ad Shimali, ebbe un ruolo chiave nell'organizzazione Settembre Nero. Bashir 'Ubayd lavorò a stretto contatto con il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Ahmad Jibril era a capo della sua organizzazione, il Fronte Popolare per la Liberazione Generale della Palestina-Comando Generale. Georges Ibrahim 'Abdallah lasciò il PNSS nel 1965 per unirsi al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina di George Habash.
Nel 1979 o nel 1980, 'Abdallah fondò la sua organizzazione, la Frazione Rivoluzionaria Armata Libanese (nota con il suo acronimo francese FARL), la maggior parte dei cui membri provenivano dal PNSS. La FARL lavorò con i servizi di intelligence siriani e fu ritenuta responsabile di una serie di atti terroristici perpetrati in Francia negli anni Ottanta. Anche senza un collegamento personale diretto, il Partito Nazionalista Sociale Siriano spesso costituì un modello per altri partiti politici. Le Falangi Libanesi, la principale organizzazione maronita fondata nel 1936, adottarono gran parte della piattaforma del PNSS e così anche al-Najjada, l'organizzazione sunnita nata un anno dopo. Prima di fondare il partito Ba'th, Michel 'Aflaq e Salah al-Din al-Bitar avrebbero avuto lunghe conversazioni con Saade.
Il teorico panarabo Abu Khaldun Sati' al-Husri, il quale nonè amico del PNSS, ha spiegato così le ragioni di questa influenza nei primi anni Cinquanta: "Fino ad ora, non è apparso nessun partito nel mondo arabo che possa competere con il Partito Nazionalista Sociale Siriano per la qualità della sua propaganda, che si rivolge sia alla ragione che al sentimento, o per la forza della sua organizzazione, che è efficace sia apertamente che clandestinamente. In virtù della sua organizzazione, questo partito è riuscito a creare una corrente intellettuale e politica molto potente in Siria e Libano". Prima del PNSS, i partiti politici in Siria e nella maggior parte del Medio Oriente rappresentavano interessi personali, anche se fingevano di perseguire cause: il Partito Nazionalista Sociale Siriano è stato il primo vero partito autoctonoo di natura ideologica. Uno storico dei partiti politici in Siria ha dunque ragione di affermare che il PNSS è stato fondato su "basi completamente differenti da quelle dei partiti che lo hanno preceduto o che sono stati fondati successivamente".
Il radicalismo del PNSS ha influenzato profondamente la natura del nazionalismo panarabo. Altrove nel mondo arabo – in Arabia, Egitto e in Maghreb – il panarabismo si sviluppò inizialmente come una modesta dottrina che propugnava relazioni politiche armoniose e la cooperazione nelle finanzie, nella cultura e in altri ambiti (ciò che è noto come panarabismo moderato). Ma nella Grande Siria, il panarabismo significava qualcosa di molto più ambizioso e dirompente: l'eliminazione dei confini e la fusione delle popolazioni (o panarabismo radicale). Sembra che quest'ultima idea possa essere ricondotta al Partito Nazionalista Sociale Siriano, i cui piani per smantellare i confini che dividono la Grande Siria furono successivamente trasferiti alla nazione araba. Il Ba'th adottò i principi in stile PNSS alla fine degli anni Quaranta e poi li diffuse in Egitto e in tutti i Paesi arabofoni. Il panarabismo radicale fiorì dal 1958 al 1967 circa, e durante quel periodo ebbe una grande rilevanza politica in Medio Oriente. Sebbene ormai rimpiazzato dal panarabismo moderato, l'ideologia sopravvive per alcuni leader, come il libico Muammar Gheddafi.
Oltre alla sua ideologia e organizzazione, le forze paramilitari consacrate al PNSS lo hanno dotato di una milizia capace che ha avuto un ruolo rilevante in entrambe le guerre civili libanesi. Nel 1958, tali forze si schierarono con il governo di Chamoun contro i ribelli. Quando iniziarono i combattimenti nel 1975, il Partito Nazionalista Sociale Siriano aveva cambiato schieramento e aveva un ruolo esiguo, ma importante nella coalizione antigovernativa.
Il PNSS ha ispirato molti sforzi per unificare i Paesi. Soltanto nel 1949, aveva legami con i tre governanti militari siriani che portarono avanti negoziati du unità con l'Iraq, anhe se ognuno di loro cambiò idea o fu rovesciato prima che si potessero raggiungere accordi. L'intento del PNSS di usare la sovversione e la violenza gli ha fatto guadagnare potenti alleati. In almeno tre occasioni, ha ricevuto un sostegno esterno per compiere rivoluzioni pianificate. Nel 1949, la Siria lo aiutò nel tentativo di rovesciare il governo libanese; 'Abd al-Illah, zio del re dell'Iraq, sostenne il PNSS nel fallito tentativo del 1956 di rovesciare il governo siriano; e, nel 1961, gli ufficiali dell'esercito libanese si unirono al Partito Nazionalista Sociale Siriano contro il loro stesso governo. (Anche il governo britannico potrebbe aver avuto un ruolo in quest'ultimo tentativo.) Come quasi tutto ciò che ha fatto il PNSS, questi episodi non approdarono a nulla.
