Augustin de Barruel (1741-1820). |
Il primo volume di De Barruel, La cospirazione anticristiana, tratta dei filosofi, mostrando come Voltaire e i suoi colleghi cospirarono per distruggere il Cristianesimo. Il volume 2, La cospirazione dei sofisti e la ribellione contro i re, mostra come gli stessi colpevoli complottarono contro i monarchi e si allearono con i massoni per rovesciare i privilegi dell'aristocrazia, la proprietà privata, il governo legittimo e il Cristianesimo. Gli ultimi due volumi sono intitolati congiuntamente La cospirazione empia e anarchica dei sofisti . Il volume 3 si concentra sugli Illuminati bavaresi e rivela il controllo che essi avevano sulla Massoneria. Il volume 4 riunisce la "tripla cospirazione" in un'unica grande visione della storia che inizia con Mani, il profeta iraniano del dualismo, e culmina nella Rivoluzione francese.
De Barruel rese popolari le idee dei suoi predecessori rendendole più accessibili e rigorose, estendendo al contempo l'argomento cospirazionista più di ogni altro, fino all'antico Iran. Per lui, la cospirazione giacobina era diretta non solo contro il cattolicesimo, la monarchia francese e i proprietari terrieri, ma contro la religione, il governo e la proprietà privata in quanto tali. Il suo fu il primo tentativo di presentare le teorie del complotto in modo ordinato e intellettualmente puntiglioso. Nelle parole di uno storico del XX secolo, "l'opera di de Barruel è un capolavoro; l'odio e la paura ne hanno fatto un poeta" [2].
Le Memorie soddisfacevano un'esigenza ampiamente sentita di una spiegazione unificante della Rivoluzione francese e quindi ebbero un fascino immediato e di vasta portata. Per quanto l'opera fosse lunga, raggiunse un vasto pubblico. Ci fu un'esplosione delle vendite: autore ed editore si arricchirono entrambi. Nel 1812, apparvero traduzioni in olandese, inglese, tedesco, italiano, polacco, portoghese, russo, spagnolo e in svedese. L'edizione francese rimase in stampa fino al 1837; per molti anni fu uno dei libri più letti in Europa.
Il frontespizio del vol. I di Memorie per servire alla storia del giacobinismo. |
Anche chi non concordava con de Barruel dovette fare i conti con lui. Percy Bysshe Shelley (1792-1822) contestò le sue argomentazioni, ma lo studiò con cura [4]. Thomas De Quincey (1785-1859) annotò la sua lotta giovanile con le idee di de Barruel [5]. Il filosofo politico conservatore Joseph de Maistre (1753-1821) si adoperò molto per confutare de Barruel ("questo Illuminismo marcio è un effetto, non una causa") [6].
I teorici della cospirazione, avanzando teorie alternative per spiegare la Rivoluzione francese, risposero a de Barruel, ad esempio, attribuendo la responsabilità di questo episodio ai gesuiti. L'obiezione più importante, quella di Jean-Joseph Mounier (1758-1806), apparve nel 1801. Dell'opera di de Barruel, Mounier lamentava: "Cause estremamente complicate sono state sostituite da cause semplici, adattate alle capacità delle menti più indolenti e superficiali" [7]. Le idee di De Barruel spinsero altresì a un contraccolpo del ridicolo. In un'opera teatrale del 1797, The Beaux' Stratagem di George Farquhar, Scrub espose la sua logica di fondo dicendo: "In primo luogo, deve essere una cospirazione perché c'è una donna coinvolta; in secondo luogo, deve essere una cospirazione perché c'è un prete; in terzo luogo, deve essere una cospirazione perché c'è l'oro francese; e in quarto luogo, deve essere un complotto, perché non so cosa pensarne" [8].
Una traduzione inglese del 1799. |
Le Memorie si distinguono ancora come "il grande classico della teoria cospirazionista" [10], "la Bibbia della mitologia della società segreta e il fondamento indispensabile della futura scrittura antimassonica" [11]. Ancora oggi, sebbene il suo nome sia sconosciuto, l'eredità di de Barruel rimane viva, influenzando quasi tutti gli scritti cospirazionisti sulle società segrete. Soltanto negli anni Settanta, le sue Memorie vennero ripubblicate due volte e a Lione nacque una Societé Augustin Barruel.
NOTE
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[1] Abbé Barruel, Mémoires pour servir à l'histoire du Jacoobinisme, 4 vols. (London : De l'imprimerie francçoise, chez P. le Boussonnier, 1797-1798). Il libro è stato ristampato più di una volta negli ultimi anni, tra cui Chiré-en-Montreuil: Diffusion de la Pensée Française, 1973. Su de Barruel, cfr. Sylva Schaeper-Wimmer, Augustin Barruel, S. J. (1741-1820): Studien zu Biographie und Werk (Frankfurt: Peter Lang, 1985); Michel Riquet, Augustin de Barruel: Un jésuite face aux Jacobins francs-maçons, 1741-1820 (Paris: Beauchesne, 1989).
[2] Le Forestier, Les Illuminés de Bavière, p. 688.
[3] Letter of 1 May 1797, in R. B. McDowell, ed., The Correspondence of Edmund Burke (Cambridge, Eng.: At the University Press, 1970), vol. 9, pt. 1, p. 319-
[4] Walter Edwin Peck, "Shelley and the Abbe Barruel," Modern Language Association of America, Publications 36 (1921): 348.
[5] Thomas De Quincey, "Secret Societies", in David Masson, ed., The Collected Writings of Thomas de Quincey (London: A. and C. Black, 1897), vol. 7, pp. 173-185. Quest'articolo apparve per la prima volta in Taft's Magazine nel 1847-
[6] "[C]elle pourriture de l'illuminisme est un effect et non un cause", citato in Roberts, Mythology of the Secret Societies, p. 296.
[7] Jean-Joseph Mounier, De l'influence attribuée aux Philosophes, aux Francs-Maçons et aux Illuminés sur la Révolution Française (Tübingen: Cotta, 1801), trans. J. Walker, The Influence Attributed to Philosophers, Free-Masons, and to the Illuminati on the Revolution of France (London: W. and C. Spilsbury, 1801), p. v.
[8] George Farquhar, The Beaux' Stratagem, act 4, scene 1.
[9] Jacques Droz, "La Légende due complot illuministe et les origines du romantisme politique en Allemagne", Revue historique 226 (1961): 313-338.
[10] Partner, Murdered Magicians, p. 131.
[11] Roberts, Mythology of the Secret Societies, p. 193.