Il testo che segue è l'abstract di un documento presentato alla 12ma conferenza annuale della Middle East Studies Association, Ann Arbor, 1978.
Ho compiuto uno studio sulla schiavitù militare per due ragioni: per spiegare la logica di questo fenomeno sconcertante e per esaminare un'istituzione esistente soltanto tra i musulmani.
La schiavitù militare (come la definisco io) non si riferisce agli schiavi in tempi di guerra, ma soltanto a coloro che combattono perché i loro padroni hanno fatto sì che venissero utilizzati deliberatamente come soldati. Lo schiavo viene acquisito sistematicamente, addestrato in modo organizzato e impiegato come soldato di professione.
Un'occhiata a questo fenomeno degli schiavi impiegati per fare la guerra in tutto il mondo mostra che hanno ricoperto ruoli ausiliari, di sostegno e di emergenza quasi ovunque, ma che hanno combattuto come soldati di professione quasi esclusivamente nei Paesi musulmani. Dal IX al XIX secolo, in seno agli eserciti musulmani, esistevano numerosi casi di schiavitù militare, dalla Spagna al Bengala. Dall'Africa centrale all'Asia centrale, ho individuato circa centocinquanta dinastie in cui gli schiavi costituivano una parte importante dell'esercito. Sembra quindi che la maggior parte degli eserciti musulmani abbia fatto uso di questo tipo di soldati, mentre gli eserciti non musulmani non lo hanno quasi mai fatto.
Una spiegazione dell'esistenza della schiavitù militare deve tener conto di questo e una spiegazione che evidenzi i vantaggi offerti dall'utilizzo degli schiavi come soldati non è sufficiente perché, se si pensa che la schiavitù militare può essere compresa soltanto grazie ai suoi benefici, occorre chiedersi per quale motivo i non musulmani non vi ricorrevano quasi mai. Per sapere perché la schiavitù militare è esistita, occorre anche rispondere alla domanda: "Perché non esisteva al di fuori dei Paesi musulmani?" Affronterò tali questioni presumendo che i musulmani avessero particolari bisogni che la schiavitù militare poteva soddisfare, per poi chiedermi quali sono le peculiarità degli eserciti musulmani che hanno causato l'esistenza di questo sistema.
La risposta potrebbe risiedere nel fatto che prima del 1800 gli eserciti musulmani, in genere, avevano in comune un elemento di straordinaria importanza: quasi tutti facevano affidamento su outsider. Per "outsider" intendo gli stranieri, gli emarginati sociali, le minoranze religiose – persone che non costituivano la maggioranza della popolazione del Paese in questione. Nei Paesi musulmani, pochissimi soldati venivano reclutati dalle popolazioni rurali o urbane. I governanti musulmani tendevano a non dipendere dai propri sudditi per la manodopera militare (o amministrativa). Invece, la grande maggioranza dei soldati proveniva dall'esterno.
Questo metodo di reclutamento è facile da osservare, ma è difficile da spiegare. Io avanzerei a riguardo una timida ipotesi e i suggerimenti dei lettori sono graditi.
Gli eserciti in genere non erano costituiti da contadini musulmani e dagli abitanti delle città perché essi non si identificavano con i loro sovrani e non ne rispettavano i governi. La popolazione vide i governanti territoriali rompere l'unità della comunità musulmana e combattere altri governanti locali. I sudditi avevano poco interesse ad unirsi all'esercito dei loro governanti e di solito si sentivano fedeli all'intera comunità dell'Islam (l'umma) oppure al loro gruppo di parenti o al proprio villaggio. Non avendo il sostegno della popolazione i governanti dovevano trovare i propri soldati altrove, reclutandoli al di fuori dei loro sudditi. In poche parole, avanzo l'ipotesi che la maggioranza dei popoli musulmani rinunciò al proprio ruolo militare. Quando i governanti cercavano soldati al di fuori del proprio territorio, necessitavano di meccanismi per reclutare soldati. Questo era il particolare bisogno dei governanti musulmani che venne soddisfatto dalla schiavitù militare.