Nonostante siano stati infuttuosi, ognuno di questi episodi ha avuto conseguenze di vasta portata. Prendiamo l'episodio del 1949, nel giugno di quell'anno, il governante siriano Hosni al-Zaim accolse calorosamente Antun Saade e promise armi contro le autorità libanesi.
Un articolo del New York Times sul rovesciamento e l'esecuzione di Husni al-Zaim, nel 1949. |
Un tentativo del Partito Nazionalista Sociale Siriano di rovesciare il governo siriano nell'aprile 1955 fallì (ovviamente), ma ebbe un ruolo chiave nella successiva virata di Damasco verso l'Unione Sovietica. Il partito svolse un ruolo di primo piano negli eventi che portarono alla guerra civile libanese scoppiata nel 1975.
Dalla fine degli anni Quaranta in poi, il partito Ba'th è stato il diretto rivale del PNSS in Siria e ha offerto una serie di richiami o attrazioni simili pressappoco allo stesso elettorato. La storia di questi due partiti è a dir poco intricata. Forse la cosa più sorprendente è che, dopo essersi impegnati in una rivalità che culminò in una faida aperta alla fine degli anni Cinquanta, sono diventati fedeli alleati vent'anni dopo.
Il partito Ba'th è stato fondato negli anni Quaranta da due insegnanti siriani di Damasco, Michel 'Aflaq e Salah ad-Din al-Bitar. Il partito promosse un'ideologia panarabista radicale che chiedeva l'eliminazione degli Stati arabi esistenti e la loro sostituzione con un'unica nazione araba. Il Ba'th emerse in Siria nel 1957 come una forza importante e i membri del partito governarono il Paese dal 1963 (e l'Iraq dal 1968).
Nei loro primi anni, il PNSS e il Partito Ba'th avevano una base simile di membri e metodi di reclutamento. Fecero a gara per fare proseliti tra le minoranze non sunnite istruite e radicali. I membri tendevano ad essere studenti della classe medio-bassa, figli di padri ex contadini da poco arrivati in città. Detto questo, il Ba'th sembra aver avuto una fisionomia più urbana e sunnita.
Entrambi reclutavano i propri membri soprattutto nelle scuole secondarie del distretto governativo (che all'epoca erano istituzioni d'élite), specie nella regione prevalentemente alawita di Latakia e nella regione drusa di Jabal Druze. A volte, come a Latakia negli anni Quaranta, i due partiti patrocinavano scuole secondarie rivali. Entrambi si affidavano agli insegnanti per diffondere le loro idee. Il Ba'th rivendicava fino a tre quarti degli studenti delle scuole superiori di Aleppo e le sue cellule erano attive in tutte le parti del Paese alla fine degli anni Quaranta. Insieme, coprivano tutte le scuole secondarie siriane.
Secondo Michael H. van Dusen, "all'inizio degli anni Cinquanta non c'era un solo diplomato delle superiori che non avesse avuto contatti con il partito Ba'th o con il PNSS mentre era a scuola".
Entrambi i partiti promuovevano un programma che invocava il laicismo e il controllo statale sull'economia. Il laicismo esercitò un palese fascino sulle popolazioni a lungo perseguitate a causa della loro fede religiosa. Il controllo statale sull'economia (che fosse la versione fascista del PNSS o quella socialista del Ba'th) manteneva la promessa di opportunità economiche.
I due avevano molto altro in comune, tra cui: l'appartenenza all'élite (fino al 1963, il Ba'th avrebbe avuto soltanto 400 membri); il ricorso a metodi cospiratori; una visione basata sull'idea di legare i contadini alle classi medie attraverso l'industrializzazione; e la speranza di fomentare la rivoluzione mobilitando e affrancando i diseredati. E cosa molto importante per il futuro della Siria, entrambi hanno continuato a influenzare ufficiali militari che erano membri del partito fin da studenti; e mentre i ranghi inferiori sostenevano principalmente il PNSS, gli ufficiali gravitavano verso il Ba'th.
I membri delle comunità religiose più povere e più deboli in Libano e in Siria trovarono attraenti questi due partiti e si unirono a loro in numero sproporzionato. In effetti, non era raro che membri della stessa famiglia condividessero la fedeltà tra il PNSS e il il Ba'th. I Jadid, una famiglia alawita, ne furono un esempio eclatante. Due fratelli, Ghassan e Fu'ad, parteciparono all'assassinio commissionato dal Partito Nazionalista Sociale Siriano e perpetrato nell'aprile 1955 dell'ufficiale baathista 'Adnan al-Maliki, con il conseguente omicidio di Ghassan e l'imprigionamento di Fu'ad; un terzo fratello, Salah, pare fosse un membro del PNSS prima di unirsi al Ba'th e diventare governante della Siria alla fine degli anni Sessanta.
