Prefazione di Nikki Haley.
Il sito web del libro.
Danon è un abile difensore di Israele. In un articolo pubblicato nel 2013 ho scritto di lui che "lo contraddistinguono tre qualità: una fedeltà ai principi, una certa maestria nelle tattiche e la capacità di articolare una visione". Tali qualità lo hanno, in veste di deputato del Likud alla Knesset, inevitabilmente portato a scontrarsi con il leader di lunga data del partito, Benjamin Netanyahu, il quale, nel 2014 lo licenziò in modo umiliante dalla carica di viceministro israeliano della Difesa. Non riuscendo a contenere la sua disaffezione, Netanyahu trovò un'altra soluzione designando Danon a ricoprire un incarico prestigioso, ma che poteva essere sinonimo di fine carriera, quello di ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite a New York. In the Lion's Den (Nella fossa dei leoni) racconta la storia di quell'incarico quinquennale che Danon che espletò dal 2015 al 2020.
Come per altre storie dalla palude delle Nazioni Unite (inclusa la mia esperienza del 1988), questo libro parla delle battaglie combattute eroicamente, a volte vinte, ma in genere perse. È sorprendente come oggi, a distanza di pochi anni, queste battaglie sembrino non essere importanti. Danon inizia il suo racconto con il caso dell'adozione, nel dicembre 2016, della Risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Questo episodio, che è stato il momento più difficile del suo mandato poiché denotò un ribaltamento della posizione del governo americano nei confronti di Israele, fu contraddistinto da momenti drammatici come il suo immediato ritorno a New York all'arrivo a Porto Rico, dove avrebbe trascorso una vacanza con la sua famiglia, dopo essere stato informato della crisi imminente da un diplomatico musulmano (quando avrebbero potuto farlo altre persone) e le chiamate fallite nel cuore della notte ai leader politici.
Tuttavia, malgrado tutto il trambusto sollevato, chi si ricorda oggi della Risoluzione 2334, a chi importa e che eredità ha lasciato? Donald Trump, che sarebbe arrivato allo Studio Ovale meno di un mese dopo l'adozione della Risoluzione, la biasimò, riducendola a un mero gesto simbolico del rancore nutrito da Barack Obama nei confronti di Benjamin Netanyahu e non foriero di una crisi nelle relazioni fra gli Stati Uniti e Israele.
Sebbene Danon si sia dimostrato un ambasciatore molto competente, creativo e di talento, la sua stessa lista di successi ne rivela i limiti: egli è stato il primo israeliano eletto alla presidenza di una commissione, ha consentito l'inclusione di piatti kosher nel menù della mensa delle Nazioni Unite, ha ottenuto il riconoscimento e la celebrazione delle festività ebraiche ed è riuscito a convincere l'ONU ad acquistare prodotti israeliani.
Sebbene la posizione abbia forti limiti, In the Lion's Den offre uno spaccato di ciò che accade a Turtle Bay (il quartiere di New York dove hanno sede le Nazioni Unite, N.d.T.) e talvolta riporta episodi divertenti. Un esempio: Danon mette a confronto il Parlamento israeliano, dove le persone ti elogiano pubblicamente, ma a porte chiuse possono dire di te cose terribili, con l'ONU, dove "è esattamente il contrario: le persone sono felici di denunciare pubblicamente Israele, ma a porte chiuse ci apprezzano e ci ammirano". Il libro probabilmente aiuterà anche Danon a continuare la sua ascesa nella politica israeliana.