[Introduzione dei redattori:] Daniel Pipes ha parlato al David Horowitz Freedom Center's 2021 Restoration Weekend, tenutosi dall'11 al 14 novembre al Breakers Resort di Palm Beach, in Florida. Ha affrontato il nuovo e significativo fenomeno di un numero crescente di ex musulmani.
Non perdete questo importante discorso. Quella che segue è una trascrizione modificata.
Pipes: L'argomento che affronterò oggi sono gli ex musulmani. Se me li aveste menzionati solo pochi anni fa, avrei detto che non erano affatto rilevanti e, ad eccezione di alcuni individui, per lo più si nascondevano nell'ombra, e non facevano sapere al mondo della loro ostilità all'Islam. Ma di recente ho concluso che rappresentano un elemento importante, soprattutto perché sfidano l'Islam in un modo senza precedenti, lasciando i musulmani con pochi mezzi di difesa efficaci.
Barack Obama in Kenya. |
Negli Stati Uniti, un sondaggio ha rilevato che circa il 55 per cento degli ex musulmani è diventato ateo, circa il 25 per cento ha abbracciato il Cristianesimo e l'altro 20 per cento non è dato sapere cosa sia. Gli ex musulmani hanno un impatto in tre modi distinti: abbandonando pubblicamente l'Islam, organizzandosi con altri ex musulmani e rifiutando il messaggio islamico. Diamo un'occhiata a ciascuna di queste attività.
Innanzitutto, abiurare la fede islamica in sé costituisce un'affermazione importante. Sebbene sia generalmente vietato nei Paesi a maggioranza musulmana, farlo è ovviamente legale in Occidente. Ma anche in Europa e in Nord America, un ex musulmano deve affrontare il rifiuto da parte della famiglia, l'ostracismo sociale, l'umiliazione, le maledizioni, le minacce, le rappresaglie e talvolta anche gli attacchi violenti. Pertanto, l'abiura richiede sempre coraggio e resistenza.
Di conseguenza, l'apostasia dall'Islam tende ad essere cauta o segreta. Salman Rushdie ha abiurato l'Islam, ma finge di rimanere musulmano. Lo stesso vale per la pop star Zane Malik, l'ex presidente dell'Argentina Carlos Menem e, come detto, per Barack Obama. Nato e cresciuto musulmano, Obama ha abbandonato tranquillamente la fede e poi ha negato in modo incoerente di averlo fatto, cosa che i media hanno felicemente incoraggiato.
Altri apostati rivelano la loro decisione e, conoscendo molto bene l'Islam dall'interno, diffondono questa consapevolezza. Tra di loro spiccano Ibn Warraq, un autore che ha scritto circa dodici libri sull'Islam, tra cui Why I Am Mot a Muslim; Nonie Darwish, autrice di Now They Call Me Infedel; Ayaan Hirsi Ali, autrice di Heretic, e Sohrab Ahmari, autore di un libro sottotitolato My Journey to the Catholic Faith. L'ultima apostasia ha avuto luogo nel 2008 quando lo stesso Papa Benedetto XVI battezzò il giornalista Magdi Allam durante la trasmissione televisiva della Veglia Pasquale vaticana.
In secondo luogo, gli ex musulmani si organizzano. Questo fenomeno è iniziato in Germania nel 2007 con la fondazione del Consiglio Centrale degli Ex Musulmani. Da allora, molti gruppi simili sono nati nei Paesi occidentali con una consistente immigrazione musulmana. L'Ex-Muslim Organization of North America, ad esempio, fornisce aiuto reciproco, affina argomentazioni contro l'Islam, solleva questioni problematiche (come le mutilazioni genitali femminili e la poligamia) e fa attivamente pressioni sui governi. Ripeto, i musulmani non hanno mai incontrato una tale opposizione prima.
In terzo luogo, gli ex musulmani forniscono ai credenti argomentazioni contro l'Islam. Wafa Sultan a Los Angeles si rivolge principalmente agli arabofoni, trovando difetti nell'Islam, e invitandoli ad abiurare. In Francia, Zineb El-Rhazoui ha un ruolo molto importante in questo senso, così come Hamed Abdel-Samad, in Germania. In Virginia, Fratello Rachid è figlio di un imam marocchino, è un cristiano evangelico e conduce un programma televisivo internazionale in arabo. Come ciò fa pensare, molti ex musulmani scoprono che non possono limitarsi ad abbandonare la fede islamica, pertanto, giustificare le loro azioni e convincere gli altri a seguirli assume un ruolo centrale nelle loro vite.