Inizialmente, il Partito Nazionalista Sociale Siriano ebbe un successo maggiore rispetto al Ba'th, e questo perché, mentre entrambi ricevevano l'appoggio degli alawiti, il PNSS attirava altresì i cristiani ortodossi. All'inizio degli anni Cinquanta, entrambi i partiti si espansero in termini di membri e di influenza. Il Ba'th raggiunse il PNSS in quel periodo e lo superò qualche anno dopo. Da allora in poi la disparità è cresciuta, con il Ba'th che è finito per diventare il partito al governo in due Paesi, mentre il PNSS è rimasto un movimento piccolo e ampiamente disprezzato. A posteriori, sembra che alla fine il Partito Ba'th abbia dovuto sconfiggere il Partito Nazionalista Sociale Siriano. Fattori caratteriali, intellettuali, organizzativi e tattici aiutano a spiegare il suo maggiore successo.
Caratterialmente, i due partiti differivano nella loro disponibilità ad accogliere un pubblico più ampio, in particolare i sunniti. Mentre Saade seguì la sua logica fino alla sua conclusione, Aflaq e Bitar modellarono la loro ideologia sulle correnti prevalenti. I leader baathisti fecero qualche sforzo per attirare i musulmani sunniti; quelli del PNSS non lo fecero. Per questo motivo, la maggior parte dei sunniti non poteva sopportare il Partito Nazionalista Sociale Siriano. Aderire al PNSS è sempre stato un atto più radicale che unirsi al Ba'th perché il PNSS ha rifiutato totalmente la tradizione nella sua ricerca di un nuovo ordine. Questo contrasto può essere visto per quanto riguarda il panarabismo, l'Islam e il ruolo della religione nella politica.
Il categorico rifiuto del nazionalismo panarabo da parte del Partito Nazionalista Sociale Siriano ne ha notevolmente diminuito il fascino. Il panarabismo sembra congeniale ai sunniti. Gran parte della sua attrazione risiede nel compromesso offerto dal panarabismo tra la vecchia aspirazione alla solidarietà islamica e la moderna spinta alla nazionalità. Il nazionalismo panarabo offende i musulmani meno di altri tipi di nazionalismo (inclusa la variante pansiriana) perché è conforme a molte opinioni comuni tra i musulmani e può radicarsi nella sensibilità islamica. Alimentato dal carisma di Nasser, il panarabismo ottenne un'enorme popolarità negli anni Cinquanta e il Ba'th l'acquistò di conseguenza.
Il trattamento dell'Islam da parte dei due partiti offre un contrasto ancora più evidente nell'atteggiamento nei confornti della partecipazione sunnita. Il PNSS ha trasformato l'Islam in qualcosa di irriconoscibile per un musulmano. Secondo Saade, l'Islam ha due manifestazioni: il Cristianesimo e il Maomettanesimo. Queste non sono due religioni distinte, ma sono due versioni della stessa religione. Saade sostituì le solite dottrine dell'Islam con quelle nuove basate sui principi del nazionalismo sociale e la religione risultante non condivideva quasi nulla con l'Islam tradizionale. Questo bizzarro punto di vista, espresso nel libro di Saade L'Islam nei suoi due messaggi: il Cristianesimo e il Maomettanesimo, tentò di riunire cristiani e musulmani, denigrando al contempo la sostanza delle loro fedi.
In confronto, la visione Ba'th dell'Islam era quasi convenzionale. 'Aflaq vedeva il Profeta non come un leader religioso, ma come una figura nazionale araba di spicco e sottolineava il ruolo integrale dell'Islam nella formazione della cultura araba. Questa interpretazione, che riduceva l'Islam a una tradizione non spirituale, offendeva i musulmani devoti, ma integrava perfettamente l'Islam nel panarabismo. Inoltre, ha costretto gli arabi non musulmani a rendere omaggio alla cultura islamica, e in questo modo ha unito le due cose. Il Ba'th ha quindi mostrato un certo rispetto per l'Islam e si è allineato con la sensibilità musulmana. Il relativo programma era molto meno offensivo per i sentimenti sunniti rispetto a quello del Partito Nazionalista Sociale Siriano.
Le dotttrine laiciste del Ba'th e del PNSS respinsero anche la maggioranza araba sunnita, poiché il laicismo è contrario all'interpretazione tradizionale dell'Islam; ma ancora una volta il Ba'th era più in armonia con i sentimenti dei musulmani sunniti. Il Partito Nazionalista Sociale Siriano non ha mai perso il suo laicismo strenuamente antireligioso e radicale; al contrario, 'Aflaq ha riconosciuto lo spirito islamico e ha cercato di accoglierlo. Tutte queste ragioni hanno contribuito a far sì che il PNSS rimanesse un partito delle minoranze, mentre il Ba'th ha attirato un buon numero di sunniti.
