La dottrina sovietica e l'esperienza storica russa sono motivo di grave preoccupazione.
Nell'articolo titolato "Putin Really May Break the Nuclear Taboo" ("Putin può davvero infrangere il tabù nucleare") (apparso in Declarations, il 30 aprile), Peggy Noonan sostiene in modo convincente che dobbiamo prendere sul serio le minacce di Vladimir Putin. Le ipotesi degli americani sull'impossibilità di dispiegare armi nucleari ("Non accadrà! Non è mai successo!") sono errate.
La signora Noonan giunge a questa conclusione osservando la scarso rendimento delle truppe russe in Ucraina e il carattere nichilista di Putin. Posso suggerire un terzo fattore storico? Putin è un sovietico: ha vissuto i suoi primi 39 anni in Unione Sovietica, ha raggiunto il grado di tenente colonnello nell'intelligence straniera del KGB e ha pubblicamente deplorato il crollo dell'URSS. È stato plasmato dalle dottrine sovietiche alle quali continua a ispirarsi.
Vladimir Putin, il 20 aprile 2022. |
Una di queste dottrine riguarda l'uso delle armi nucleari. Quasi esattamente 45 anni fa, mio padre, Richard Pipes, rese nota questa dottrina in un articolo pubblicato nella rivista Commentary, titolato "Why the Soviet Union Thinks It Could Fight & Win a Nuclear War" ("Perché l'Unione sovietica pensa di poter combattere e vincere una guerra nucleare").
"La dottrina strategica adottata dall'URSS negli ultimi due decenni richiede una politica diametralmente opposta a quella adottata negli Stati Uniti", egli scrisse. "L'idea di una guerra nucleare estesa è profondamente radicata nel pensiero sovietico, nonostante sia stata respinta dagli strateghi occidentali che considerano la guerra come uno scambio tra due parti. (...) Mentre noi consideriamo le armi nucleari un deterrente, i russi le vedono come un mezzo coercitivo". E concluse così: "C'è qualcosa di intrinsecamente destabilizzante nel fatto stesso che noi riteniamo che la guerra nucleare sia irrealizzabile e suicida per entrambi, mentre il nostro principale avversario la considera fattibile e vincibile per se stesso".
Quasi mezzo secolo dopo, quell'articolo merita di essere riletto dai responsabili politici statunitensi.
Daniel Pipes
Presidente del Middle East Forum
Philadelphia