Le delucidazioni fornite da questi scrittori ex musulmani competenti e ispirati che vivono in Occidente hanno inviato onde d'urto nei loro Paesi di origine. Storicamente protetto dalla consuetudine e dalla legge da ogni tipo di critica, l'Islam è privo di difese contro tali critiche: farfugliare imprecazioni e diventare più severi sono le riposte preferite, anziché procedere a confutazioni ragionate, si pensi alle vignette satiriche danesi su Maometto e al violento sdegno che hanno ispirato. Anche l'ironia è vietata. Le autorità ansiose vietano le critiche; se ciò non funziona, incarcerano i colpevoli. Escogitano persino cospirazioni sioniste.
Ma con passione e autorevolezza singolare, gli ex musulmani spingono i credenti a pensare in modo critico alla loro fede. Questi sforzi hanno contribuito a un sostanziale declino della religiosità musulmana. Ad esempio, un importante sondaggio condotto dall'Arab Barometer è stato sintetizzato sull'Economist nel modo seguente: "Molti [musulmani arabofoni] sembrano rinunciare all'Islam". Questo dirigersi verso prospettive laicistiche in tutto il mondo musulmano risulta in parte dal fatto che gli ex musulmani in Occidente sono liberi di propagare le loro esperienze e idee.
Come ho detto all'inizio, non c'è mai stato niente di simile nei 1400 anni di storia dell'Islam: è un fenomeno nuovo. Questi ex musulmani vivacemente ostinati sfidano la loro religione di nascita, aiutando a modernizzarla e a ridurne la presa. Il loro ruolo è appena iniziato, mentre si rinforzano le file e i devoti musulmani annaspano davanti a questa sfida. Il percorso sarà interessante e imprevedibile. Vi esorto a tenerlo d'occhio.
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Domanda: Il movimento degli ex musulmani ha un ruolo nell'infervorare i sentimenti del mondo arabo nei confronti di Israele?
Pipes: Quasi invariabilmente, gli ex musulmani sono filo-israeliani. Devo ancora incontrarne uno che non lo sia. Il rifiuto della fede sembra implicare anche il rifiuto della sua politica. Questo non vuol dire che gli ex musulmani abbiano fatto avanzare gli Accordi di Abramo o determinato altri cambiamenti a livello statale, ma hanno un ampio impatto sull'opinione pubblica e favoriscono lo straordinario sviluppo del mondo musulmano che diventa meno ostile a Israele. Naturalmente, molti islamisti e altri vogliono ancora eliminare lo Stato ebraico, e non li dimentico nemmeno per un istante. Ma nel complesso, l'ostilità verso Israele è sostanzialmente diminuita, come dimostrano gli Accordi di Abramo. Mentre ciò accade, tuttavia, la Sinistra mondiale è diventata sempre più ostile verso Israele. Quindi, Israele oggi ha relazioni migliori con l'Arabia Saudita, con la Spagna o con la Svezia.
Domanda: Gli ex musulmani riducono la minaccia dell'Islam radicale negli Stati Uniti? E per quanto riguarda il terrorismo?
Pipes: Sì, lo fanno, non tanto come informatori (perché in genere sono esclusi dalla vita musulmana, soprattutto una volta che sono noti), ma come traduttori, infiltrati per la polizia e, in generale, argomentando contro l'idea di rabbonire l'islamismo.
Potreste aver notato la diffusione di molte meno notizie sul jihad violento negli Stati Uniti. Due ragioni lo spiegano. In primo luogo, l'antiterrorismo è diventato molto più efficace, rendendo quasi impensabile un attacco in stile 11 settembre. In secondo luogo, quelle che io chiamo le 6P: polizia, politici, stampa [press], preti, procuratori e professori universitari, hanno reso più difficile scoprire il jihad. Quando si verificano attacchi islamisti, tendono a essere descritti come meri episodi violenti perpetrati senza motivo. Ci sono delle eccezioni, come la maratona di Boston e gli attacchi a Fort Hood, ma la maggior parte di quelli che sembrano essere attacchi jihadisti non vengono denunciati, sebbene sembrino verificarsi ogni tanto.
La foto segnaletica di Yusuf Ibrahim. |
Domanda: Perché lo scrittore noto come Ibn Warraq non usa il suo nome di nascita?
Pipes: Ibn Warraq significa "figlio del fabbricante di carta" ed era il nome di uno scettico medioevale dell'Islam. Musulmano indiano residente in Europa, Ibn Warraq ha pubblicato nel 1995 Perché non sono musulmano, e ciò dopo l'affaire Rushdie e l'editto di Khomeini lo indusse ad adottare uno pseudonimo. È successo un quarto di secolo fa; ora Ibn Warraq è abbastanza a suo agio riguardo alla sua vera identità. Non dirò il suo vero nome, ma non è così difficile da scoprire.