Il pansirianismo puro soffriva di povertà intellettuale. Il panarabismo (radicale o moderato) ha attratto molti pensatori che hanno elaborato un'argomentazione convincente e ricca di sfumature per la nazione araba; al contrario, il pansirianismo puro è stato promosso soltanto da Antun Saade e dalla sua banda di seguaci stravaganti, seppur talentuosi. Questa mancanza di chiarezza nell'espressione spiega ampiamente il fallimento del pansirianismo ad affermarsi come ideologia rispettabile e ad attrarre un vasto seguito.
Si può persino arrivare a dire che la posizione contraria al PNSS era meglio articolata rispetto a quella del Partito Nazionalista Sociale Siriano. Si noti, ad esempio, il caso di Abu Khaldun Sati' al-Husri. Quest'ultimo, forse il principale teorico ed esponente del panarabismo, s'interessò a lungo al PNSS; incontrò Saade e scrisse persino un libro sull'ideologia dela Partito Nazionalista Sociale Siriano. Ovviamente non era d'accordo con il pansirianismo puro, ma prendeva sul serio il PNSS e ne parlava con rispetto. Ma il Partito Nazionalista Sociale Siriano vacillando per il fallito colpo di Stato del 1955 in Siria, provocò Husri, che nel 1956 rispose con una feroce confutazione del PNSS, infliggendogli un duro colpo. Bassam Tibi spiega come segue l'importanza di questo evento: "Il massiccio attacco di uno scrittore politico della levatura di al-Husri lanciato al PNSS, che non aveva ancora acquisito una solida posizione, ne ha gravemente danneggiato lo sviluppo. La critica di al-Husri è stata utilizzata da tutti gli oppositori del partito".
Il Partito Nazionalista Sociale Siriano non è mai riuscito ad attrarre un ampio seguito al di fuori del Libano e della Siria; al contrario, il Ba'th ha ottenuto un notevole sostegno in Iraq, in Giordania e in altri Paesi, tutto ciò si è aggiunto alla sua forza.
A livello tattico, il Ba'th ha mostrato astuzia e flessibilità, unendosi ad altri o abbandonandoli (al-Hawrani, Nasser) a seconda del momento. Al contrario, il PNSS formò poche alleanze, rimase isolato tra i nemici e subì continue persecuzioni.
Nel 1955, un membro del Partito Nazionalista Sociale Siriano sparò al tenente colonnello 'Adnan al-Maliki, un leader baathista e uno degli ufficiali più potenti dell'esercito siriano, portando all'eclissi permanente del PNSS in Siria. |
Queste misure ebbero quasi del tutto successo: il PNSS fu espulso dalla vita politica siriana e l'equilibrio tra i due partiti venne definitivamente alterato.
Uno strumento di Damasco
Sebbene fossero rivali ideologici di lunga data, il PNSS e il il Ba'th sono diventati acerrimi nemici soltanto dopo l'affaire Maliki. Sembrava certo che l'ostilità tra il Partito Nazionalista Sociale Siriano il Ba'th sarebbe continuata all'infinito, o almeno fino a quando il primo non fosse stato schiacciato. Ad esempio, durante la guerra civile libanese del 1958, il Ba'th si scagliò contro il PNSS con particolare ferocia. Ma la loro inimicizia non è continuata: anzi, i due partiti hanno subito trasformazioni ideologiche e politiche. Nel processo, il Partito Nazionalista Sociale Siriano è finito per diventare uno strumento del Ba'th, mentre quest'ultimo ha assunto parte dell'ideologia del PNSS. Questa sorta di osmosi ha portato entrambi a diventare stretti alleati, seppur diffidenti.
Gli spettacolari fallimenti subiti alla fine del 1961 tanto dal Ba'th quanto dal Partito Nazionalista Sociale Siriano hanno innescato questi cambiamenti. Abbiamo già visto come il fallito tentativo del PNSS di rovesciare il governo libanese a dicembre abbia portato il Partito Nazionalista Sociale Siriano a ripudiare (pubblicamente) il pansirianismo puro e a rifugiarsi sotto il manto del panarabismo. Una generazione dopo, quel ripudio è ancora valido.