Tenuto conto della peculiare esigenza di soldati che provenissero dall'esterno della dinastia, la schiavitù costituiva il miglior metodo di reclutamento possibile. Rispetto ai metodi alternativi (concludere alleanze, pagare mercenari), la schiavitù offriva due vantaggi importanti: una facilità di acquisizione e una lealtà più salda. Per un sovrano era più facile poter ridurre in schiavitù i soldati che ottenere il loro aiuto con un'alleanza o mediante una retribuzione. Il sovrano poteva catturare, rapire, barattare o acquistare schiavi, inoltre, poteva acquisirli da bambini. Il secondo punto è molto importante: poiché i bambini sono facilmente plasmabili, gli schiavi militari venivano resi saldamente leali con l'addestramento, l'indottrinamento, la conversione all'Islam e con la totale identificazione con il loro padrone. Ridurre in schiavitù i bambini per farne dei soldati permetteva al sovrano di trasformarli in soldati straordinariamente leali.
In conclusione, ritengo che la schiavitù militare sia esistita a seguito di specifiche circostanze islamiche: poiché i sudditi disprezzavano il servizio militare, il sovrano doveva cercare altrove soldati da reclutare. A tal fine, la schiavitù era preferibile ai metodi alternativi. E poiché soltanto i governanti musulmani facevano fronte a questo problema, la schiavitù militare esistette esclusivamente nei Paesi musulmani.
Se questa constatazione è giusta, ci indica una cosa sulla civiltà islamica, ossia che essa non ha avuto un ruolo soltanto nella religione e nella legge dei musulmani, ma anche nella loro organizzazione militare. Credo che questa sia la prima volta che un elemento islamico ha dimostrato di svolgere un ruolo negli affari militari. Ciò implica che per una piena comprensione delle questioni pubbliche nei Paesi musulmani, l'Islam deve essere preso in considerazione.
Aggiornamento del 22 luglio 2021: per la prima volta da quando ho pubblicato Slave Soldiers and Islam, nel 1981, scopro che anche un altro studioso si è posto le domande che sono alla base del mio studio: perché è esistita la schiavitù militare e perché era tipica dei governanti musulmani?
Questo studioso è un certo Feifei Xu, uno storico della Sichuan University di Chengdu, in Cina, e lo ha fatto in un documento di nove pagine dal titolo "On the Uniqueness of Military Slavery of Medieval Islamic World" ("Sulla peculiarità della schiavitù militare nel mondo islamico medievale"), presentato quest'anno al 4° International Workshop on Advances in Social Sciences (IWASS).
Una delle ragioni principali del grande successo dell'Islam dei primordi fu il fascino esercitato dalla visione dell'Umma nei suoi seguaci: una società politicamente integra ed egualitaria (...) Tuttavia, da quando Muʻāwiya prese il potere con la forza e fondò il califfato ereditario della dinastia omayyade, i sovrani non furono più i leader religiosi e politici indiscussi dell'Umma, ma monarchi che governavano con la forza. Fecero seguito delle guerre civili e gli Abbasidi che rimpiazzarono gli Omayyadi non furono più popolari di questi ultimi, pertanto, l'ideale di una ideale comunità fondata sull'unità scomparve. ...
Con la graduale separazione tra politica e religione, le funzioni dei califfi come capi religiosi furono a poco a poco trasferite alla classe degli 'Ulamā' . I califfi divennero leader più politici e in seguito i sultani furono governanti puramente laici. La disillusione dell'ideale dell'Umma rese il governo del Califfato impopolare e privo di coesione. Fino ad oggi, la religione esercita ancora il maggiore fascino tra le masse dei Paesi musulmani, mentre le idee laiche possono essere facilmente accettate solo da poche élites. Per mantenere il potere, i sovrani cercarono nuove fonti di sostegno e il gruppo formato dai militari di professione divenne il pilastro del potere reale. ...
Dopo il declino degli Abbasidi, i sultani e gli emiri del mondo musulmano furono tutti governanti laici, i quali affrontarono anche il problema della mancanza di coesione causata dalla separazione tra Stato e religione, pertanto, adottarono tutti la schiavitù militare per mantenere il loro potere. Nei Paesi musulmani, le giunte sono sempre fautrici della laicità e costituiscono un contrappeso alla forza religiosa, ma sotto forma di schiavi militari nell'era premoderna. L'essenza della schiavitù militare è una specie di forza politica laica utilizzata dai governanti per controbilanciare il potere religioso nella società musulmana premoderna.
In breve, Xu concorda con la mia analisi.