Ibn Warraq è diventato un importante studioso dell'Islam. Tra le altre cose, ha ridato forza agli studi prima che il politicamente corretto prendesse il sopravvento intorno al 1980, riportando in auge studi del 1912 o del 1865 che altrimenti sarebbero stati dimenticati, alcuni in tedesco e da lui tradotti in inglese. È un notevole corpus di informazioni sull'Islam, sul Corano, su Maometto e così via.
Domanda: Vivo nel New Jersey, che ha una delle più numerose popolazioni musulmane degli Stati Uniti. Conosco i musulmani da una vita. Sono un'insegnante. Ho avuto studenti che mi hanno detto che non credono a nulla dell'Islam, ma non possono renderlo pubblico perché se lo facessero i loro familiari li ucciderebbero. Ci sono molti musulmani che non vogliono essere musulmani. Vi chiedo umilmente di non criticare i musulmani, sono persone come noi. I problemi sono nel sistema di credenze, il sistema di credenze dell'Islam.
Pipes: Concordo con la sua osservazione e non critico i musulmani né l'Islam. Biasimo l'Islam radicale. Sono d'accordo con lei quando afferma di non disapprovare i musulmani nel loro insieme, perché sono molto diversi l'uno dall'altro. Allo stesso modo, evito di criticare l'Islam, la religione che ha 1.400 anni, che si estende in tutto il mondo e assume molte forme diverse, alcune più ostili di altre. Se si critica l'Islam nel suo insieme cosa si critica esattamente? Inoltre, voglio lavorare con i musulmani non radicali contro quelli radicali, e biasimare la loro religione rende molto più difficile farlo. Disapprovo l'islamismo, una forma utopica medievale, ideologica e radicalizzata di quella religione.
Ora, alcuni di voi potrebbero non essere d'accordo con questa distinzione, sostenendo che l'islamismo è l'unica vera forma di Islam: beh, questo è un vostro diritto. Ma se si vuole operare efficacemente nella politica americana, occorre fare questa distinzione. Gli americani non sosterranno una guerra di religione e il governo degli Stati Uniti non può combattere una religione, può contrastare soltanto un'ideologia. Non si va lontano se si è contrari all'Islam, pertanto, suggerisco di essere contrari pubblicamente a questa forma radicalizzata della religione.
Domanda: Il Corano non sostiene di fingere di essere amici degli infedeli finché non si arriva a un punto in cui si possono eliminare?
Pipes: Sì, lo fa. Ma metto in guardia dal citare alcuni brani della traduzione e dire: "Ah, questo è il Corano". Il Corano è un documento molto complesso e contraddittorio. È inteso in modo diverso da lettori diversi e in tempi diversi. Una volta ho studiato il Corano in arabo con uno sceicco in Egitto. Nel corso di diversi mesi abbiamo analizzato solo poche pagine. Al di là della complessità testuale, c'è un'ampia gamma di interpretazioni. È un grosso libro e si può accettare una parte specifica, rifiutarla o addirittura annullarla.
"Non c'è costrizione nella religione", لا إكراه في الدين, è rilevato nel Corano. |
Parte della riforma dell'Islam è interpretarlo in modi nuovi, poiché ogni religione cambia nel tempo. Ebrei e cristiani lo fanno, e in modo drastico. Come si può essere cristiani devoti e approvare l'omosessualità? La Bibbia è molto chiara su questo argomento, ma in un modo o nell'altro ci sono molte confessioni che lo fanno. Come è possibile che la schiavitù sia stata legalizzata 150 anni fa e ora è universalmente detestata? La stessa cosa accade con il Corano. I musulmani dell'ISIS o i talebani adottano la versione più violenta, altri ne adottano una moderata.
Domanda: Come distinguiamo i cosiddetti musulmani radicali dai musulmani comuni?
Pipes: I musulmani hanno molti punti di vista diversi, ovviamente, non sono un blocco, con tutti che la pensano allo stesso modo. Alcuni musulmani sono islamisti, radicali, utopisti, che cercano di applicare la Sharia e di costruire un califfato, sostenendo l'ISIS, i talebani, al-Shabaab, al-Qaeda e così via. Sono il nemico.
Ma non tutti i musulmani rientrano in quella categoria. Un numero crescente si oppone fermamente a quanto detto sopra. Non ho parlato del motivo per cui i musulmani si stanno convertendo, ma forse la ragione più importante ha a che fare con il loro essere inorriditi dall'islamismo. Molti sono ancora musulmani. Queste sono le persone con cui possiamo e dobbiamo lavorare.