Il Ba'th ha sperimentato una trasformazione più completa, cambiando sia internamente che esternamente. Nel suo caso, fu la disgregazione della Repubblica Araba Unita (RAU), nel settembre 1961, a far precipitare i cambiamenti. Creata nel 1958 come fusione totale di Egitto e Siria, la RAU si deteriorò rapidamente. Ma passarono tre anni e mezzo prima che i siriani liberassero il loro Paese dalla morsa del Cairo. Il crollo della RAU screditò il vecchio sogno del panarabismo radicale del partito Ba'th siriano. (I rami del partito Ba'th, in altri Stati, in particolare l'Iraq, non furono colpiti allo stesso modo.) Le tribolazioni dell'unione con l'Egitto disillusero tutti coloro che presumevano che la formazione di un'unione panaraba sarebbe stata facile; inoltre, l'eliminazione dei confini tra gli Stati arabi non sembrava più così attraente. La débâcle della RAU rafforzò altresì il senso di essere siriani e l'attaccamento a questa identità. Dopo l'esperimento della Repubblica Araba Unita, molti cittadini siriani che in precedenza avevano disprezzato la loro entità statuale come insignificante impararono ad apprezzarla.
In effetti, nel Partito Ba'th emerse una nuova linea di pensiero: il regionalismo. I regionalisti posero principalmente la Siria (e non la nazione araba) al centro della loro attenzione. Si concentrarono così intensamente su di essa, al punto che Sati' al-Husri, custode della fiamma panarabista, parlava con tono di disapprovazione della "strana questione dei baathisti che abbracciano il sirianismo". Michel 'Aflaq, l'ideologo baathista, è arrivato al punto di accusare i regionalisti di perseguire un nazionalismo campanilistico (iqlimiyya) simile a quello del PNSS. Quando il panarabismo radicale scomparve dal programma Ba'th in Siria, lasciando il posto al pansirianismo pragmatico, il partito assunse un aspetto completamente nuovo. Per questo motivo, gli studiosi hanno soprannominato il partito post-1961 il "neo-Ba'th". Altri cambiamenti in seno al governo non fecero che confermare l'allontanamento dal panarabismo. Bitar ha osservato, a ragione, che il colpo di Stato del 1966 "ha segnato la fine della politica baathista in Siria". Michel 'Aflaq ha espresso la stessa opinione in modo più caustico, dicendo: "Non riconosco più il mio partito!"
Paradossalmente, gli eventi avvenuti alla fine del 1961 trasformarono il PNSS e il Ba'th in immagini speculari l'uno dell'altro. Il primo mantenne le sue reali dottrine, ma adottò il panarabismo come copertura; il partito Ba'th della Siria adottò una posizione congeniale al Partito Nazionalista Sociale Siriano, ma pretese di mantenere la sua ideologia originale. Il PNSS parlava come il Ba'th, il Partito Ba'th agiva come il PNSS. C'era, tuttavia, una certa coerenza in questo comportamento: entrambi partiti trovarono vantaggioso perseguire obiettivi pansiriani sotto la copertura della retorica panarabista. I fallimenti del 1961 ebbero il curioso effetto di costringere ciascun partito ad adottare elementi dell'ideologia dell'altro. Un ex ambasciatore britannico in Siria e Libano, David Roberts, osserva che "il Ba'th si è separato dal PPS e di fatto lo ha bandito, ma ne ha tranquillamente assorbito il messaggio". Quest'integrazione raggiunse l'apice quando un numero significativo di membri del PNSS si unì al Ba'th, e così il neo- Ba'th divenne pressoché identico al Partito Nazionalista Sociale Siriano.
L'accettazione del pansirianismo da parte del governo siriano in seguito mutò, quasi oltre ogni aspettativa, le relazioni tra il PNSS e il neo-Ba'th. La sua virata verso il pansirianismo ebbe inizio nel 1961 e raggiunse il suo apice nel 1974, quattro anni dopo l'ascesa al potere di Hafiz al-Assad. Attraverso un approccio pragmatico e non pansirianista puro (e quindo ancora potenzialmente panarabista), Assad convenne con PNSS su molte questioni essenziali di politica estera. Cercò di portare tutti e quattro i Paesi che costituiscono la Grande Siria sotto il controllo di Damasco; anzi, quando le precedenti ambizioni nei confronti dell'Egitto e di altre regioni lontane svanirono, questo divenne un obiettivo centrale della politica estera siriana. Secondo Laurent e Annie Chabry, il governo di Assad "si avvale del panarabismo per perseguire una politica pansiriana del tipo un tempo promossa dal PNSS".
Interessi reciproci hanno reso il Partito Nazionalista Sociale Siriano un cliente della Siria e dopo decenni di competizione, le due parti sono diventate strette alleate in Libano, nel 1976. Oltre a una crescente compatibilità ideologica, ciò potrebbe aver avuto a che fare con le relazioni personali, poiché i Makhluf, la famiglia di Anisa, moglie di Assad, hanno avuto un ruolo nel coinvolgimento con il PNSS. Uno dei parenti di Anisa, 'Imad Muhammad Khayr Bey, era un alto funzionario del Partito Nazionalista Sociale Siriano fino a quando non venne assassinato nel 1980. In Siria, correva voce che Anisa simpatizzasse per il partito e influenzò Assad non solo a cooperare con il PNSS, ma anche a guardare favorevolmente alla Grande Siria.
