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Sahner, professore associato di Storia islamica all'Università di Oxford, fa un uso innovativo di una fonte d'informazioni ben conosciuta, ma in genere ignorata sulla storia antica dell'Islam: le agiografie di circa 270 cristiani che hanno perso la vita a causa della loro opposizione all'Islam in un periodo di due secoli che vanno dal 660 all'860 d.C. . Questi "nuovi martiri" si dividono in tre categorie principali: coloro che sono nati cristiani e si sono convertiti all'Islam per poi tornare al Cristianesimo; coloro che sono nati musulmani e si sono convertiti al Cristianesimo; e i cristiani che denigrarono il profeta dell'Islam Maometto.
Sahner dedica molta attenzione al delicato processo di interpretazione dei testi sacri per ottenere informazioni sulla storia. Sostiene in modo convincente che ciò è possibile e che aiuta a chiarire il processo "per cui il Medio Oriente prevalentemente cristiano della tarda antichità è diventato la regione a predominanza islamica di oggi".
Dalle sue ricerche, Sahner conclude che il fenomeno di conversione dei cristiani all'Islam è stato decisamente più lento e contorto di quanto stiano a indicare le fonti scritte dai musulmani: "se il grande annalista musulmano al-Tabar fosse tutto ciò sui cui noi facciamo affidamento per comprendere la fisionomia della società del Medio Oriente nel periodo che segue la conquista, noi arriveremmo alla conclusione errata che quasi tutti in questo mondo si erano già convertiti [entro il 923 d.C.]. Ma non fu così". La conversione dei cristiani all'Islam non era inevitabile, piuttosto fu un "processo fragile e contestato".
Il lavoro di Sahner evidenzia lo sforzo continuo e creativo compiuto dagli storici per ricostruire la fase iniziale dell'Islam attraverso fonti diverse dai manoscritti arabi, basate principalmente su testimonianze o documenti contemporanei non arabi. È una grande impresa che risale alla profonda intuizione del 1880 avuta da Ignaz Goldziher, secondo cui l'infinità di dettagli di quei manoscritti arabi non garantiva la loro accuratezza. A poco a poco, il lavoro continua e la realtà della storia medievale viene lentamente alla luce.