Per quanto riguarda come distinguere gli islamisti dai musulmani non islamisti, occorre dire che non è facile. Ho individuato un centinaio di domande [specifiche dalle quali estrapolare informazioni utili] per i funzionari dell'immigrazione, ma nella vita ordinaria è una questione di intuizione ed esperienza.
Domanda: Lei dice che dobbiamo lavorare con i musulmani, specialmente in politica. Non tutti i musulmani condividono determinati obiettivi?
Pipes: Difficilmente. A dire il vero, sono tutti musulmani e hanno tutti lo stesso Corano. Alcuni aspirano a un ordine islamico, altri no. Ma come ho detto prima, interpretare il Corano differisce da persona a persona, da gruppo a gruppo. Dichiarare che tutti i musulmani sono il nemico include una percentuale che va dall'80 al 85 per cento che non è islamista, e il 10-15 per cento che lo è.
Accomunare gli anti-islamisti agli islamisti o dire che i musulmani sono tutti uguali significa rinunciare non solo a un alleato, ma anche all'attore chiave in una guerra civile in corso tra musulmani. La battaglia principale è tra musulmani e noi che non siamo musulmani siamo solo ausiliari. Ci sono un miliardo e più di musulmani e vogliamo aiutare coloro che stanno combattendo gli islamisti in una lotta che si svolge quasi ovunque vivano i musulmani.
Spero di lavorare con gli anti-islamisti per aiutarli a far emergere le loro idee, dandogli piattaforme, applaudendoli e fornendo loro risorse finanziarie in modo che possano combattere nel modo più efficace la nostra lotta contro i radicali. La incoraggio ad aiutare anche loro.
Domanda: L'Islam radicale continua a rafforzarsi?
Pipes: In generale, no, anche se ci sono eccezioni come il Pakistan. Per lo più, i musulmani vedono com'è la vita sotto il dominio islamista in Iran, in Sudan, in Turchia, in Libia e ovunque si riscontri la presenza di un ordine islamista. E loro dicono: "No, grazie". Con il tempo, poi, sempre più musulmani si oppongono all'islamismo. L'islamismo ha raggiunto il suo apice circa un decennio fa. È iniziato negli anni Venti, ha raggiunto il picco intorno al 2012, e ora è per lo più in declino. In parte, anche questo è il risultato di lotte intestine tra islamisti.
Domanda: Gli Stati Uniti hanno versato sangue e denaro a favore dei musulmani in Afghanistan contro l'Unione Sovietica, a favore del Kuwait contro l'Iraq e, in molti casi, i musulmani danno mai credito agli americani per questo?
Pipes: Raramente. C'è uno scarso apprezzamento tra i musulmani per ciò che gli americani hanno fatto. Si guardi il Kuwait: trent'anni fa abbiamo combattuto una grande guerra per difendere il Kuwait e ricreare un Kuwait defunto. Ma se ora si parla con i kuwaitiani quel ricordo è quasi svanito. Sono antiamericani quanto gli altri musulmani. Quindi rispondo: "Bene, è stato un privilegio servirvi". Allo stesso modo in Iraq, dove abbiamo salvato la popolazione dalla razzia di Saddam Hussein, ma a poche settimane dal suo rovesciamento, gli iracheni hanno negato il contributo americano dicendo di aver fatto tutto da soli, un po' come Charles de Gaulle che, poco dopo il D-Day, affermò che erano stati i francesi a liberare la Francia. Pertanto, no, non ci viene dato molto credito né dovremmo aspettarci che sia così.
Domanda: In che misura la mossa di Donald Trump di portare la pace in Medio Oriente ha fatto cambiare le opinioni?
Pipes: Dei quattro Paesi a maggioranza musulmana firmatari degli Accordi di Abramo, i cittadini degli Emirati Arabi Uniti sono di gran lunga i più entusiasti. Gli accordi hanno fatto davvero la differenza, sbloccando ulteriormente le cose. Gli Emirati stavano già andando in questa direzione – si pensi all'Anno della Tolleranza nel 2019, al Tempio indù di Dubai e al Complesso interreligioso ad Abu Dhabi con la sua moschea, la sua chiesa e la sua sinagoga – ma la spinta degli Stati Uniti ha contribuito a smuovere le cose.
Non so molto del Bahrein, però, mi sembra abbastanza buono. Il Sudan ha subito un colpo di Stato che distoglie l'attenzione dall'argomento Israele. In Marocco, l'accordo è avvenuto a livello statale e gli accordi non hanno avuto molto impatto.