Non tutti gli elementi del PNSS accettarono il patrocinio siriano e questo portò a una serie di scismi che lasciarono il partito diviso in diverse fazioni: maoista, di Destra (guidata da George 'Abd al-Masih) e filo-siriana. In'am Ra fu il leader per alcuni anni; su pressione di Damasco, nel luglio 1984, venne da 'Isam al-Mahayiri, il primo leader siriano e musulmano del partito. Ra'd era abbastanza docile da suscitare l'ammirazione dei visitatori stranieri (come il Reverendo Jesse Jackson, quando si recò in visita in Siria, nel gennaio 1984); ma Mahayiri, avvocato e rampollo di un'importante famiglia damascena, si dimostrò un agente ancora più compiacente. Mahayiri sottovalutò fortemente la situazione, osservando che "i nostri rapporti con il regime siriano e il Partito Ba'th (...) sono buoni e in continuo sviluppo". Di fatto, Mahayiri si recò a Damasco per consultazioni e probabilmente per avere istruzioni. In effetti, secondo quanto riferito, i funzionari israeliani credevano che Mahayiri prendesse ordini direttamente da Assad, e il ministro israeliano della Difesa, Yitzhaq Rabin, disse pubblicamente che il PNSS era "interamente sotto controllo dell'intelligence siriana".
Con le armi e il denaro siriani, la milizia del PNSS divenne un attore piccolo, ma significatico nella guerra civile libanese. Secondo l'intelligence israeliana, le forze siriane consentirono al Partito Nazionalista Sociale Siriano di essere un movimento insolitamente libero in Libano, segno questo di quanto fossero stretti i legami tra i due. A detta di Hezbollah, i due organizzarono perfino attività militari congiunte. Secondo una stima, nel 1975, la forza del PNSS ammontava a 3 mila uomini, un numero considerevole in Libano; e una chiara gerarchia e una rigida disciplina ne aumentavano l'efficacia. Un osservatore in loco, Harald Vocke, è arrivato a definire la milizia del PNSS "l'unità combattente più forte" delle forze antigovernative e dopo al-Fath, "il più forte oppositore" dei cristiani. Questa è probabilmente un'esagerazione, ma la milizia del PNSS acquisì importanza in seguito all'evacuazione dal Libano nel 1982 da parte dell'OLP. Aprì uffici nel territorio controllato dalla Siria nella valle della Bekaa e governò parte del territorio libanese a sud di Tripoli.
Assad permise anche al Partito Nazionalista Sociale Siriano di utilizzare i media siriani per promuovare il suo messaggio sulla Grande Siria. L'impegno di Shawqi Khayrallah come giornalista siriano ne fu un esempio lampante. Khayrallqh era stato redattore della rivista del PNSS nel 1945 e aveva progettato il colpo di Stato del 1961 in Libano; poi scomparve. Nel 1976, iniziò a scrivere editoriali per la radio e i giornali di Stato siriani promuovendo il concetto di Grande Siria, e non usò mezzi termini. In un'occasione, chiese l'integrazione del Libano "in un'Unione levantina [Mashragi], attualmente tessuta da Siria, Giordania e [Palestina]". Khayrallah sostenne anche che il ritorno dei palestinesi nella propria terra d'origine dovrebbe basarsi sull'idea che "la Palestina è il sud della Siria".
In cambio di questo sostegno, il PNSS svolse una serie di servizi. Dette il proprio contributo al tentativo siriano di fornire una base amica per le truppe siriane nel suo quartier generale, a est di Beirut. Assad fece affidamento sui suoi alleati dela PNSS per intraprendere operazioni particolarmente difficili in Libano. Ad esempio, nel giugno 1986, dispiegò milizie del PNSS contro Hezbollah sostenuto dall'Iran. Per assicurarsi un buon risultato, le truppe siriane presero posizione nelle vicinanze e intervennero quando il Partito Nazionalista Sociale Siriano aveva bisogno di aiuto. Le truppe siriane in Libano operarono nell'interesse del PNSS; così, sempre a giugno, cinque membri di Hezbollah furono arrestati con l'accusa di aver assassinato un funzionario del Partito Nazionalista Sociale Siriano.
Il partito è stato anche il primo (e al momento della stesura di questo documento, l'unico) gruppo libanese a guardare oltre la presenza israeliana in Libano e a chiedere attacchi dentro Israele. Definendo il sionismo un "movimento razzista che cerca di distruggerci totalmente come nazione", il PNSS affermò di essere "in uno stato di continua guerra contro Israele indipendentemente da qualsiasi possibile ritiro israeliano dal Libano o dalla terra di Palestina".
