Berman, vicepresidente senior dell'American Foreign Policy Council, in questa raccolta di saggi precedentemente pubblicati, ha compilato in modo utile e sintetico informazioni sui principali gruppi di opposizione iraniani e sulle sfide che devono affrontare. Il suo interesse deriva dalla possibilità che "questi individui e queste forze potrebbero benissimo finire per ereditare la nazione iraniana".
Berman comincia col riassumere le caratteristiche chiave di quattro oppositori esterni. Il figlio dell'ultimo scià, Reza Pahlavi, si distingue per la sua visione "di resistenza non violenta al regime clericale iraniano". Al contrario, il Mujahideen-e Khalq (MeK), il gruppo di maggior spicco e anche il più controverso di quelli in esilio, "è convinto che il regime iraniano sia semplicemente troppo brutale, troppo radicato e troppo impegnato nel mantenere il suo potere per essere rimosso solo con mezzi pacifici. L'alternativa potrebbe essere la resistenza armata, e qui il MeK ha un netto vantaggio".
Poi, c'è l'attivista iraniano-americana, Masih Alinejad, che concentra la sua abilità sui social media sulla lotta al velo obbligatorio delle donne in Iran con l'obiettivo di "imbrigliare questo malcontento in un movimento anti-regime più ampio e di massa". Infine, Mariam Memarsadeghi e la sua iniziativa Tavaana sperano di
costruire capacità all'interno della società iraniana attraverso l'educazione civica e il dialogo pubblico su temi come i diritti delle donne, la riforma islamica e i valori democratici, questioni che rimangono generalmente tabù in seno alla Repubblica islamica.
Segue un sondaggio sull'opposizione in Iran. Qui, Berman racconta di Hamava o della Coalition of Committed for a Secular Democratic Iran, nel contesto della radicalizzazione che ha avuto luogo dal 2009:
All'epoca, c'era una parvenza di "opposizione leale" che cercava di riformare la Repubblica islamica anziché smantellarla del tutto. (...) Oggi, al contrario, gli iraniani sono straordinariamente uniti nel desiderio di un cambiamento fondamentale di governo.
Infine, Berman delinea alcune delle sfide che gli oppositori devono affrontare: la chiusura di Internet da parte del regime, le numerose e profonde divisioni etniche della popolazione, i disaccordi su ciò che verrà dopo i mullah, una tensione generazionale e il potere del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie.
I lettori non possono avere un rapporto più succinto e migliore di The Fight for Iran.