Domanda: Molte delle principali banche occidentali, come Citibank, Wells Fargo e JP Morgan, hanno divisioni conformi alla Sharia. Ogni anno arriva un consigliere islamico e divide i profitti in ottavi, di cui una parte va al jihad. Potrebbe commentare questo?
Pipes: Il settore bancario conforme alla Sharia promuove le operazioni bancarie senza interessi. Questa è, in realtà, un'idea moderna che risale all'India degli anni Trenta, quando un importante pensatore islamista di nome Abu al-A'la al-Mawdudi concepì "l'economia islamica".
Il Corano vieta la riba, ovvero gli interessi sul denaro. Storicamente, i musulmani hanno aggirato questo ostacolo finanziario con ogni tipo di stratagemmi, o hiyal. Ad esempio, se voglio comprare un'auto a rate, tu me la vendi a un prezzo gonfiato e io te la pago nel tempo. Conosciuto come contratto di vendita murabaha, io finisco per pagarti gli interessi, nel pieno rispetto della Sharia. Non è nello spirito del Corano, ma segue la lettera del Corano.
Negli anni Trenta, Mawdudi sviluppò l'idea di banche moderne che operassero senza interessi. Questa idea è decollata negli anni Novanta. Secondo le stime, tali banche hanno più di 3 trilioni di dollari di attività finanziarie in conti senza interessi. E come giustamente lei hai sottolineato, le banche occidentali sono entrate in questo meccanismo in grande stile e sono più importanti per le banche conformi alla Sharia rispetto, ad esempio, alla molto più piccola Abu Dhabi Islamic Bank.
La sede dell'Abu Dhabi Islamic Bank. © Daniel Pipes |
Certo, chiedono interessi, ma mascherati da commissioni bancarie e altri extra: non vengono definiti ufficialmente interessi. Pertanto, l'intera faccenda è fondamentalmente una truffa. Non è molto, ma se fa stare bene le persone, perché no? Se preferiscono pagare commissioni bancarie o ricevere profitti non chiamati interessi, va bene.
Poi, c'è il problema a cui lei alludeva di sostenere il jihad. In alcuni casi, certamente non a Citibank, alla Wells Fargo o a JP Morgan, i conti bancari senza interessi vengono utilizzati per riciclare denaro. Detto questo, non ho sentito parlare della decima automatica per il jihad di cui lei ha espressamente chiesto. Per quanto ne so, le donazioni sono sempre volontarie.
Più in generale, la finanza senza interessi non è una battaglia che desidero intraprendere perché non riguarda la società o la cultura. Allo stesso modo, a volte si accende un dibattito locale sui vigili del fuoco barbuti. Oppure, nel 2009, gli svizzeri tennero un referendum sulla costruzione di minareti (bocciato con il 57,5 per cento dei voti della popolazione svizzera che si è espressa a favore del divieto di costruzione). Il burkini, un costume da bagno che copre il corpo che alcune devote donne musulmane indossano per entrare in acqua, è diventato un problema in Francia nel 2016, quando alcune autorità lo hanno vietato. Ma tutte tali questioni mi sembrano marginali e non vale la pena preoccuparsene: ci sono tante altre battaglie importanti da combattere.
Domanda: Sono turbato per i jihadisti in servizio al Congresso degli Stati Uniti che hanno prestato giuramento sul Corano, un libro del tutto incompatibile con la Costituzione e con la civiltà occidentale.
Pipes: Il giuramento sul Corano è simile alla questione delle banche senza interessi, delle barbe dei vigili del fuoco, dei minareti e del burkini: è irrilevante per la sfida che gli islamisti pongono e quindi non è una battaglia che intendo combattere. Gli islamisti presenti in seno al Congresso e i loro sostenitori, tuttavia, rappresentano un problema grave e crescente.
Domanda: Cosa ne pensa delle moschee che sorgono sul suolo pubblico, come l'Accademia Navale?
Pipes: La mia regola generale è semplice: i musulmani hanno gli stessi diritti e responsabilità delle altre comunità religiose. Non hanno diritti speciali, anche se gli islamisti cercano ripetutamente di ottenere privilegi speciali. Certo, non è sempre ovvio cosa si traduca in pratica in "pari diritti e responsabilità", ma offre una buona linea guida per amministratori e giudici. Applicare questa regola alle cappelle di una struttura governativa significa che, proprio come i fondi privati di protestanti, cattolici ed ebrei hanno finanziato principalmente le cappelle di istituzioni come l'Accademia navale, così musulmani, indù e buddisti possono seguire il loro esempio.
La Quiet Room del Philadelphia International Airport. © Daniel Pipes |