In questa puntata di World Today, TVP World focalizza l'attenzione sul ruolo della Turchia nel contesto della guerra in Ucraina e sulla sua recente posizione poco entusiasta dell'idea che Finlandia e Svezia aderiscano alla NATO.
TVP World ha chiesto a Daniel Pipes del Middle East Forum di fare maggiore chiarezza sulla questione.
Ibrahim Kalin, il portavoce del presidente Recep Erdogan, ha rilevato che la Turchia intende richiamare l'attenzione dei suoi alleati della NATO e della Svezia sulla natura procedurale dell'adesione all'Alleanza Atlantica. "Non stiamo chiudendo la porta, ma stiamo sollevando tale problema, come una questione di sicurezza nazionale per la Turchia. Il cento per cento della nostra popolazione è molto contrariato dalla presenza del PKK in Europa. (...) Il nostro obiettivo principale è la presenza del PKK e di altre reti terroristiche che operano contro la Turchia dall'Europa", ha detto.
"Dal 1952 al 2002 la Turchia è stata un ottimo alleato della NATO, ma negli ultimi 20 anni è stato un pessimo alleato", ha affermato Pipes, aggiungendo che [Ankara] "persegue politiche ostili alla NATO, è aggressiva nei confronti dei membri dell'Alleanza Atlantica, membri come la Grecia, prende parte all'invasione della Siria, minaccia l'Europa con i migranti siriani. Il governo turco vede l'Europa come un rapporto di transazione".
L'ospite di TVP World ha definito apertamente la politica turca un "ricatto". "Tu ci dai quello che vogliamo e noi ti diamo ciò che vuoi. Non credo che la Turchia dovrebbe stare nella NATO. Lo dico da un decennio", ha affermato, aggiungendo "è ora di espellere la Turchia dalla NATO. Lasciamola andare nell'orbita della Russia, lasciamola andare nell'orbita della Cina. Tanti saluti".
Alla luce degli esempi summenzionati della discutibile fedeltà della Turchia all'Alleanza Atlantica, si pone la questione di come potrebbe agire la Turchia se verrà invocato l'articolo 5. Ai sensi dell'articolo 5 della NATO, gli Stati membri concordano che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o in Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro. Di conseguenza, convengono che, qualora si verificasse un tale attacco armato, ciascuno di essi, nell'esercizio del diritto all'autodifesa individuale o collettiva riconosciuto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, assisterà la Parte o le Parti attaccate così da intraprendere immediatamente, individualmente e di concerto con le altre Parti, le azioni che ritenga necessarie, compreso l'uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell'area del Nord Atlantico.
"Dubito fortemente che i turchi correrebbero in aiuto, ad esempio, della Finlandia, della Svezia o della Polonia. I turchi hanno il loro punto di vista, che è fondamentalmente un punto di vista islamista radicale. La Turchia non ha nulla a che fare con tutti gli altri 29 membri della NATO. (...) Appartiene a una sorta di alleanza sostenuta dall'Iran, non a un'alleanza sostenuta da americani ed europei", ha affermato Pipes, aggiungendo che è diventato ora evidente che la NATO vorrebbe vedere un considerevole allargamento.
Tuttavia, Pipes ha sottolineato che la Turchia è un Paese importante, "ha il secondo esercito più grande della NATO", aggiungendo che i membri del Dipartimento della Difesa a Washington considerano "temporaneo" il comportamento difficile della Turchia in seno all'Alleanza Atlantica che tra un paio d'anni la Turchia potrà essere di nuovo un buon alleato. Pipes non condivide questa opinione, rilevando che "la trasformazione che la Turchia ha subito negli ultimi 20 anni è simile alla trasformazione dell'Iran dopo la fuga dello Scià".
"Erdogan ha due obiettivi principali. Uno di questi è applicare la legge islamica, la Sharia, in Turchia e influenzare altri Paesi a fare lo stesso. In secondo luogo, Erdogan vuole che la Turchia torni ad assumere il ruolo di grande potenza, guardando indietro all'epoca ottomana. (...) Pertanto, Erdogan non ha una particolare fedeltà a nessuno", ha detto l'ospite di TVP World.
"Il governo turco ha fondamentalmente pessimi rapporti con tutti ad eccezione dell'Azerbaigian e del Qatar", e per quanto riguarda le relazioni di Ankara con Mosca, "sono cattive. Turchia e Russia sono ai lati opposti del conflitto in Libia, in Siria e nel Nagorno-Karabakh. Qualche anno fa, i turchi hanno abbattuto un aereo da guerra russo. C'è molta tensione tra i due Paesi. Non sono amici e lo stesso vale per la Cina".
Il terreno di scontro della Turchia e della Cina è la difficile situazione della minoranza musulmana uigura nello Xinjiang.