Ancora più importante, il Partito Nazionalista Sociale Siriano fu coinvolto in atti terroristici di alto profilo. Sotto l'egida di Asad Khardan, il "Commissario per la sicurezza" del partito, proliferarono gli attacchi suicidi. Ehud Ya'ari (che definisce il PNSS "la più antica organizzazione terroristica esistente") considera il partito "lo strumento di terrore più fidato della Siria, ed è impiegato per operazioni particolarmente delicate e pericolose che vanno oltre le capacità dei gruppi terroristici palestinesi con sede a Damasco".
Pertanto, Habib al-Shartuni, l'uomo arrestato per aver ucciso il presidente eletto Bashir Gemayel nel settembre 1982, era un membro del Partito Nazionalista Sociale Siriano. Il gruppo che sosteneva di essere l'autore dell'attentato dinamitardo alla caserma dei Marines americani nell'ottobre 1983 proclamò il suo sostegno alla Grande Siria, rendendo probabile che il PNSS avesse un ruolo in quest'attacco. Rivendicò la responsabilità di otto dei diciotto attentati suicidi diretti contro Israele, nel sud del Libano, tra marzo e novembre 1985.
Ritenendo che il Partito Nazionalista Sociale Siriano fosse "responsabile dell'organizzazione di attacchi spettacolari e azioni suicide", nell'agosto 1985, le forze israeliane reagirono distruggendo il quartier generale del PNSS a Shtaura. May Ilyas Mansur, un membro del Partito Nazionalista Sociale Siriano, fece esplodere una bomba su un aereo di linea della TWA all'inizio di aprile 1986, che uccise quattro passeggeri. Il PNSS fu anche collegato al tentativo, pochi giorni dopo, di Nizar al-Hindawi di piazzare una bomba su un aereo della El Al. Questi attacchi non solo contribuirono alla decisione israeliana di lasciare il Libano, ma ebbero un ruolo importante nella politica libanese: dimostrando che il governo siriano poteva eguagliare la ferocia degli attacchi fondamentalisti sciiti contro Israele, accrebbero il prestigio di Damasco. L'importanza che Assad attribuiva agli attacchi suicidi era palese dall'attenzione che prestava loro. Approvò personalmente gli attentati suicidi in un discorso del maggio 1985.
"Ho creduto nella grandezza del martirio e nell'importanza del sacrificio di sé fin dalla mia giovinezza. È mia sensazione e convinzione che il pesante fardello che gravava sull nostro popolo e sulla nostra nazione (...) poteva essere rimosso e sradicato solo attraverso il sacrificio di sé e il martirio. (...) Tali attacchi possono infliggere pesanti perdite al nemico. Garantiscono risultati, in termini di sferrare un colpo diretto, seminare il terrore tra le file nemiche, sollevare il morale delle persone e accrescere la consapevolezza dei cittadini sull'importanza dello spirito del martirio. Si susseguiranno così ondate di martirio popolare e il nemico non potrà tollerarle. (...) Spero che la mia vita finisca solo con il martirio. (...) La mia fede nel martirio non è né accidentale né temporanea. Gli anni hanno radicato questa convinzione".
Con tale patrocinio dall'alto, un culto suicida del PNSS era forse inevitabile: scuole, strade, piazze e istituzioni pubbliche in tutta la Siria prendono il nome dagli attentatori suicidi, e il cantante più popolare del Paese, Marcel Khalifa, ha di recente monopolizzato il primo posto in classifica con il suo inno ai suicidi. Le videocassette dei "testamenti" degli attentatori sono disponibili nelle edicole sui marciapiedi e le vendite sono in costante aumento.
Sempre più spesso e in linea con l'ideologia del PNSS, alcuni dei suicidi del Partito Nazionalista Sociale Siriano provenivano dalla Siria. Quando gli è stato chiesto perché si è unito a un movimento libanese, un attentatore ha risposto: "C'è differenza tra Libano e Siria?" Al contrario, una sedicenne libanese che nell'aprile 1985 attaccò un convoglio israeliano con un'autobomba, uccidendo se stessa e due soldati israeliani, in precedenza aveva realizzato un video in cui si congratulava con "tutti i combattenti della mia nazione, guidata dal leader della liberazione, il generale Hafiz al-Assad, e dal passo della sua fermezza". Anche lei considerava il Libano parte della Siria.
Il Partito Nazionalista Sociale Siriano ha inoltre fornito servizi agli alleati della Siria. Un membro del partito sparò al capo della diplomazia libica in Libano, 'Abd al-Qadir Ghuka, nel giugno 1983. In seguito disse alla polizia che i servizi segreti siriani lo avevano assunto per l'attacco su richiesta di Gheddafi, il quale pensava che Ghuka intendesse disertare. Il denaro libico aumentò notevolmente nel 1986; Gheddafi evidentemente sperava di utilizare il partito come fece Assad, per proteggerlo dalla responsabilità diretta delle attività terroristiche. Questa alleanza divenne pubblica nell'ottobre 1987, quando il PNSS annunciò che 250 membri si erano iscritti per combattere per almeno sei mesi nella guerra di Gheddafi contro il Ciad.
In gran parte, i membri del Partito Nazionalista Sociale Siriano erano entusiasti della virata del regime siriano verso il pansirianismo, e dopo decenni di tensione con Damasco, il partito finì per trovare un alleato in un leader fedele all'ideologia pansiriana. La leadership del PNSS elogiò "il ruolo fraterno e l'enorme sacrificio" e concluse che Assad aspirava realmente a un'unione della Grande Siria. Uno dei suoi membri disse a un intervistatore; "Non possiamo dimenticare che Hafiz al-Assad – Sua Eccellenza il Presidente della Siria – ha dichiarato molte volte che il Libano è una parte della Siria, che la Palestina è una parte della Siria. E se crediamo, e dobbiamo crederci, che ha dato segno di essere serio, vuol dire che il suo interesse per il Libano è del tutto sincero. Sta giocando il gioco con molta cautela e intelligenza".
Conclusione
Il suo strascico di frustrazioni non invalida l'importanza del Partito Nazionalista Sociale Siriano, che ha introdotto una panoplia di nuove idee per il Medio Oriente, come la formazione ideologica, l'assoluto laicismo politico, le nozioni fasciste di leadership e l'impegno ad abbattere i confini tra gli Stati. Il partito ha attratto e influenzato una generazione di leader in Libano e in Siria. Le sue ripetute sfide allo Stato libanese hanno denigrato il prestigio e lo status delle autorità. E la sua milizia ha avuto un ruolo sostanziale nella guerra civile libanese. Esaminando mezzo secolo di turbolenze, David Roberts osserva che "il PNSS ha avuto un'influrnza stranamente diffusa attraverso intrighi, omicidi e un'ideologia che prevedeva a giusto titolo che sarebbe stato efficace nel Levante".
In un certo senso il Partito Nazionalista Sociale Siriano negli anni Ottanta è diventato più forte che mai. Non doveva più nascondersi e pianificare colpi di Stato clandestini. Piuttosto, ha goduto del patrocinio di uno dei Paesi più potenti del Medio Oriente e ha avuto libertà di manovra nell'anarchia libanese. L'aiuto siriano ha trasformato il partito da una reliquia moribonda a una forza dinamica. Ehud Ya'ari scrive che "uomini che erano stati dimenticati dagli anni Quaranta o Cinquanta sono recentemente riapparsi nel ruolo di mentori, mummie politiche che tornano in vita. Slogan che da tempo erano sbiaditi o scrostati dai muri sono stati ripristinati con vernice fresca e l'aura di azione che circonda il PNSS ha attirato ancora una volta i giovani verso il simbolo dell'uragano rosso". Il partito ha anche sfruttato nuove fonti da cui attingere i membri, inclusi sciiti e drusi.
Ma le conseguenze a lungo termine dell'alleanza con la Siria sembravano minacciose per il PNSS: il sostegno di Assad era costato caro. Il presidente siriano cercò di portare il partito sotto il controllo di Damasco e di farne un rifugio per gli agenti siriani e uno strumento della politica siriana. Il potenziale pericolo è chiaro: accettando di lavorare a stretto contatto con la leadership siriana, il partito ha rinunciato ciò che lo aveva reso una rilevante forza per decenni: la sua politica visionaria e la sua fiera indipendenza. Il successo di Assad nel dettare i termini ha limitato la capacità di azione autonoma del PNSS. Se il denaro e le armi di Damasco hanno permesso al Partito Nazionalista Sociale Siriano di prosperare temporaneamente, l'assorbimento da parte di uno Stato di polizia ha reso il suo futuro desolante. L'alleanza con Damasco conteneva i semi che potevano causare la scomparsa del partito.
Forse consapevole di questo, l'ala antisiriana del PNSS ha tentato di destituire 'Isam al-Mahayiri come leader del partito nel gennaio 1987. In un colpo di Stato segnato da sparatorie tra le fazioni del Partito Nazionalista Sociale Siriano nella sede del partito, Jubran Juraysh ha rimpiazzato Mahayiri e ha minacciato di farlo comparire davanti all'Alto Comitato del PNSS.
La rivolta sembra essere stata provocata specificatamente da un tentativo siriano di utilizzare il Partito Nazionalista Sociale Siriano per combattere i suoi numerosi nemici in Libano: Hezbollah, i drusi, i palestinesi e i sunniti. Ma Mahayiri ha fatto appello ai suoi protettori siriani e ha recuperato il comando del partito nel settembre 1987. Nonostante questa limitata riaffermazione dell'indipendenza del partito, la sua influenza sembra risiedere principalmente nel passato.